N.02
Marzo/Aprile 1991

La cresima in chiave vocazionale: l’itinerario proposto dal sussidio per i cresimandi preparato per la G.M.P.V.

 

1. “La catechesi guida ad assumere la missione della chiesa secondo la propria personale vocazione” (R.d.C. 43)

Di fronte a ragazzi che si apprestano a ricevere il sacramento della Confermazione (12-14 anni) gli atteggiamenti principali da suscitare sono quelli della gratuità, della ricerca e della partecipazione.

Attraverso la gioiosa testimonianza dei catechisti, dei sacerdoti, della famiglia e di tutta la comunità cristiana essi sperimentano che “vivere in Dio” è il massimo di realizzazione dell’uomo. Per questo però i nostri ragazzi devono rendersi disponibili e capaci a vivere la dimensione stessa dell’amore di Dio. La sua caratteristica principale è la gratuità: amare per primo, non aspettarsi o esigere ricompensa o ricambio, amare in perdita, suscitare amore negli altri. Tutto ciò non è certo “naturale” nell’uomo e tanto meno nei ragazzi di questa età. È per questo che Dio dona il suo Spirito, Egli “viene come luce e forza, perché noi viviamo uniti nella pace e nell’amore del Signore… perché possiamo collaborare a costruire il Regno del Signore” (C.d.F. 3 pag. 10).

Anche i ragazzi dunque, proprio in forza dello Spirito Santo, sono messi in grado di amare gratuitamente “a misura loro”: proprio perché “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”. E questo i cresimandi devono essere aiutati a scoprirlo! Come avvengono tante scoperte per il loro aprirsi all’adolescenza, così possono scoprire in modo nuovo la loro appartenenza a Cristo, nella Chiesa. Certo il cammino di scoperta va fatto secondo la pedagogia evangelica della “Buona notizia”, del “tesoro nascosto” che, attraverso il dono dello Spirito, può essere gradualmente svelato.

La catechesi dei cresimandi va dunque vissuta nello stile dell’avventura cristiana: “I primi passi dell’astronauta sulla luna sembrano quelli del bambino che comincia a camminare. Eppure seguono una nuova tappa della grande avventura degli uomini fuori della loro terra. Qualcosa di simile avviene quando sta per arrivare l’adolescenza: quando non si è più bambini e si diventa ragazzi, pronti ad essere protagonisti delle proprie avventure nella vita” (C.d.R. 1 pag. 13).

I ragazzi devono poter provare l’ “ebbrezza” dell’entrare dentro il “mistero” di questo Spirito che è loro dato perché li renda forti e coraggiosi. Non devono trovare il muro di obblighi, ma vanno messi in grado di sperimentare l’avventura della “libertà dei figli di Dio”, e la gioia conseguente.

Così può diventare un’avventura la ricerca del proprio posto (della propria vocazione) nella Chiesa: “Curiosità e voglia di vivere si alternano a momenti di sconcerto e di ansietà. Occorre coraggio e fiducia in se stessi e negli altri. Dio chiama ciascuno a vivere da protagonista. Vuole che cresciamo nella libertà e nell’amore che sono dono di Cristo” (C.d.R. 1 pag. 93).

E in questa fase non è sufficiente, da parte dei catechisti, “fare i maestri” dei ragazzi, occorre stare con loro, vivere la loro avventura: non saremo noi a consigliarli, saranno loro a chiedere consiglio sul come procedere nell’avventura… Noi semmai, con discrezione, li stimoleremo!

Solo così sperimenteranno (e l’avventura diventerà presa di coscienza della realtà) che i doni che Dio ha loro elargito gratuitamente perché servano ai fratelli, solo se partecipati diventano veri e produttivi. E tutto questo dipende dalla libertà personale di ognuno.

Ma ciò i cresimandi lo imparano solo se nell’“avventura” possono arrivare a “scoprire” la realtà – dono che hanno dentro, senza che nessuno prima della “loro” scoperta abbia già chiamato per nome questi doni.

Allora sentiranno rispettata la loro libertà e il loro “protagonismo” e potranno “meravigliarsi” dell’amore di Dio, della forza dello Spirito, dell’amicizia di Cristo e parteciparla ai fratelli. Così la vita dei ragazzi si può aprire al “progetto di Dio” e questo rende possibile la proposta vocazionale, a partire da un’autentica conoscenza delle specifiche vocazioni cristiane, segni e espressioni dell’unico amore che Dio per Cristo nello Spirito Santo riversa sugli uomini.

 

 

 

2. Personaggi ed eroi della catechesi di preparazione alla confermazione

Il cresimando (12-14) è nella fase della “prima adolescenza”… è la fase della presa di coscienza reale di sé, del proprio mondo e del mondo circostante come parte di sé e del quale si sente parte.

In questa età inizia il cammino di costruzione della propria identità, frutto di un lungo, complicato e, per certi aspetti, conflittuale processo di maturazione.

Per arrivare a questo ciascuno opera un’assimilazione interiore di aspetti e caratteristiche di figure significative: esse diventano modelli. È il fenomeno della “introiezione”.

Due modalità principali di questo fenomeno sono date dal bisogno di personaggi da imitare ed eroi con cui identificarsi. Inizia poi la fase di confronto e rielaborazione di personaggi ed eroi che introduce nella adolescenza, nella quale il soggetto “fa morire l’eroe” per scoprire in se stesso la capacità di vivere, in modo proprio, alcune caratteristiche che ha trovato nei personaggi ed eroi.

Ecco allora perché è importante e, direi necessario, che nella catechesi si faccia un’abbondante proposta di personaggi ed “eroi” nel loro vissuto affinché, come in un’avventura, il cresimando si possa buttare per confrontarsi, facendo emergere, insieme a quelle del personaggio, le proprie doti personali che, illuminate dallo Spirito, possono condurre il soggetto alla realizzazione vera e piena di sé.

In questa fase è importante che i personaggi proposti a modello rispecchino i diversi tipi di vocazione che un cristiano può vivere e da loro traspaia come l’“avventura” della vita sia guidata dallo Spirito. Il “mistero” a questa età non è rifiutato, anzi è un elemento importante (fa parte dell’avventura), se però non è qualcosa di staccato, ma è un tutt’uno con la vita.

 

 

 

3. I documenti” danno autorità alle proposte

Oggi i ragazzi sono abituati dai mass-media a veder documentato (anche se non sempre secondo verità) ciò che viene loro offerto. È dunque importante che anche le nostre proposte siano sigillate da documenti di valore quali: la Parola di Dio, i documenti del Magistero, scritti o esperienze di persone “riuscite”.

I ragazzi devono sentire rispettata la loro dignità anche dal fatto che viene data loro ragione della proposta di vita cristiana secondo lo Spirito. Devono intuire anche dalla documentazione che quanto viene loro proposto è messo di fronte, come dono, alla loro libertà di persone capaci di scegliere o rifiutare. Questo li indurrà a cercare le ragioni (quindi ad impegnarsi nella ricerca) della scelta o del rifiuto, intuendo la serietà di quanto viene loro proposto e quanto possa influire nella loro vita.

Così possono arrivare a rendersi conto che solo Gesù si può imitare e solo con Lui ci si può identificare senza perdere originalità e dignità, anzi, guadagnando in personalità; perché solo Dio è amore gratuito e in Cristo si mostra e dona gratuitamente. Allora identificarsi con Lui significa sublimarsi.