N.03
Maggio/Giugno 1991

Dalla scelta di servire a servire per la scelta

 

Dalla scelta di servire a servire per scelta”; è stato questo il tema dell’11ª Giornata di studio che il Centro Regionale Vocazioni del Piemonte – Valle d’Aosta, in collaborazione con la Caritas regionale, ha proposto in occasione del suo appuntamento annuale a Castiglione Torinese la domenica 3 Marzo. 

Il Convegno ha voluto mettere in rilievo lo stretto rapporto che c’è tra volontariato ed apertura verso una scelta vocazionale

Perché il tema del servizio? È un tema che era già stato affrontato in chiave regionale nel 1985 e a livello nazionale nel 1986…

“Il collegamento è evidente – rileva don Dino Bottino, direttore del CRV piemontese – poiché il volontariato in tutta la gamma delle sue esplicitazioni è un fenomeno in espansione ed in crescente coinvolgimento…

Ci pare che nel cuore di questa realtà si manifesti esattamente ciò che il Concilio chiama segni dei tempi. C’è un germe di Regno di Dio che va raccolto, incoraggiato e coltivato; e non di rado il germoglio fiorisce in vocazione di speciale consacrazione”.

In preparazione al Convegno è stato preparato un numero speciale della rivista “Camminiamo insieme. normalmente edita nella diocesi di Casale Monferrato, ma per l’occasione inviata in tutta la regione sia ai responsabili ed animatori vocazionali che agli animatori del volontariato nelle Caritas regionali.

Il rapporto tra “carità, servizio, volontariato e vocazioni” è stato puntualizzato da don Sergio Borsarelli, direttore del CDV di Mondovì, che ha ripreso e proposto il pensiero di mons. Enrico Masseroni, impossibilitato a partecipare per impegni pastorali. Precisando infatti il rapporto del volontariato con storia, carità, comunità si può cogliere un cammino di promozione vocazionale incentrato sul servizio visto come operatività, gratuità, oblatività, fecondità e ferialità della fede.

Così possono essere individuati quattro itinerari pastorali: cristologico, ecclesiologico, antropologico, liturgico, Grande spazio del convegno è stato poi occupato dalla tavola rotonda moderata da p. Giordano Rigamonti (dei Missionari della Consolata).

Molto bravi i partecipanti che hanno messo in rilievo il rapporto tra carità e vocazioni a partire da esperienze concrete: suor Bianca Maria Concettoni, promotrice del volontariato nella diocesi di Torino con Mary, (una giovane che ha appena terminato l’anno di volontariato sociale nel capoluogo subalpino), Jean Defnin, psicologo e responsabile degli obiettori della Caritas nella diocesi torinese, don Aldo Benevelli, fondatore e responsabile della LVIA e direttore della Caritas regionale.

L’anno di volontariato sociale, innanzitutto, si rivolge alle ragazze e si caratterizza per la condivisione, la gratuità, la formazione, la vita comunitaria; sono queste dimensioni di vita che possono certamente favorire un’educazione ad un dono totale di sé e ad una apertura ad una vocazione.

Così l’obiezione di coscienza, sia all’interno della Caritas che nell’ambito di un servizio internazionale, ha una sua dimensione di vocazionalità chiara.

L’anno del servizio civile può essere dunque un periodo intensissimo di ricerca vocazionale, di una concreta esperienza di Cristo nel volto dei fratelli più sofferenti, nella scoperta della gratuità e della concretezza.

Per questo è auspicabile (ha rilevato Jean Defnin) un sempre maggior coordinamento tra Caritas, Centro Vocazioni ed Ufficio per la pastorale giovanile, per formulare progetti educativi sempre più mirati.