N.05
Settembre/Ottobre 1994

Bibliografia ragionata su Feste e riti di passaggio

 

TAYLOR R.B., Il rituale in Id., Elementi di antropologia culturale, Bologna, Il Mulino, 1972, pp. 189-194.

I riti hanno spesso natura religiosa, ma sono collegati anche ad attività tecnologiche, economiche, familiari, politiche, a scambi di doni, a gesti di altro genere. Hanno lo scopo di esprimere e rinforzare sentimenti importanti attraverso simboli di passaggio a nuovo status e ruolo, di convalida pubblica di valori.

 

MARANGON M., Rito (o Rituale) in Enciclopedia Pedagogica (Laeng), Brescia, La Scuola 1992, V coll. 10085-10089.

I riti nelle culture umane. Riti religiosi, magici e tabù. Riti educativi: l’iniziazione. L’accento è sui risvolti antropologici e culturali e meno su quelli educativi, limitati entro quelle prospettive.

 

SODI M., Celebrazione, in Dizionario di Pastorale Giovanile (Midali-Tonelli), Leumann-To, EIle Di Ci, 1989, pp. 129-134.

La celebrazione viene collocata dentro la sfera del sacro e in esso di avvenimenti importanti nella vita dell’uomo. Poi viene messa al centro la celebrazione cristiana, celebrazione della fede che attorno alla Pasqua colloca e vive l’intera vita cristiana. Per noi è rilevante il passaggio alla vita come celebrazione, con principi e metodi di riferimento ai giovani.

 

MILANESI G., Tempo e riti giovanili, in Note di Pastorale Giovanile, 22 (1988) 10 4-16.

Un tempo per stare insieme specialmente in gruppi, movimenti, associazioni. Un tempo da liberare entro nuovi orizzonti. Orizzonti di valori e fini, ma anche nella condizione dei comportamenti di massa costituiti oggi da miti, riti e happening, carichi di messaggio reale e simbolico. Sono visti a fondo la musica Rock (e non), il linguaggio giovanile parlato e scritto, i ritmi e i miti dello sport, il consumo di abbigliamento, il turismo estivo.

 

ZANELLA D., Se i simboli tornano di moda, occasione è da non perdere in Rogate Ergo, 56 (1993) 5 61-63.

Ottimo esempio di celebrazione biblica in un Campo-scuola con i giovani dell’A.C. Precedono considerazioni sui giovani davanti ai simboli, oggi, e sintetizza il volume di G. NOVELLA, Celebrare con le cose, Leumann-To, Elle Di Ci, attorno al potere del simbolo che rivela, evoca, provoca, convoca.

 

GIUSTINIANI P. e coll., Fare festa, in Parole di Vita, 31 (1986) 3 4-51.

Uguaglianze e differenze tra festa umana e cristiana. Significato nella fede: Festa dell’uomo e festa con Dio. Festa di tutti, di ogni cosa, luogo, età. Celebrare la gioia, il lavoro, il lutto.

 

GATTI G., Le nostre feste e quelle degli altri, in Infanzia, 9 (1990) 3/4 5-9.

Riflessione istruttiva sulla festa interculturale: l’Islam e le sue feste in relazione con analoghe celebrazioni cristiane.

 

POLLO M., Iniziazione al mito e al simbolo come luogo di frontiera dell’educazione alla responsabilità;  in Note di Pastorale Giovanile, 16 (1982 8 39-52).

Mito, simboli e immagini sono linguaggi. L’educazione ha lo scopo di dare loro senso, per garantire la loro capacità di far uscire dal tempo, come scopo per affermare l’amore alla vita, tra inconscio e desiderio di indefinito e infinito, di responsabilità a valori (vocazione).

 

GARBARI C., Il preadolescente e l’espressione simbolica, in Catechesi, 48 (1979) 7 47-56 e ivi 9 49-67.

Il modello è applicabile con debita analogia all’adolescente. Conoscerne gli elementi psicologici di sviluppo mentale, motivazionale affettivo, emotivo, religioso, i sentimenti di appartenenza e le forme di ritualismo. Conoscere le dinamiche del simbolo che è messa in moto di energie profonde, della reale o potenziale vocazione all’alleanza e alla comunione. Come si costruisce un’esperienza simbolica di parole, gesti e atti, oggetti, cose, atteggiamenti? Educare al simbolo. E se la vita diventasse simbolo?

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