La comunità dei consacrati: segno di gratuità
Che cosa colpisce i giovani nella comunità di consacrati? Tante cose. Anche la loro realtà e il conseguente messaggio di gratuità. L’amore gratuito da cui nasce e di cui vive, con il quale opera. Il dono gratuito di sé, totale e permanente, a Dio, alla Chiesa, al Mondo, della intera vita, di quello che si ha, che si sa, che si può, che si è, che si fa. Ma chi te lo fa fare? Ma perché sei qui? Ti ammiro… anche se non ti seguo. Oppure: ti ammiro, ti capisco, “dove abiti”?
La comunità: primo luogo dei segni
La comunità concreta e vivente dei consacrati in genere, e in particolare di una precisa forma di vita spirituale e fraterna e di azione apostolica, per tutti e specialmente per i giovani, è il primo luogo di incontro dei segni vocazionali che sono fattori, motivi e criteri di prima esperienza, esplorazione, ipotesi, opzione, formazione e crescita, perseveranza. Segni vocazionali validi e efficaci per la forza di modello ed esempio che offre occasione di visione e invito alla imitazione di forme. Di testimonianza che guida alla comprensione plastica dei valori e dei motivi che portano ad assumere e vivere la consacrazione e la missione. Di annuncio che è risposta alle domande esplicite di chi cerca significati e valori e impegni per la vita. Di proposta alle domande profonde che da sole non emergono, ma che appunto i segni offerti chiari e forti fanno sbocciare e crescere. Globalmente sono i segni dell’amore. E ancora i segni della gratuità dell’amore consacrante di Dio e dell’amore consacrato di chi risponde disponibile.
Comunità dei consacrati e gratuità
La comunità dei consacrati crede, dice e vive il fatto che essa è per essenza, per sua natura umana e cristiana, valore e realtà di gratuità di amore e scambio. Essa sa di nascere dalla chiamata gratuita di Dio che in un mistero intimo elegge e prepara una storia di grazie, di rivelazione e di attuazione. Ha coscienza di essere risposta gratuita a Dio, perché, anche se si affiancano altri motivi, essi vengono dopo, devono essere meno forti, devono lasciarsi a loro volta animare da un amore gratuito che è sufficiente per sé, che riempie e qualifica. Inizia e sviluppa una vita di convivenza, di presenza intima e confidente dialogica tra l’anima e Dio che si consuma in sé, anche se si prolunga in confidenze molteplici e concrete dove il Signore mostra, affida e chiede missioni e azioni apostoliche gratuite per il Regno, per la verità, per la carità, per la giustizia. La comunità dei consacrati si costruisce con la gratuità della adesione dei suoi membri.
La lettura dei segni la fanno i consacrati e i loro osservatori nella meditazione di quelle realtà che sono valori che animano la vita. Nella Trinità l’amore è necessario e gratuito come la essenza di Dio. L’amore creatore del Padre è gratuito: ha amato per primo, prima che le cose fossero per meritare qualcosa, prima che gli uomini peccatori fossero figli (cfr. 1 Gv 4,19; Rm 5,8-10).
Gesù è il dono gratuito del Padre. La sua vita è stata gratuità. Formò i primi discepoli alla gratuità. Paolo ne sottolinea l’esempio. La storia della VC è storia, spiritualità e vita, di gratuità: Vergini, Eremiti, Monaci, Mendicanti, Ospedalieri, Congregazioni per la carità, per i giovani e l’educazione, per gli orfani e poveri, per missioni difficili, Contemplativi, Istituti Secolari, Consacrazioni personali…
La gratuità si fa segno
La comunità dei consacrati è chiamata e mandata a vivere nella gratuità a operare nella e con gratuità, seguendo la legge della gratuità. Certamente nel mondo costituisce un fatto e una testimonianza di controcultura. Proprio per questo è controsfida vincente, perché parla alle profondità degli spiriti, là dove la vita emerge come Dio l’ha creata, sorgente, estatica, pulita, oblativa, creatrice, cioè appunto gratuita.
Dalla conquista personale e comunitaria interna della gratuità è necessario e intenzionale il passaggio alla testimonianza e alla proposta di gratuità offrendo segni leggibili della gratuità. Atteggiamenti, forme di vita, volti, parole, modi di presenza e azione, rapporti espressivi di gratuità: attenzione, comprensione, amore, interessamento, dono del tempo, di beni e servizi, di ambienti interni e ospitali, criteri di priorità di scelta di campi e modi di presenza a servizio, una cultura e una esperienza che traducono e commentano un vangelo di gratuità, fatte veri doni di Dio… Dando una immagine aperta, centrifuga, gratuita delle comunità dei consacrati. Anche quando sembra che molte prestazioni della comunità e dei singoli siano “pagate”, contengono sempre tempi e margini e sfere di gratuità, di lavoro libero, disponibile, aperti all’imprevisto della domanda e dell’amore.
Regole di vita, regolamenti, programmi e governi lascino sempre che i consacrati possano essere eleganti, generosi, gratuiti, liberi di amare… La intera comunità osservante e regolare, programmata, ubbidiente, permetta e forse stimoli aperture, presenze, aggiunte gratuite di tutti, di alcuni, di chi vuole, appoggiandoli, aiutandoli, comprendendoli. (Ogni comunità che si rispetti ha i suoi pazzerelli della carità, del lavoro gratuito). Ubbidienza più gratuità (che lascia fare), verso la ubbidienza della gratuità (che comanda di fare). Nascono margini per la gratuità personale e comunitaria, viene fuori il meglio di sé, umano e cristiano, consacrato.
Gratuità effusiva e diffusiva
La comunità dei consacrati è voluta dal Signore per farsi proposta e chiamata di gratuità, alla gratuità. Perciò è “chiamata” ad educare alla gratuità, se vi sa educare. Attorno a un Fondatore, a un Istituto, vi è quasi sempre una Famiglia spirituale aperta e vasta, dove non deve mancare, ma dove deve essere estesa la gratuità: i cooperatori. Accanto alla gratuità dei consacrati vi è l’alone del volontariato che potenzia il carisma interno con collaborazioni gratuite esterne. Specialmente i giovani che hanno tempo e voglia, danno una mano… gratis, quando e quanto possono. Può essere il lancio di un ponte di proposta e invito all’entrata definitiva nella pienezza della gratuità.
Quando le comunità non sono segno
Quando queste cose non avvengono o avvengono poco, si può giungere alla decadenza interna e alla controtestimonianza esterna. La crisi delle vocazioni trova tra le prime cause la mancanza o la debolezza di gratuità nel programma, nella proposta, nelle previsioni, magari la visibilità di segni personali o comunitari di grettezza.
Oggi purtroppo c’è poca realtà e poca testimonianza ai giovani di vera, larga, libera e forte gratuità. Nella società, nella cultura generale e giovanile, nella educazione contemporanea. Nella preparazione e azione educativa di famiglia, scuola, comunicazione. Nella testimonianza degli stessi consacrati.
Nelle grandi opere apostoliche dei consacrati tutto è programmato, regolato, comandato, controllato. Pesano troppo le esigenze di soddisfazione, sicurezza, comodità propria, personali o di comunità, da garantire e assolvere per prime. Resta ben poco tempo, denaro, spazio, cuore, amore, libertà spirituale e psicologica, azione per la gratuità. Purtroppo anche recenti incontri solenni di alto livello si sono limitati a parlarsi addosso definendo e ridefinendo grandezze e necessità e ascoltando consolazioni e promesse di rinascite, piuttosto che indagare fatti, cause e ricuperi per diffuso calo dei segni testimonianti la radicalità e la gratuità delle forme evangeliche.
Tutto si paga. Dentro con la caduta nella mediocrità borghese, fuori con la perdita di credibilità, specialmente presso il popolo, presso i giovani, di forza di attrazione. I giovani, forse i migliori, pensano che spesso c’è molta più possibilità di gratuità evangelica fuori, che nei noviziati, nei seminari, nelle comunità, nella vita consacrata. E non si fidano a entrare. O vi denunciano il calo di contatti, di esperienze, di libertà crescente. Hanno l’impressione di essere impegnati come forze giovani per progetti vecchi, dove la gratuità è molto incrostata o limitata. Dove non è così, i frutti sono immediati e anche duraturi.
Ricupero o miglioramento dei segni della gratuità
Che cosa significa per una comunità di consacrati convertirsi alla gratuità, vivere e annunciare la gratuità, accompagnare la nascita e la crescita dei suoi membri nella gratuità?
La nostra gratuità viene dalla esperienza della gratuità creante e motivante di Dio. Da Cristo Dio-Uomo gratuito, gratuità di Dio agli uomini, Uomo per gli altri (Bonhoeffer), venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita per il riscatto di molti (cfr. Mt 20,28). Visse e predicò la fraternità e la solidarietà ad ogni costo. Non piacque a se stesso. Chiamò alla sua sequela, imitante e proseguente, prosecutori della sua gratuità. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
La gratuità è conseguenza di ricchezza interiore, spirituale. Della maturità non dell’avere, non del solo essere, ma del dare… con gratuità, per gratuità. La via è la perfetta carità, la perfezione della carità. Umiltà è gratuità. La gratuità è massima libertà.
La via alla gratuità per i consacrati è nei consigli evangelici. In un circolo di Povertà e gratuità: il povero è generoso, totalmente a servizio, senza chiedere prezzo. Di Verginità-Celibato e gratuità: l’amore è gratuito, generoso, totale, universale, assoluto; la gratuità è la massima libertà di amare, senza chiedere ricambio, volere bene e il bene a Dio, al prossimo, a se stessi. Di Ubbidienza e gratuità: ubbidienza gratuita all’amore, senza chiedere spazi per sé.
Altra legge di gratuità sono le beatitudini. La misura dell’amore è la gratuità, perché l’amore è senza misura preconcetta, ma esce secondo il bisogno, la possibilità, la domanda, come risposta-proposta d’amore. Il modo di essere in pienezza in sé e per sé, è l’essere con e per l’altro nel dono gratuito…
Il segno della gratuità deve essere comunitario, non solo individuale. Comunità di comunione, circolo e corpo di dono, di comunicazione, condivisione. In una vera comunità tutti servono tutti, ma nessuno è servo di nessuno. È gratuito sia il dare che il ricevere.
Gratuità è insieme vuoto di sé, spogliazione di sé, povertà di sé e pienezza di sé, ricchezza di sé, legame e scambio. La gratuità di comunità passa attraverso la povertà di comunità, la conversione di comunità, il servizio di comunità. Può morire per l’altro solo chi è già morto per sé, ma anche già risorto in un’altra vita che corona la propria morte. Si dà la vita per gli altri se si ha la vita e in abbondanza e se ha senso e valore darla fino a morire tutto o in parte per l’altro. La gratuità è dei martiri capaci di sacrificio, dei generosi capaci di largheggiare in doni senza ricambio, a chi poco e nulla merita e corrisponde. La generosità è via buona per la gratuità. Se non sei gratuito, sii almeno generoso. Chi perde la sua vita la conserva.
Vincere i nemici della gratuità
La mancanza di amore. La grettezza di mente e cuore, fantasia e coraggio. Amare per dovere, invece di dovere, volere e fare perché si ama, quello che si ama. La mania di sicurezza. La nevrosi di insicurezza. Perciò la esagerazione della proprietà difesa. La mancanza di solidarietà. La falsa estraneità al mondo.
Far pagare l’amore. Le discriminazioni, le antipatie, le nevrosi, le angosce, gli esibizionismi. La necessità che il proprio amore sia reciproco, ricambiato (cosa ordinaria, non totalmente errata, ma pericolosa se eccessiva e condizionante). Generalmente la reciprocità e lo scambio avvengono solo se qualcuno ha amato per primo in modo gratuito. Invece di ridurre l’altro in stato di oggetto utilizzato per sé.
L’incompiutezza e pericolosità equivoca dell’amore oblativo (consumato), mentre la pienezza dell’amore (anche donato) è generatore di altra vita, comunicatore di vita, creatore di vita, concreatore di vita. La legge della mia prospettiva invece che il bisogno dell’altro. Gli idoli americani acritici dell’avere (materialista) e dell’essere (egocentrico) devono aggiungere la maturità del dare (amore gratuito).
Amare per secondo e amare solo se amati prima o riamati poi.
Concludendo
L’amore gratuito non è un amore senza sorgente, senza cause, senza frutti, senza pienezza e felicità. Ha tutto questo, ma in un modo un po’ difficile da capire e vivere. Amare gratis è già un premio, un valore, un motivo, un risultato, ma solo per chi amare è già tutto, per chi è connaturato all’amore e all’amare. Non si può più far diversamente. Dio per essenza, noi per grazia e conquista o progresso o professione consacrata. Amare è vita, perciò valore in sé e per sé, senza aggiunte. L’amore è gratuito perché vale già esprimerlo e viverlo. Sgorga direttamente da un bisogno interno, così connaturale che è già totale. Anche un po’ di amore meno perfetto e meno alto può coesistere nelle comunità di consacrati. Ma sulla base dominante di questo essenziale, fondamentale e assoluto amore di Gratuità.