30a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni
Il S. Padre Giovanni Paolo II ci affida quest’anno il 30° Messaggio per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebra Domenica 2 Maggio.
La “Giornata”, come noto, fu istituita da Paolo VI il 23 Gennaio 1964, ad appena sette mesi dalla sua elezione: un segno evidente della sua sensibilità pastorale per il destino dell’uomo, per la sua vocazione e le vocazioni nella Chiesa. Paolo VI siglò – durante il suo pontificato – ben quindici Messaggi per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Da Giovanni Paolo II parte, infatti, il sedicesimo Messaggio della serie, fino a quello di quest’anno, che segna il trentesimo annuncio alla Chiesa universale dell’essenzialità della preghiera per le vocazioni e dell’urgenza di un’evangelizzazione della vocazione e delle vocazioni nella comunità cristiana.
Aprendo questo numero di ‘Vocazioni’ – tematizzato sul tema di preghiera e catechesi “Ti ha dato tutto”, che intende annunciare quest’anno alla chiesa italiana il valore vocazionale dell’Amore totale di Dio per l’uomo, continuando una lettura vocazionale degli Orientamenti CEI per gli Anni ’90 “Evangelizzazione e Testimonianza della Carità” – mi sembra opportuno rileggere i quindici Messaggi che Giovanni Paolo II ha donato sino ad oggi alla Chiesa e nei quali è possibile ritrovare le linee di pastorale vocazionale che sono venute maturando in questi anni postconciliari.
Proprio nel suo primo Messaggio – in continuità con il pensiero di Paolo VI – Giovanni Paolo II lancia “quasi tre parole d’ordine” come Lui stesso le chiama, attorno alle quali si sono venuti sviluppando i contenuti e le proposte degli altri “Messaggi per la Giornata”.
“È la prima volta che il nuovo Papa si rivolge a voi in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: … mi rivolo a voi in questa sedicesima Giornata Mondiale per confidarvi alcune cose che mi stanno a cuore, quasi tre parole d’ordine: pregare – chiamare -rispondere”[1].
Mentre nei vari Messaggi ritornano e vengono approfonditi i motivi teologici ed ecclesiologici di fondo a riguardo della vocazione e delle vocazioni – “la vocazione è una chiamata alla vita”, “la vita del ‘Dio vivente’ donata a tutti gli uomini rigenerati nel battesimo e chiamati ad essere suoi figli”, “la chiesa è nata per vivere e per dare la vita”, “i ministeri ordinati dell’Episcopato, del Presbiterato, del Diaconato, sono per la vita; i doni o carismi della consacrazione religiosa, secolare, missionaria, sono per la vita”[2] … – attorno alle “tre quasi parole d’ordine” del primo Messaggio di Papa Giovanni Paolo II possono essere enucleati gli illuminanti orientamenti per la pastorale delle vocazioni che nei successivi Messaggi il S. Padre è venuto gradualmente affidando ai “Venerati Fratelli nell’Episcopato, ai Carissimi Figli e Figlie di tutto il mondo”.
Gli stessi destinatari dei Messaggi – oltre i Vescovi, i Presbiteri e le persone consacrate – si sono venuti man mano specificando alfine di responsabilizzare nella preghiera e nell’annuncio vocazionale tutti gli educatori nativi della comunità cristiana: in particolare i genitori, i catechisti, gli insegnanti, gli animatori di gruppi ecclesiali giovanili.
“Pregare”
La Chiesa Italiana proprio all’inizio di quest’anno – con il Convegno promosso dal Centro Nazionale Vocazioni sul tema “Perché pregare per le Vocazioni” – si è fermata a pregare ed ha convocato gli animatori vocazionali per una sosta ecclesiale, alfine di osservare alla luce della Parola di Dio il cammino fatto nell’accoglienza del comando di Gesù “Pregate il padrone della Messe…” E, soprattutto, con rinnovate energie muovere spediti passi in avanti.
In questi anni la proposta vocazionale alle giovani generazioni – sostenuta dalla preghiera di tutta la comunità cristiana – è passata proprio attraverso l’educazione alla preghiera. Le vocazioni giovanili, approdate ai seminari e noviziati, sono tutte passate in itinerari di preghiera che si sono rivelati veri e propri luoghi di maturazione vocazionale.
Il “comando” di Gesù, perché di un vero e proprio “comando” si tratta, “Pregate il padrone della Messe perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38), è il punto naturale sorgivo e di riferimento di tutta la pastorale vocazionale e delle diverse espressioni che la stanno caratterizzando in questi anni postconciliari.
I Messaggi del S. Padre, che stiamo esaminando, sono esemplari in proposito. Il richiamo a questo comando è la nota predominante e la modulazione di ogni Messaggio.
“Un invito a ciascuno di voi e alle vostre comunità: ‘pregate’. È il punto fondamentale su cui Gesù ha insistito… Preghiamo per i pastori e per i loro collaboratori…, preghiamo per i giovani, preghiamo per le famiglie…, preghiamo perché tutti i sacerdoti e i religiosi siano di esempio…”[3].
“Davanti al fenomeno del diminuito numero di coloro che si consacrano al sacerdozio e alla vita religiosa non possiamo restare passivi senza fare nulla di quanto è nelle nostre possibilità. Anzitutto possiamo fare molto con la preghiera. E lo stesso Signore lo raccomanda: Pregate. ..”[4].
Educativo per tutta la comunità cristiana lo spirito della preghiera per le vocazioni – “la nostra comune preghiera, ampia come il mondo, forte come la nostra fede, perseverante come la carità” – e l’indicazione delle varie forme di preghiera vocazionale: “lodiamo il Signore che ha arricchito la sua Chiesa con il dono del Sacerdozio e con le molteplici forme di vita consacrata…; rendiamo grazie al Signore, che continua a dispensare le sue chiamate…; chiediamo perdono al Signore per le nostre debolezze e infedeltà, che forse scoraggiano altre persone nel rispondere alle sue chiamate…; domandiamo con fervore al Signore, che conceda ai pastori di anime, ai religiosi e alle religiose, ai missionari e alle altre persone consacrate i doni della speranza, del consiglio, della prudenza nel chiamare altri al servizio totale di Dio e della Chiesa..”[5].
Senza sosta anche l’invito e il coinvolgimento nella preghiera vocazionale richiesto specificamente alla comunità parrocchiale, cui il S. Padre ha dedicato un intero Messaggio, che può essere riassunto in questi specifici appelli che tracciano un autentico volto della comunità cristiana perché sia mediatrice del “Vangelo della vocazione”: “Siate una comunità viva… siate una comunità orante… siate una comunità che chiama… siate una comunità missionaria…”[6].
Possiamo riassumere infine in queste espressioni del S. Padre lo stretto e indiscutibile rapporto che intercorre tra preghiera e pastorale vocazionale: “Senza preghiera specifica, abituale, insistente, fiduciosa, non può esistere vera pastorale delle vocazioni. Questa preghiera deve lasciare trasparire la propria disponibilità interiore a collaborare in modo operativo alla promozione delle vocazioni; deve chiedere tutto ciò che è necessario non solo per il sorgere delle vocazioni, ma anche per la perseveranza dei chiamati, per la loro santificazione, per la fecondità della missione”[7].
In questo contesto è opportuno ricordare un’iniziativa di preghiera per le vocazioni – che mira a coinvolgere tutti i membri della comunità cristiana in una preghiera personale per le vocazioni – nata proprio da una espressione del S. Padre nel Messaggio per la XVI Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: “La nostra preghiera si diffonda e continui nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, nei cuori credenti, come in un monastero invisibile”[8].
Diversi Centri Diocesani Vocazioni, consapevoli che la preghiera è il valore primario nell’animazione vocazionale, hanno tradotto il suddetto invito del S. Padre a diffondere la preghiera vocazionale “come in un monastero invisibile”, proponendo attraverso una specifica “pagellina d’iscrizione” diffusa nelle parrocchie, un’ora di preghiera mensile per le vocazioni aderendo appunto all’iniziativa “monastero invisibile”, dando voce e qualità ad un’iniziativa da sempre diffusa nella comunità cristiana della preghiera personale per le vocazioni.
“Chiamare”
Un dato è ormai patrimonio acquisito nella pastorale delle vocazioni: fare proposte vocazionali ai giovani significa indicare e offrire loro un “cammino spirituale” ovvero un cammino di fede in chiave vocazionale.
È anche sempre più acquisita la consapevolezza che un “itinerario di fede vocazionale” si concretizza nella condivisione di un graduale cammino di fede comunitario e nell’accompagnamento individuale personalizzato in una sapiente opera di discernimento e direzione spirituale. La seconda “parola d’ordine”del S. Padre – “chiamare” – assume proprio tale connotazione.
“Chiamare” si esplicita anzitutto in “Evangelizzare”: “ho voluto richiamare questi pensieri per rivolgervi un caloroso invito ‘evangelizzate’ sempre di più e sempre meglio il popolo di Dio, particolarmente le famiglie e i giovani, intorno a queste verità sante che riguardano il sacerdozio, le missioni, la vita consacrata”[9].
I piani pastorali delle chiese locali – nella misura in cui sono segnati dalla dimensione vocazionale e nella misura in cui i programmi diocesani annuali sono scanditi da progetti di pastorale vocazionale (proposte di spiritualità, formazione degli animatori vocazionali, espressioni di servizio alle comunità parrocchiali ecc.) – realizzano il “chiamate” e l’ “evangelizzate” che ritorna continuamente nei Messaggi del S. Padre: “Gli ammirevoli programmi pastorali delle singole chiese, le Opere delle vocazioni che, secondo il Concilio, devono disporre e promuovere tutta l’attività pastorale per le vocazioni, aprono la strada, preparano il buon terreno alla grazia del Signore”[10].
È quanto mai prezioso e fecondo il rapporto tra pastorale vocazionale e pastorale giovanile. Una collaborazione sempre viva nella storia della pastorale vocazionale, ma che oggi diventa più che mai indilazionabile, pena anche una certa sterilità della pastorale giovanile stessa: “la pastorale giovanile sia esplicitamente vocazionale”[11].
Altro aspetto dell’annuncio del “Vangelo della vocazione” – ovvero del “chiamate”, “evangelizzate”- si concretizza nella convergenza educativa di tutti gli educatori alla fede che hanno cura della formazione delle giovani generazioni nella comunità cristiana, in particolare della famiglia: “anche le famiglie e gli altri educatori hanno i propri doni di grazia e le conseguenti responsabilità”[12].
Strada privilegiata per “chiamare” – come volle fare il Signore Gesù – resta l’incontro, il dialogo e la testimonianza personale.
È significativo ed emblematico, tra gli altri, questo passo del S. Padre: “Dio chiama chi vuole con libera iniziativa del suo amore. Ma vuole chiamare mediante le nostre persone”[13].
È anche interessante lo spirito e il principio pedagogico, per certi aspetti originale e specifico dei cristiani, che di fatto mette in movimento la chiamata attraverso i “testimoni di vocazione” ai vari livelli della comunità cristiana e che garantisce per certi aspetti la risposta: “la vita genera vita”[14].
La “chiamata” passa infine attraverso i giovani stessi. È noto come quello che può sembrare uno slogan – “Giovani per i giovani” – è invece una naturale strada dell’annuncio e proposta vocazionale. Il S. Padre rivolge ai giovani questo invito: “Siate testimoni di Cristo di fronte ai vostri coetanei”. Ed ai giovani seminaristi e consacrati: “Anche voi… potete essere per altri giovani una chiara proposta di vocazione…, siate fra i vostri coetanei i primi animatori di vocazioni”[15].
“Rispondere”
È il momento più delicato e decisivo della pastorale delle vocazioni. Sappiamo bene come, in particolare oggi, sono tante le variabili che possono condizionare la maturazione vocazionale delle giovani generazioni e la decisione ultima.
Quanto il S. Padre afferma nel Messaggio per la Giornata di quest’anno ci aiuta a fare il punto sulla situazione, quando invita tutti gli educatori cui sta a cuore il futuro delle giovani generazioni – al di là ed oltre una specifica pastorale delle vocazioni – a promuovere “una cultura vocazionale”.
“Desidero anzitutto attirare l’attenzione sull’urgenza di coltivare quelli che possiamo chiamare ‘atteggiamenti vocazionali di fondo’, i quali danno vita ad un’autentica ‘cultura vocazionale’. Tali elementi sono: la formazione delle coscienze, la sensibilità ai valori spirituali e morali, la promozione e la difesa degli ideali della fratellanza umana, della sacralità della vita, della solidarietà sociale e dell’ordine civile. Si tratta di una cultura che permetta all’uomo moderno di ritrovare se stesso, riappropriandosi dei valori superiori d’amore, d’amicizia, di preghiera e di contemplazione. È molto diffusa oggi una cultura che induce i giovani ad accontentarsi di progetti modesti che sono molto al di sotto delle loro possibilità. Ma tutti sappiamo che, in realtà, nel loro cuore c’è un’inquietudine ed un’insoddisfazione di fronte a conquiste effimere; c’è in loro il desiderio di crescere nella verità, nella autenticità e nella bontà; c’è l’attesa di una voce che li chiami per nome”[16].
Il S. Padre – già nel suo ordinario ministero pastorale – non manca occasione per rivolgere personalmente ai giovani la proposta vocazionale e per invitarli ad essere generosi nella risposta. Tutti i suoi Messaggi per la Giornata di Preghiera per le Vocazioni sono un’altra documentazione viva di quest’attenzione del S. Padre verso le giovani generazioni, con lo specifico invito a “riflettere” e “pregare” per la propria vocazione.
“Giovani…, donate con gioia, senza paura, la vostra vita a lui, che per primo ha dato la sua vita per voi”[17]. “Carissimi giovani, in questa occasione, vorrei rivolgere a voi un invito del tutto particolare: ‘riflettete’. Capite che vi sto parlando di cose molto grandi. Si tratta di consacrare tutta la vita al servizio di Dio e della Chiesa”[18]. “È ovvio che pregare per le vocazioni non vuol dire occuparsi unicamente della vocazione degli altri. Per tutti, ma particolarmente per voi ragazzi, ragazze, giovani e meno giovani, significa coinvolgere direttamente le vostre persone…”[19].
Mi sembrano significativi i seguenti orientamenti affidati alla comunità cristiana, e specificamente alle giovani generazioni, aderendo ai quali i giovani possono maturare la loro risposta personale. Tutto ciò è anche una meravigliosa sintesi, per gli educatori alla fede e alla vocazione, del cammino meraviglioso e impegnativo della pastorale delle vocazioni.
“Le vocazioni di speciale consacrazione sono un’esplicitazione della vocazione battesimale: esse si alimentano, crescono e si irrobustiscono mediante la seria e costante cura della vita divina ricevuta nel battesimo e, usufruendo di tutti quei mezzi che favoriscono il pieno sviluppo della vita interiore, conducono a scelte di vita completamente dedite alla Gloria di Dio e al servizio dei fratelli. Essi sono l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione ai sacramenti soprattutto quello dell’Eucaristia, il sacramento della penitenza, la preghiera personale, l’amore filiale alla Vergine Santa e, infine, l’impegno ascetico…”[20].
“Rispondere” in definitiva è, per i giovani, mettersi in cammino. Ed ecco gli itinerari vocazionali raccomandati ai giovani dal S. Padre, ove di fatto può maturare la loro risposta alla chiamata del Signore: l’itinerario della Parola pregata: “apritevi alla Preghiera e alla Parola che nutre la fede”; l’itinerario sacramentale: “imparate a realizzare una sintesi costruttiva tra fede e vita”; l’itinerario di servizio: “Addestratevi all’esercizio della carità; collaborate alle iniziative di servizio, specie in favore degli ultimi” l’itinerario di testimonianza: “Siate testimoni di Cristo di fronte ai vostri coetanei”.
Questi “itinerari di fede” di fatto devono trovare una sintesi armonica nella proposta educativa della comunità cristiana e nella vita dei giovani, come ancora sottolinea il S. Padre: “in questo modo darete vigore alla vostra vita di credenti, sicuri d’impegnarvi per una causa grande, e potrete avvertire meglio la voce dello Spirito. E se questa voce vi chiama ad un amore più alto e generoso, non abbiate timore”[21].
Note
[1] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVI Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni (GMPV), 29 Aprile 1979.
[2] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX GMPV, 2 Maggio 1982.
[3] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVII GMPV, 27 Aprile 1980.
[4] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXIV GMPV, 10 Maggio 1987.
[5] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII GMPV, 10 Maggio 1981.
[6] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXIII GMPV, 20 Aprile 1986.
[7] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXV GMPV, 24 Aprile 1988.
[8] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVI GMPV, 29 Aprile 1979.
[9] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVII GMPV, 2 Marzo 1980.
[10] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVI GMPV, 29 Aprile 1979.
[11] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXX GMPV, 2 Maggio 1993.
[12] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII GMPV, 10 Maggio 1981.
[13] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XX GMPV, 24 Aprile 1983.
[14] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX GMPV, 2 Maggio 1982.
[15] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXVI GMPV, 16 Aprile 1989.
[16] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXX GMPV, 2 Maggio 1993.
[17] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVI GMPV, 29 Aprile 1979.
[18] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVII GMPV, 2 Marzo 1980.
[19] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXI GMPV, 13 Maggio 1984.
[20] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXVII GMPV, 6 Maggio 1990.
[21] Giovanni Paolo II, Messaggio per la XXVI GMPV, 16 Aprile 1989.