Il diciottesimo anno come proposta vocazionale
Il diciottesimo anno è, nel nostro contesto, una tappa estremamente significativa. Il giovane si sente investito di alcune responsabilità ed è chiamato a scelte importanti. Tutto questo si riassume in un’espressione dal significato assai rilevante: si diventa “maggiorenni”.
Alcune cose non cambiano molto: si continua la scuola, se si sta studiando, si vive ancora in casa, e così via. Ma altri fatti dicono invece che si è più responsabilizzati: si possono firmare le giustificazioni delle assenze dalle lezioni, si diventa protagonisti della vita politica con il voto, si può conseguire la patente di guida… Anche con il mondo adulto (genitori, educatori, ecc.) si vuole costruire un rapporto diverso, più maturo: qualche volta questo è occasione di rivendicazione, qualche altra di crescita.
Di fronte a questa tappa significativa, nella nostra Diocesi ci si è chiesto se qualche proposta non poteva evidenziare questo momento di passaggio come occasione di crescita nella fede, come richiamo, anche in questo campo, ad una maggiore assunzione di responsabilità.
È parso opportuno inizialmente offrire almeno la possibilità di uno spazio di silenzio e di riflessione con la proposta di esercizi spirituali per i diciottenni, in cui sottolineare il “diventare più grandi” anche come occasione di discernimento vocazionale. Continuando la riflessione in questa direzione, ci si è però rei conto che un’iniziativa così, pur nella sua rilevanza, rischiava di essere troppo isolata: era necessario un maggior approfondimento delle tematiche e quindi una dilatazione maggiore nei tempi.
L’Azione Cattolica ha così ipotizzato un cammino particolare per i diciottenni lungo l’intero anno, che aiutasse ad affrontare in maniera più articolata le tematiche, specie quelle vocazionali, legate all’età e che si concludesse con un gesto significativo, capace di esprimere, anche nel contesto ecclesiale, una precisa assunzione di responsabilità.
La Pastorale Giovanile Diocesana, su questa base, è così giunta a formulare una proposta specifica per i 18/19 anni, che coinvolge ormai un numero consistente di giovani e che segna il cammino delle varie comunità parrocchiali. Quelle che seguono mi sembrano le caratteristiche più significative della proposta, specie per il loro risvolto vocazionale.
È un cammino
Un cammino biennale (18-19 anni), inserito nel contesto ordinario della pastorale, ma con alcuni caratteri di straordinarietà. Il cammino è proposto come biennale, perché ci si è resi conto che la formazione del gruppo, le tematiche proposte e alcune scelte nel campo della vita spirituale richiedevano uno spazio ampio. Inoltre una parte consistente di decisioni, di fatto, vengono prese in tutto questo arco di età. In questo itinerario vengono affrontati in particolare due temi: la scelta vocazionale, l’impegno sociale e politico, legato al più ampio tema della speranza.
Una Regola di vita
L’elaborazione di una Regola di vita personale. Ciascun giovane è chiamato a formulare nel corso del biennio i punti fondamentali della propria regola spirituale, riferendosi principalmente ai capitoli della preghiera, della condivisione e del servizio. La proposta non mira a irrigidire un cammino, ma spinge all’identificazione dei punti irrinunciabili per personalizzare la scelta della propria fede, intesa evidentemente come risposta all’amore gratuito di Dio. In questa elaborazione un ruolo determinante svolge la direzione spirituale. Lo stimolo alla stesura della regola è per molti l’occasione per avviare un cammino con una guida. Tutto questo nella convinzione che una vita spirituale che punta a costruirsi “sane abitudini” nell’esperienza quotidiana è il terreno propizio per scelte coraggiose e definitive.
Le iniziative
Alcune esperienze particolarmente rilevanti. Nel corso dei due anni si sono individuate delle iniziative capaci di offrire grosse opportunità ai giovani nella ricerca del loro posto nella Chiesa e nella società. Innanzitutto la proposta degli Esercizi Spirituali. Essa è parte del cammino ordinario del biennio 18/19enni. Chiede però una risposta personale. Offrendo una molteplicità di corsi nel periodo quaresimale si vuole evitare la presenza contemporanea di un numero consistente di giovani dello stesso gruppo, per favorire il silenzio e il mettersi personalmente in gioco. Un’altra proposta è una settimana estiva, promossa dall’Azione Cattolica, in cui ripensare ad alcuni temi fondamentali dell’,esperienza di fede e completare la stesura della Regola di Vita. Infine si sollecita la fedeltà alla meditazione individuale, indicando strumenti capaci di favorire l’esperienza della Lectio Divina. Per molti queste proposte sono state realmente l’occasione per avviare una seria riflessione verso scelte di “speciale consacrazione”.
La “Redditio Simboli”
Il cammino dei diciannovenni si conclude, aprendosi all’esperienza dei gruppi giovani, con una celebrazione in Cattedrale, con il Vescovo, denominata appunto Redditio Symboli. In essa ogni diciannovenne consegna al Vescovo la sua Regola di Vita e con essa “restituisce” mettendola a disposizione della comunità ecclesiale, quella fede ricevuta e che può ora più pienamente diventare “servizio”. Da qui partono anche alcune esperienze rilevanti nella ricerca vocazionale: il “Gruppo Samuele”, un anno in cui intensamente favorire un cammino di discernimento; il “Cenacolo di AC”, un’esperienza di ricerca vocazionale fondata sulla scelta personale di vivere “da giovani” povertà, castità e obbedienza; la proposta, per le ragazze, dell’AVS (Anno di Volontariato Sociale). Certamente avviarsi a scelte definitive per la propria vita è passo impegnativo. Ci sembra che questo cammino riesca ad offrir qualche sostegno così da predisporre un terreno capace di accogliere quel seme che il Signore a piene mani sparge su di noi.