N.05
Settembre/Ottobre 1992

Gli esercizi spirituali: itinerario vocazionale per i giovani

 

Alcune premesse

Gli E. S. non possono essere un’esperienza spirituale isolata: vanno inseriti in tutto il cammino spirituale del giovane all’interno della Chiesa locale. Così sono stati riproposti dai Vescovi lombardi nella lettera per la Quaresima 1992 “Gli Esercizi spirituali e le nostre comunità cristiane”: “Se la Chiesa locale deve progettare un’azione pastorale ‘materna’ prima che efficiente, attenta cioè alla dimensione formativa ed educante, preoccupata dell’assimilazione dei contenuti trasmessi, gli Esercizi ne saranno uno strumento privilegiato. Gli E. S. sono quindi per natura loro da collocare nel cammino ordinario della Chiesa locale, in quanto rappresentano un mezzo idoneo a raggiungere il suo scopo, cioè la santità e la maturità di tutti i credenti” (pp. 29-30).

“La scelta degli E. S. deve condurre non solo a una capacità di introspezione e di analisi, ma anche alla scoperta di un sé che è conosciuto e amato in Gesù Cristo e nel piano divino di salvezza… È anzitutto compito della Chiesa locale rendere partecipe ogni suo figlio e figlia dell’esperienza sistematica della lectio divina, per consentire loro l’accesso all’età adulta della fede, che si esprime nell’assumere la missione di tutta la comunità credente, secondo la propria particolare chiamata” (pp. 25. 28).

È importante la chiarezza sulla metodologia propria degli E. S., che se vissuti come li ha pensati S. Ignazio diventano, all’interno del cammino spirituale, un vero e proprio salto di qualità e, quindi, uno strumento privilegiato per arrivare alle decisioni serie della vita. Gli E. S. si possono descrivere come “dinamismo di una scelta significativa della vita, come processo che porta a una scelta autenticamente libera, perché purificata dai condizionamenti mondani e modellata sulle scelte fatte da Gesù” (CEL, Lettera cit., pag. 17).

 

 

Itinerario vocazionale per i giovani

Se guardo all’esperienza della Diocesi di Milano, la proposta degli E. S. ai giovani ha una lunga tradizione. Recentemente nel programma pastorale “Itinerari educativi” anche l’Arcivescovo Martini rivolgeva questo invito: “Chiedo a tutti i giovani di impegnarsi per almeno tre giorni completi di E. S., o per una settimana di Esercizi serali in Parrocchia”.

Gli E. S. come itinerario vocazionale specifico sono un elemento qualificante dei progetti del CDV, del Seminario, dell’Ufficio di pastorale giovanile, della Fies e dell’A. C. giovani.

Inoltre il CDV, in collaborazione con la Fies, nel marzo 1991 ha promosso un Convegno di studio dal titolo: “Tempi dello Spirito e discernimento vocazionale”.

Vorrei proporre due esperienze significative.

 

 

Esercizi spirituali vocazionali ai giovani

Per questi, negli ultimi anni si è impegnato l’Arcivescovo in prima persona. Dalla sua predicazione sono nate alcune pubblicazioni (É il Signore, Milano, 1990; Il sogno di Giacobbe, 1989; Essere nelle cose del Padre. Riflessioni sulla scelta vocazionale, 1991).

Nell’agosto 1991 l’Arcivescovo ha dettato un corso di E. S. a più di cento ragazze dai 18 ai 25 anni interessate a un serio cammino di discernimento vocazionale e di riflessione sulla vocazione di speciale consacrazione. Le meditazioni sono state raccolte nel volume “Essere nelle cose del Padre” e hanno avuto come punto di avvio la lectio su Luca 2,41-52, il ritrovamento di Gesù nel tempio. Non poteva dimenticare il Cardinale, gesuita, il riferimento al libro degli E. S. di S. Ignazio, il quale proprio a partire da quella pagina evangelica di Luca fa riflettere sulla scelta dello stato di vita (E. S. n. 135).

Tre giorni interi su pochi versetti di Vangelo; giornate dense di riflessione, di preghiera comune e personale nella contemplazione tutta orientata alla comprensione della volontà del Padre, della possibilità di ritrovare il senso della propria vita e la sua vera realizzazione come Gesù, “nelle cose del Padre”.

Alla luce di questo episodio della vita di Gesù il cristiano si sente descritto nella sua connotazione fondamentale, di uno la cui vita è ultimamente vocazione, adesione gioiosa e libera a un progetto che lo riguarda. La riflessione vocazionale verte, anzitutto, non sul che cosa fare nella vita, ma sul chi amerò per tutta la vita.

Nei giorni di E. S. il Cardinal Martini ha pure offerto alcune istruzioni fondamenti per il discernimento vocazionale: sulle scelte vocazionali, sulla verginità consacrata, sull’obbedienza nella vita consacrata.

 

 

Esercizi spirituali ai diciottenni

Sono nati nel 1979 dall’intuizione dell’allora delegato diocesano Fies, Padre Mario Chiodi dei Missionari di Rho, incoraggiato dal Card. Colombo (cfr. Lettera pastorale “La comunità cristiana”, 1978) e dal Card. Martini. Ora sono una delle proposte qualificanti del progetto pastorale giovanile per i 18/19 anni (cfr. Martini, Effatà, pp. 104 ss.). A 18 anni i giovani vivono con particolare drammaticità la scelta tra il lasciarsi attrarre da Cristo e l’attrarre tutto a se stessi.

Il diciottesimo anno di età, oltre che il passaggio alla maggiore età, rappresenta un momento di particolare importanza anche per le scelte di vita per il futuro. Un corso di E. S. a questo punto è utilissimo per ritrovare i valori portanti già conosciuti in precedenza (“le radici”), svilupparne i frutti e dare alla vita il senso di una missione.

Le grandi tappe attraverso cui condurre i giovani 18enni sono: la ricerca per incontrare il Signore; lo stupore per essere al centro di un disegno di amore; lo smarrimento nella constatazione delle proprie povertà; la decisione di seguire Gesù; l’apertura agli altri nella evangelizzazione e nella carità; la preghiera come tema dominante nel processo di discernimento (cfr. Alberto Villa in: in Dialogo 18enni, n. 4, 1986, p. 5).

 

 

Considerazioni conclusive

– Chiunque si impegna in una vita di preghiera, di sacramenti, di vita cristiana intensa, inevitabilmente è posto di fronte alla domanda: “Che cosa esige il Vangelo da me per essere praticato fino in fondo? È sufficiente una serie di pratiche o norme osservate con fedeltà o esige un ripensamento della vita?”.  Nasce così negli E. S. la riflessione sulla vita di Gesù: è nell’incontro con lui che si prendono quelle decisioni nodali e difficili dell’esistenza che si propone un giovane quando deve decidere su di sé.

– Negli E. S. è necessario far riflettere sulla volontà di Dio e la sua conoscenza; sulla realtà della vocazione e il suo discernimento. In “È il Signore” (pp. 67-75) Martini propone diversi livelli di riflessione: livello trascendentale: il riferimento a Dio; livello storico psicologico: la mia storia, le necessità storiche interne a me; il livello personale: i movimenti di disturbo e di appoggio; il livello misterioso dell’azione dello Spirito nell’opera di discernimento.

– Durante gli E. S. è necessario far maturare al giovane la consapevolezza di essere amato dal Signore e di poterlo amare; aiutarlo a dare un ordine alla propria vita; rispettare la gradualità del cammino; dare il metodo alla preghiera e avviare alla decisione della scelta.

– È importante curare il dopo-Esercizi aiutando i giovani a un cammino regolare in una comunità, a gestire le proprie scelte, riproponendo un tempo più lungo di preghiera nell’arco della settimana e del mese, coltivando il colloquio regolare di direzione spirituale.