N.01
Gennaio/Febbraio 1991

Lettera aperta ai catechisti italiani

Al termine del Convegno Nazionale di Studio, promosso e realizzato a Roma, nei giorni 3-5 Gennaio u.s. dal Centro Nazionale Vocazioni in collaborazione con l’Ufficio Catechistico Nazionale, i medesimi hanno congiuntamente sottoposto all’attenzione dei partecipanti la seguente lettera aperta ai catechisti italiani. Il favore con cui è stata subito accolta e la necessità di darne subito la massima diffusione ci suggeriscono di pubblicarla in questo primo numero di “Vocazioni”. La speranza è che ogni lettore si faccia, a sua volta, diffusore…

 

Cari amici,

giunti al termine dell’annuale Convegno di Studio che aveva come tema “Annuncio e proposta vocazionale nelle nuove prospettive di catechesi della Chiesa Italiana” il Centro Nazionale Vocazioni e l’Ufficio Catechistico Nazionale, desiderano aprire a tutti voi, congiuntamente, il loro cuore e rivolgervi il presente messaggio.

Perché? Semplicemente perché qualsiasi riflessione, orientamento, prospettiva, in questo campo specifico del rapporto fra catechesi e maturazione vocazionale, non può prescindere dalla vostra indispensabile mediazione operativa.

Se ci siamo incontrati a Roma, animatori vocazionali e catechisti, sacerdoti, laici, religiosi, religiose, missionari per “studiare” questo tema, lo abbiamo fatto principalmente per voi. Per offrirvi indicazioni utili all’esercizio del vostro ministero.

Nel Documento Base sul Rinnovamento della catechesi si afferma infatti, al n. 33 che “la catechesi illumina le molteplici situazioni della vita, preparando ciascuno a scoprire e a vivere la sua vocazione cristiana nel mondo…”.

E da qui che siamo partiti per la nostra riflessone: dalla certezza che elemento qualificante del vostro servizio è proprio l’aiutare i soggetti della catechesi a scoprire e vivere la propria vocazione personale, alla vita e al dialogo con Dio, alla sequela di Cristo, alla comunione ecclesiale, alla varietà degli stati di vita. Voi sapete con chiarezza che se la catechesi non si muove in questa direzione non è fedele né a “Dio che chiama, che salva e dà senso alla nostra vita”, né alla “sua parola destinata ad irrompere nella storia per rivelare ad ogni uomo la sua vera vocazione e dargli modo di realizzarla” (DB n. 77) e neanche all’uomo che ha diritto di incontrare, nella catechesi, una luce preziosa ed un cammino formativo che lo abiliti a vivere la sua vocazione.

D’altra parte il Convegno ha evidenziato come questa preoccupazione vocazionale della catechesi sia presente ampiamente nell’intelaiatura, nei contenuti e negli itinerari dei catechismi per la vita cristiana realizzati dalla CEI. Già nella prima elaborazione e ancora di più in sede di revisione tale dimensione è una delle componenti essenziali. A voi il compito di comunicarla.

La catechesi e i catechismi reclamano il ruolo decisivo della testimonianza e della mediazione del catechista. Ci siamo detti che il catechista diventa un buon animatore vocazionale se egli stesso vive il suo servizio come una vera e propria chiamata. Perché solo nella piena consapevolezza della propria vocazione e nel vivere con costanza la propria risposta cristiana, ecclesiale e ministeriale, si diviene attenti, sensibili, aperti alla vocazione degli altri.

Alla luce di queste considerazioni vi diciamo: amando la vostra vocazione amate la vocazione degli altri! Che siate catechisti di fanciulli, di ragazzi, di giovani, di adulti, poco importa: importa invece che il vostro servizio sia sempre orientato da questa preoccupazione e da questa tensione. Il vostro annuncio non potrà mancare di un esplicito riferimento alla vocazione alla vita e alla vita come vocazione. E non potrà neanche tacere che la vita diventa vocazione se diventa risposta e che tale risposta reclama scelte precise, coraggiose: reclama la scelta di quella via sulla quale Dio chiama.

Fate in modo che i fanciulli, i ragazzi e i giovani che la Provvidenza affida al vostro servizio catechistico trovino in voi e attraverso di voi uno stimolo prezioso per interrogarsi sulla propria vocazione. Siete chiamati anche ad accompagnare i primi passi di ricerca vocazionale; forse sarete chiamati ad accorgervi che tra di loro qualcuno manifesta segni di una chiamata particolare per il sacerdozio o la vita consacrata. A voi e alla vostra responsabilità è affidato i compito di sostenere, incoraggiare, aiutare. Non abbiate paura di stare dalla parte di Dio!

Vogliamo concludere queste semplici e fraterne considerazioni con l’autorevole parola del Papa che al tema della catechesi ha voluto dedicare il Messaggio per la prossima Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni (21 Aprile 1991). Afferma Giovanni Paolo II: “In tale contesto i catechisti devono sentirsi responsabili di fronte alla Chiesa e ai destinatari del messaggio. Il loro insegnamento che mira a condurre l’uomo moderno a scoprire Dio Amore come Creatore, Redentore e Santificatore, guiderà i fanciulli e i giovani a considerare il dovere che ogni cristiano ha di aiutare la Chiesa a compiere la sua missione, la quale può realizzarsi solo grazie all’apporto dei vari ministeri e carismi, di cui lo Spirito Santo l’ha dotata; cercherà di far scoprire che il sacerdozio ministeriale è grande dono gratuito, da Dio offerto alla Sua Chiesa, in una comunione più radicale con il Sacerdozio di Cristo (cfr. Lumen Gentium 10); metterà nella giusta luce il valore della verginità e del celibato ecclesiastico, come vie evangeliche che portano alla totale consacrazione a Dio e alla Chiesa e moltiplicano la fecondità dell’amore spirituale cristiano (cfr. Perfectate Caritatis 12). I responsabili della catechesi rispettino sempre l’integrità dell’annuncio del Vangelo, che comprende anche la chiamata a seguire il Cristo più da vicino…”.

Facendo nostre queste espressioni. Impegnative del Papa vi salutiamo con affetto, uno per uno, e vi ringraziamo per il prezioso servizio che svolgete, perché coloro che la Provvidenza mette sul vostro cammino “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).