N.01
Gennaio/Febbraio 1991

Strumenti di un Amore generoso ed esigente

Davanti alle riflessioni che affiorano, in occasioni come queste, trovano spazio inevitabilmente le verifiche del cammino sin qui percorso, i compagni di strada, i momenti più importanti. Ed è ancora una volta che mentre ci sembra di parlare di noi, ci troviamo a raccontare di chi quotidianamente ci accompagna, ci guida, ci sostiene, da vero compagno di strada.

In fondo è stato proprio Lui, il nostro compagno di strada, ad incontrarci e a metterci insieme, ancora giovani, piantandoci il desiderio di vivere la vita l’uno per l’altro.

È stato Lui a donarci delle famiglie nelle quali abbiamo sperimentato la dolcezza dell’amore dell’altro, di una vita nuova che viene accolta e cresciuta, che sente il palpito di un amore sempre nuovo, che rinnova.

Un amore che si è fatto gioia di vivere, donatoci con gratuità: Lui già sapeva, in fondo, che due piccole voglie di vivere ne facevano una più grande, a servizio degli altri.

Lui già sapeva che il matrimonio, anche se ancora giovani rispetto alla norma, avrebbe avuto un senso particolare nella nostra vita. 

Quanti ideali ci siamo messi in testa, ancora giovane coppia; fino a quando, vedendoci un po’ stanchi non ci ha sussurrato di quel suo amico prete, don Luigi Monza, che spesso diceva che “Ci si deve convincere che l’ideale non è quello che ci mettiamo in testa noi, bensì quello che stabilisce Dio per noi. L’ideale maggiore poi consiste nel rubare ogni giorno Dio per portarlo più vicino a noi e lasciare che lui ci adoperi come meglio crede”.

Quanti sono i volti che abbiamo incontrato, le parole ascoltate, sin qui nella nostra vita. Altri compagni di strada, ai quali abbiamo “rubato” un po’ del loro ideale, per farlo anche nostro.

Ma forse ci viene il dubbio che in fondo siano stati tutti doni, così gratuiti da farci pensare che il merito era nostro. È così che abbiamo conosciuto la gioia dell’educarci, educando fraternamente, nel dono totale di sé, senza tenerci qualcosa, vivendo con e per i giovani, cercando il cuore, l’educare con il cuore, prima di tutto. E la pazienza dell’attesa: quella in cui non vedi niente chiaro, quella in cui vorresti partire per la tua strada e lasciare il tutto. Ma qualcuno ti fa cercare qualcosa per fermarti, per ritrovarti; è il compagno di strada, che si ferma con te e ti prende per mano.

È stato il momento nel quale ci ha parlato di Maria, non la sua Mamma, ma la sorella di Marta; non di fare molti servizi ha bisogno l’uomo per essere salvato, ma l’unica cosa necessaria a lui per vivere è l’essere amato senza condizioni. È scoprire che tutto il creato è dono del Creatore alla sua creatura. Convertirsi è abbandonarsi al suo amore per noi, che “vediamo” e “ascoltiamo” stando ai piedi di Gesù, compagno di strada.

Solo così ci ha preparato all’esperienza di animazione dei gruppi giovanili: è stato come guardare la valle dall’altipiano, dopo averla passata tutta senza coglierne la bellezza. Attraverso quella via, ci siamo preparati ad accogliere la persona, in modo particolare l’adolescente, per quella che è nel progetto di Dio non nel nostro.

 

 

È nata così la famiglia aperta.

Famiglia aperta all’accoglienza di 2 giovani adolescenti, provenienti dall’Istituto La Nostra Famiglia; famiglia aperta nella condivisione di tutti i momenti di una vita familiare. Forse non ci siamo accorti dei tre anni già passati, ma si sa, in buona compagnia il tempo vola.

Come coppia abbiamo sperimentato quanto l’amore accogliente trasforma le persone e le rende capaci di nuova vita. Così come abbiamo sperimentato ché il dono trasforma anche chi lo offre; è l’esperienza quotidiana che viviamo, quella di diventare come Maria sapendo che siamo come la sorella Marta.

La famiglia aperta è stata il momento di vivere a servizio dell’altro, con i suoi tempi, i suoi bisogni, il suo vissuto; un cammino nuovo nel quale è stato necessario definire il nostro essere famiglia, il nostro essere coppia.

Accogliere ogni giorno, vuol dire essere nuovi ogni giorno. E non si finisce mai di scoprire quanto il dono ritorni, lui stesso dono per te.

Pensavamo di rispondere al bisogno dell’altro, di servire l’altro accogliendo: abbiamo scoperto che infondo siamo noi ad aver avuto la vita trasformata. Sono le due ragazze che ci hanno insegnato ad essere pazienti, perché loro lo sono state con noi; sono sempre loro che ci hanno insegnato ad essere trasparenti nel cuore, perché loro lo erano con noi; ancora loro che ci hanno insegnato ad essere veri e coerenti nelle parole e nelle opere, perché già loro lo erano. Sono loro che ci hanno fatto capire che accogliere vuol dire modellarsi con l’altro, con i suoi tempi, non viceversa.

La strada è fatica, ma senza la fatica che lava e purifica la vita, non possiamo pretendere di saper proseguire nel cammino che si fa dono. Il buon compagno di strada sa sorreggere nella prova, stimolare nella fatica.

Compagnia anche di altre famiglie, di volontari, di amici che si sono uniti in questo nuovo tratto di vita: abbiamo cercato di condividere questa nostra nuova gioia. Lo stile della famiglia, quello de La Nostra Famiglia, che è marcimento, che è frutto che matura sotto al terreno coltivato da tanti, ci è sembrato il modo che traducesse più efficacemente quanto la “strada” aveva maturato.

Solo se la comunità diventa accogliente offre un terreno fertile perla famiglia, che è già aperta per sua natura, a farsi dono di un’esistenza al servizio della vita, soprattutto della vita più debole, di quella che magari molte volte non conosce la gioia di essere amata.

Il nostro compagno di strada ci ha fatto scoprire che in fondo il dono che noi stiamo offrendo, è quello che Lui già aveva fatto a noi. Accogliere perché già amati, accogliere perché già accolti come figli, accogliere perché già famiglia accolta.

La strada, dopo l’ultimo meraviglioso scorcio di vallata, prosegue ancora, è ancora lunga… ma ci sono ancora nuovi compagni di strada con i quali possiamo scambiare e scoprire nuovi doni.