La vita secondo lo Spirito
La vita cristiana è vita secondo lo Spirito Santo. Concordare su questa affermazione significa superare un certo modo diffuso di pensare la vita cristiana “come un complesso difatti, di verità, di gesti, che sta a noi assimilare con le nostre forze. La fede invece ci dice che non solo Gesù è il dono del Padre; dono del Padre è anche lo Spirito Santo, senza la cui presenza e guida interiore ci è impossibile assimilare personalmente quello che Gesù è per ciascuno di noi”[1].
Il “Maestro interiore” del cristiano è dunque lo Spirito Santo. Nella vita cristiana non si può, infatti, prescindere da Dio inteso come attore principale del processo educativo: “in questa azione educativa egli si mostra anzitutto Padre… s’impegna anche totalmente nella persona del Figlio… si dona infine nella persona dello Spirito Santo. Egli tocca immediatamente il cuore dell’uomo, lo dirige come ‘maestro interiore’”[2].
In questo senso fa ben sperare, per un’autentica educazione alla fede e alla vocazione nella comunità cristiana delle giovani generazioni, una diffusa e ritrovata consapevolezza dello Spirito Santo primo e insostituibile educatore – senza ovviamente scadere in riprovevoli e fuorvianti spiritualismi – in continuità con la grande tradizione spirituale cristiana.
Nell’introdurre questo numero di Vocazioni – tematizzato attorno a un argomento di grande attualità pastorale “vita spirituale, itinerari educativi e maturazione vocazionale delle giovani generazioni” – mi sembra opportuno richiamare a grandi linee il pensiero di Giovanni Paolo II che in merito emerge dai Messaggi per le Giornate Mondiali della Gioventù.
È ovviamente una lettura parziale e riduttiva riferirsi ai soli Messaggi per la Giornata della Gioventù, se si considera la ricchezza del Magistero del S. Padre a riguardo ed il forte richiamo a un’autentica “vita nello Spirito” che emerge come linea costante dal suo Magistero.
La scelta è dettata soprattutto da un’aderenza al “sentire” delle giovani generazioni, che i Messaggi presentano, e dalla consapevolezza che il presente contributo intende solo introdurre agli interventi significativi che seguono.
Le “domande” dei giovani
Il mondo in cui viviamo e in cui i giovani maturano una scelta di vita è scosso da varie crisi. Tra queste una che mette costantemente i giovani “in zona rischio” è la perdita del senso della vita.
“In una simile situazione molti giovani si pongono interrogativi fondamentali: Come devo vivere la mia vita per non perderla? Su quale fondamento devo costruire la mia vita perché sia una vita veramente felice? Che cosa devo fare per dare un senso alla mia vita? Come devo comportarmi in situazioni di vita spesso complesse e difficili: nella famiglia, nella scuola, nell’università, nel lavoro, nella cerchia degli amici?…”[3].
Non è difficile constatare come il neopaganesimo e il processo di secolarizzazione toccano un po’ tutti ma in particolare costituiscono una grande sfida al messaggio evangelico tra le giovani generazioni.
Malgrado ciò, proprio tra i giovani, “si nota una crescente nostalgia del sacro, dei valori autentici, della preghiera”[4].
È oggi anche vasta la problematica reale che tormenta gli ambienti giovanili: dalla caduta dei valori alla droga, dalla indifferenza religiosa al diffuso erotismo.
“Ma, al tempo stesso, è viva in ogni giovane una grande sete di Dio… Quanti giovani smarriti e insoddisfatti, sono andati a Czestochowa per dare un senso più profondo e decisivo alla propria vita! Quanti sono venuti da lontano – non solo geograficamente – pur non essendo battezzati. Sono certo che per la vita di molti giovani l’incontro a Czestochowa ha costituito una forma di ‘preparazione evangelica’; per alcuni ha addirittura segnato una svolta essenziale, un’occasione di autentica conversione”[5].
Le “risposte” ai giovani
Alle “domande” dei giovani il S. Padre risponde invitandoli a “porre come priorità assoluta i valori dello Spirito” e facendo loro la proposta di una “vita secondo lo Spirito” e indicando un “itinerario spirituale”.
Una “vita secondo lo Spirito”
“Avete ricevuto uno spirito da figli”. È stato il tema della sesta Giornata Mondiale della Gioventù, ma può essere considerato il filo conduttore di tutti i Messaggi.
“Avete ricevuto uno Spirito da figli. Sono parole che introducono nel mistero più profondo della vocazione cristiana: secondo il disegno divino siamo infatti chiamati a diventare figli di Dio in Cristo per mezzo dello Spirito Santo”[6].
I “figli di Dio” sono gli uomini rinati nel battesimo e fortificati nella cresima, proprio per il dono dello Spirito Santo[7].
Il S. Padre invita i giovani a vivere una vita nello Spirito ovvero la vocazione battesimale come vocazione alla santità.
“Vi ripeto, anche oggi…Giovani, non abbiate paura di essere santi … La santità è l’essenziale eredità dei figli di Dio”[8].
Su una risposta autentica alla comune vocazione cristiana alla santità matura la risposta alla vocazione personale. La riflessione del S. Padre coniuga costantemente vocazione cristiana alla santità e vocazione specifica personale: l’una è il naturale prolungamento dell’altra. Come dire – e la riflessione vale per i giovani ma anche per gli educatori alla fede – che un’autentica vita nello Spirito apre naturalmente alle vocazioni specifiche, a tutte le vocazioni che sono dono di Dio alla Chiesa: “la vita fiorisce nel dono di sé agli altri, secondo la vocazione di ciascuno: nel sacerdozio ministeriale, nella verginità consacrata, nel matrimonio”[9].
“La Chiesa ha anche bisogno di operai particolari, che la servano in maniera specifica, con radicalismo evangelico, consacrandole tutta la loro vita. Si tratta delle vocazioni sacerdotali e religiose come pure delle vocazioni dei laici consacrati nel mondo”[10].
Un “itinerario spirituale”
Per il cristiano la vita nello Spirito non è un disegno fatto a tavolino e tanto meno un progetto teorico su Dio. È piuttosto la forza dello Spirito Santo, immessa da Cristo crocifisso nel creato, che trova spazi disponibili nella vita dei battezzati per la forza della grazia battesimale.
L’itinerario spirituale non è altro che il divenire progressivo dello Spirito che prende forma nella vita della Chiesa e dei battezzati, che sono disponibili a lasciarsi fare dall’”Artefice del cuore umano”[11].
Il S. Padre propone costantemente ai Giovani l’itinerario sacramentale come itinerario spirituale privilegiato attraverso cui Dio ci comunica il Suo stesso Spirito.
La vocazione cristiana è sterile e le vocazioni specifiche non prendono forma nella vita del cristiano se non si alimentano della “vita nuova”, a partire dal Battesimo nella Penitenza e nell’Eucaristia.
Ed ecco l’itinerario spirituale, da cui nessuno può prescindere per un’autentica maturazione della fede, della vocazione cristiana e della vocazione personale: “Cristo realizza tutto ciò elargendo il suo spirito, datore di vita, nei sacramenti; in particolare nel Battesimo, sacramento che fa dell’esistenza ricevuta dai genitori, fragile e destinata alla morte, un cammino verso l’eternità; nel sacramento della Penitenza che rinnova continuamente la vita divina grazie al perdono dei peccati; nell’Eucaristia ‘pane di vita’ (cfr. Gv 6,27), che nutre i ‘viventi’ e rende saldi i loro passi nel pellegrinaggio terreno, così da consentir loro di dire con l’apostolo Paolo: non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)[12].
“Dovete vivere questa realtà del vostro Battesimo, approfondendo ogni giorno la vostra comunione col Signore mediante l’ascolto e l’ubbidienza alla sua parola, la partecipazione all’Eucaristia e al sacramento della Riconciliazione, e il colloquio personale con Lui nella preghiera”[13].
La stessa “Giornata” non deve essere compresa come fine a se stessa. Nella misura in cui viene messa in atto ai vari livelli una specifica preparazione spirituale, educa le comunità cristiane e i giovani stessi all’esperienza cristiana come disponibilità a percorrere un vero e proprio itinerario spirituale: “La Giornata Mondiale, come vedete, non è solo una festa, ma anche un serio impegno spirituale. Per poterne cogliere i frutti, è necessario un cammino di preparazione sotto la guida dei vostri Pastori nelle diocesi, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti e nelle comunità ecclesiali giovanili. In questo cammino spirituale vi potrà aiutare anche la mia Esortazione Apostolica”[14].
In questa ottica della Giornata come itinerario spirituale, il S. Padre sottolinea quelle che sono le caratteristiche di ogni autentico cammino spirituale, che trova la sua autenticità anche nel fatto che non è parallelo all’itinerario dell’anno liturgico – scuola permanente di fede per la comunità cristiana – ma anzi ad esso s’ispira e da esso si alimenta.
“Mettetevi in cammino! Che il vostro itinerario sia scandito dalla preghiera, dallo studio, dal dialogo, dal desiderio di conversione e di miglioramento. Camminate uniti partendo dalle vostre parrocchie e comunità cristiane, dalle vostre associazioni e movimenti apostolici. Sia il vostro un atteggiamento di accoglienza, di attesa, in sintonia con il periodo dell’Avvento che ora iniziamo”[15].
Gli stessi Messaggi intendono non giustapporsi al cammino di fede proprio di ogni chiesa particolare, che trova ordinariamente espressione nel piano pastorale diocesano, ma unire tutti i giovani del mondo in un ideale itinerario spirituale a respiro di Chiesa universale e “servire tale cammino che è soprattutto di fede, di conversione e ritorno all’essenziale della vita”[16] vissuto nella ferialità e continuità del cammino quotidiano.
In tale itinerario di comunione ecclesiale tra tutti i giovani del mondo “le Giornate e i Raduni mondiali della gioventù segnano provvidenziali momenti di sosta: servono ai giovani per interrogarsi sulle loro aspirazioni più intime, per approfondire il loro senso ecclesiale, per proclamare con crescente gioia ed audacia la comune fede in Cristo, morto e risorto. Sono momenti in cui molti di loro maturano scelte coraggiose ed illuminate, che possono contribuire ad orientare l’avvenire della storia sotto la guida, insieme forte e soave, dello Spirito Santo”[17].
Note
[1] C.M. Martini, Programmi Pastorali Diocesani 1980-1990, EDB 1990, p. 238.
[2] C.M. Martini, idem, p. 436.
[3] Giovanni Paolo II, Messaggio per la terza Giornata Mondiale della Gioventù, in “Il Papa e i giovani”, Libreria Editrice Vaticana 1992, p. 71.
[4] Giovanni Paolo II, Messaggio per la quarta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 82.
[5] Giovanni Paolo II, Messaggio per la settima Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 186.
[6] Giovanni Paolo II, Messaggio per la sesta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 146.
[7] Giovanni Paolo II, Messaggio per la sesta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 147.
[8] Giovanni Paolo II, Messaggio per la settima Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 148.
[9] Giovanni Paolo II, Messaggio per l’ottava giornata Mondiale della Gioventù, n. 5.
[10] Giovanni Paolo II, Messaggio per la quinta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 139.
[11] Giovanni Paolo II, Messaggio per l’ottava Giornata Mondiale della Gioventù, n. 1.
[12] Giovanni Paolo II, Messaggio per l’ottava Giornata Mondiale della Gioventù, n. 4.
[13] Giovanni Paolo II, Messaggio per la sesta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 38.
[14] Giovanni Paolo II, Messaggio per la quinta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 140.
[15] Giovanni Paolo II, Messaggio per la seconda Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 44-45.
[16] Giovanni Paolo II, Messaggio per la sesta Giornata Mondiale della Gioventù, idem, p. 151.
[17] Giovanni Paolo II, Messaggio per l’ottava Giornata Mondiale della Gioventù, n. 1.