L’amore coniugale: sorgente di gratuità
Il tema che ci è stato proposto potrebbe evocare una risposta banale, tanto è evidente come l’amore della coppia rappresenti la fonte di ogni esperienza di amore per i figli. Al contrario, l’argomento ci è sembrato complesso e ci ha stimolato ad interrogarci, e ci ha indotto ad affrontarlo per gradi, partendo da lontano, ovvero da Dio stesso che è la fonte di ogni gratuità.
Gratuità di Dio, gratuità dell’uomo
Chi conosce Dio, chi può comprenderlo fino in fondo, chi può definirlo, chi può “dargli un nome”? Dio è il totalmente-Altro, il Mistero che travalica del tutto l’esperienza dell’uomo. Così l’uomo, per tentare di comprendere qualcosa di Lui, deve cercare di applicargli le proprie categorie conoscitive, tentando poi di assolutizzarle. Così Dio può essere intuito dall’uomo se diventa il Bene, la Giustizia, la Misericordia, l’Amore gratuito, la Comunione. Ma per quanto l’uomo si sforzi di vivere questi valori con impegno di autenticità, egli si troverà sempre a scontrarsi con i propri limiti, la propria finitezza, la propria creaturalità, la condizione di chi non può trovare in se stesso le ragioni del proprio essere. Così l’uomo non riuscirà mai ad essere completamente giusto e nel contempo completamente misericordioso, non riuscirà mai a nutrire un amore totalmente gratuito senza avvertire la necessità di una reciprocità, non potrà tollerare di darsi agli altri senza che ciò susciti una comunione.
La legge dell’incarnazione
Si è detto che Dio è il Mistero, l’Inconoscibile; eppure Egli ha scelto di svelarsi all’uomo, di fargli conoscere il proprio progetto su di lui. Come farlo? Nell’unico modo che l’uomo avrebbe potuto comprendere, e cioè incarnandosi nella Storia. Ciò è avvenuto con Gesù di Nazaret – con il quale il Progetto di Dio si è fatto uomo ed ha abitato in mezzo a noi – ma continua ad avvenire ancora nella storia dell’uomo ogni volta che qualcuno vive la propria vita con tale fedeltà al Progetto di Dio da renderlo manifesto ad altri uomini.
Siamo quello che gli altri ci donano: l’uomo può riuscire ad amare solo se è stato amato, ad esprimere misericordia solo se l’ha ricevuta, ad essere giusto solo se ha ottenuto giustizia, a comprendere qualcosa della natura di Dio soltanto se ne vede il Progetto incarnato da altri uomini; diveniamo ciò a cui siamo stati chiamati soltanto se altri ci indicano il cammino, vivendo e testimoniando quei valori che ci rimandano alla Fonte di ogni valore. Questa è quella che alcuni teologi chiamano la legge dell’incarnazione.
I figli, frutto dell’amore della coppia
Siamo ciò che gli altri ci donano, si è detto. Questa affermazione vale in modo del tutto particolare per il rapporto tra figli e genitori. La coppia non si limita a generare i figli, a dar loro la vita, ma ha il compito fondamentale di incarnare per loro i valori, di offrir loro una testimonianza vitale.
Quando il bambino nasce, egli è completamente concentrato su se stesso, non ha neppure la percezione dell’esistenza di un mondo esterno. Solo successivamente il bambino – prima – e l’adolescente – poi – intraprende il lungo cammino di maturazione sulla via dell’alterità: impara progressivamente a prendere atto dell’esistenza di un altro-da-sé, ad accettare l’altro, a rispettarlo, a viverlo come un dono che può offrirgli ciò che gli manca, fino a cogliere l’esistenza di un totalmente-Altro.
Mentre la maturazione fisica dell’uomo è un processo che si sviluppa spontaneamente, regolato dal nostro “orologio biologico”, la maturazione psicologica è un cammino ancor più delicato e difficile, che risente in modo determinante dell’apporto di chi ci circonda, e in particolare dei nostri genitori. Diveniamo psicologicamente adulti nella misura in cui ci apriamo all’alterità e alla gratuità, ma potremo percorrere questo cammino di maturazione solo se faremo esperienza di rispetto dell’alterità e di amore gratuito. I figli non sono soltanto il frutto dell’amore della coppia, essi diventano il frutto dell’amore dei loro genitori. E la coppia riesce ad essere sacramento, cioè segno efficace dell’Amore trascendente di Dio, proprio se riesce ad irradiare questo amore che la nutre – che ha ricevuto, di cui non è origine – ai figli, a tutti quelli che le si accostano, per i quali è riuscita a realizzare una famiglia aperta.
Riconoscere l’albero dai suoi frutti
Riconoscerete l’albero dai suoi frutti. Come si è detto, Dio ha deciso di svelarsi a noi incarnandosi, e noi possiamo percepire qualcosa della sua natura vedendo altri uomini incarnare dei valori che ci rimandano ad un Assoluto.
Così i figli possono percepire la Gratuità di Dio se fanno esperienza di un amore gratuito nella vita di coppia dei loro genitori e nel clima d’amore che anima la famiglia. Ma, si è detto, l’uomo è creatura: riesce a riflettere qualcosa di Dio, ma può farlo solo attraverso uno specchio molto opaco. È per questo che l’uomo e la donna – tra loro – nell’ambito della coppia, e – insieme – nei confronti dei loro figli, trovano difficoltà a realizzare un amore pienamente gratuito. L’essere umano ha bisogno di alimentare il proprio amore attraverso dei momenti di reciprocità che lo aiutano a costruire una salda comunione. Così i figli fanno esperienza di un amore vero, non egoistico, ma la loro esperienza è che un amore pieno – che si propone di essere totalmente gratuito – ha bisogno di essere alimentato da reciprocità, rispetto dell’alterità, valorizzazione della diversità e del dono specifico di ognuno, per giungere ad essere fonte di comunione. È la comunione il frutto attraverso il quale l’uomo riesce a riconoscere l’albero dell’amore gratuito. Il ragazzo che ha sperimentato la comunione nella vita della sua famiglia ha appreso a conoscere qualcosa di Dio.
Dalla comunione della famiglia alla comunione della chiesa
La comunità ecclesiale sperimenta da qualche tempo una carenza di nuove vocazioni e s’interroga – giustamente – sulla capacità dei giovani di oggi di esprimere un amore gratuito, e sulle responsabilità della famiglia nel saper essere scuola di amore gratuito.
La nostra esperienza di genitori e di coppia impegnata da circa vent’anni in un Movimento di spiritualità coniugale, ci ha insegnato quanto sia fondamentale che la coppia sia consapevole di vivere un amore-sacramento che è un riflesso dell’amore di Dio, ci ha dimostrato che la vita di coppia permette di fare un’esperienza “mistica” (pienamente vissuta quanto inesprimibile) di Dio attraverso l’esperienza di amore gratuito, di misericordia, di perdono, di accoglienza, di comunione che è propria della vita di coppia, secondo le parole di Osea: “ti farò mia sposa per sempre… e tu conoscerai Dio”. In altre parole, la coppia progetta di vivere e di testimoniare un amore gratuito. Tuttavia, la nostra esperienza di genitori ci ha anche fatto toccare con mano che i figli adolescenti sono estremamente esigenti e rigorosi nel pretendere che i valori intuiti siano poi vissuti con coerenza in famiglia – ed è così che i genitori imparano ad essere allievi dei propri figli – e nella comunità più allargata che li accoglie.
In quale Chiesa?
I giovani di oggi, esigenti con se stessi come sono, dimostrano di essere pronti a tentare un’avventura di servizio, di dedizione all’altro, di amore gratuito ma, esigenti con gli altri quanto lo sono con se stessi, vogliono impegnarsi in una comunità che testimoni loro di vivere realmente la comunione. Così i giovani di oggi vogliono vivere in una comunità ecclesiale sempre più incarnata, sempre più al servizio dell’uomo e della sua ricerca, sempre più ecumenica, universale, aperta al dialogo, sempre più attenta ad accogliere i doni di ognuno e, quindi, a rispettare la dignità della donna e a valorizzarne pienamente il contributo, sempre più decisa ad interrogarsi su di sé, sempre più risoluta a porre la collegialità a norma dei propri rapporti e la comunione a loro fine, sempre più povera ed al servizio dei poveri, sempre più lontana dal potere e fedele alla Parola di Chi l’ha suscitata.
Quali conclusioni?
In conclusione, crediamo che l’amore di coppia, in equilibrio tra gratuità piena e reciprocità, fonte originaria di comunione, sia uno strumento privilegiato di incarnazione del progetto di Dio, una testimonianza eretta a sacramento dell’esistenza di un Amore gratuito che è la ragione e l’origine di ogni amore umano. I figli sono il frutto dell’amore della coppia non soltanto in termini biologici: essi crescono, maturano, si inseriscono pienamente nel progetto di Dio sull’uomo se vivono la comunione della coppia; imparano ad amare se sono stati amati, e sono pronti ad impegnarsi generosamente al servizio degli altri, alla ricerca del totalmente-Altro, ma vogliono vivere la comunione che hanno sperimentato nella loro famiglia anche in una comunità di credenti che ponga la comunione a paradigma della propria esistenza.