N.04
Luglio/Agosto 1995

Esigenze, requisiti e condizioni in vista della risposta alla vocazione al ministero ordinato e di speciale consacrazione

Non è esagerato affermare che Giovanni Paolo II nel suo servizio universale alla Chiesa in questi anni ha giocato soprattutto la carta dei giovani: “Desidero dunque affidare a voi tutti, giovani, questo lavoro meraviglioso, che si collega alla scoperta di ciascuno davanti a Dio, della rispettiva vocazione di vita. È un lavoro appassionante. È un affascinante impegno interiore. In tale impegno si sviluppa e cresce la vostra umanità, mentre la vostra giovane personalità va acquistando la maturità interiore. Così vi radicate in ciò che ognuno e ognuna di voi è, per diventare ciò che dovete diventare: per voi, per gli uomini, per Dio” [1].

Dal primo giorno del suo pontificato alla celebrazione delle Palme di quest’anno, durante la quale, ribadendo i messaggi di Manila, ha affidato ai giovani il compito di essere i missionari della Nuova Evangelizzazione, i protagonisti del 3° millennio cristiano ed i primi realizzatori dell’“Evangelium Vitae”, egli ha dimostrato tante volte di avere una fiducia a tutta prova nei giovani.

Una fiducia che in realtà è una sfida contro la normale immagine giovanile presentata sugli schermi della nostra società: “Chi più di voi giovani può cogliere l’ampiezza e la profondità della speranza cristiana?”[2]. “Chi ha detto che la gioventù di oggi ha perso il senso dei valori? E proprio vero che su di essa non si può più contare?[3]. “Il vostro affetto e la vostra preghiera non hanno mai cessato di sostenermi nell’adempimento della missione che ho ricevuto da Cristo”[4].

Il motivo di tanta fiducia, una vera sfida – ripeto – al comune modo di pensare sui giovani, mi sembra faccia perno proprio sulla dimensione vocazionale, non solo naturalmente nell’angolatura stretta della vocazione di speciale consacrazione bensì in generale, della vocazione di ogni cristiano.

Indubbiamente le esigenze della costruzione della civiltà dell’amore e della fondazione di una nuova cultura, quella della vita, sono enormi ed incalcolabili.

Ai giovani – secondo il Papa – spetta una specie di funzione profetica, che sia denuncia della cultura della morte ed insieme forte apprezzamento della vita, per la costruzione di un mondo a misura d’uomo[5]. “La costruzione della civiltà dell’amore richiede tempre forti e perseveranti, disposte al sacrificio e desiderose di aprire nuove strade alla convivenza sociale, superando divisioni ed opposti materialismi. È questa una precisa responsabilità dei giovani di oggi, che saranno gli uomini e le donne di domani”[6].

Esigenze enormi allora affidate ai giovani ed attese enormi nei loro riguardi. Certo, se ci si limita a calcolare la “risorsa giovani” in base ad analisi statistiche sociologiche, psicologiche, di peso politico, economico e professionale per il futuro del Pianeta, c’è da rimanere delusi e sconcertati. Ma il Papa salta di netto tutto questo calcolo frenante e punta a ciò a cui pochi badano. La risorsa nascosta, che è il segreto della sua speranza nei giovani, è quella del progetto di vita, cioè la vocazione personale. È su questa perla preziosa che egli fa i suoi calcoli per il futuro dell’Evangelizzazione e del pianeta Terra. È importante allora che ogni giovane prenda il proprio posto nella Chiesa e nella società[7].

È importante che i giovani si sentano responsabilmente associati agli adulti nel costruire la civiltà dell’amore[8]: “Essere tralci vivi nella Chiesa vigna significa anche assumersi un impegno nella comunità ecclesiale e nella società… Accogliete il grande invito di Cristo: Andate anche voi nella mia vigna! … La Chiesa è una comunione organica in cui ciascuno ha il proprio posto ed il proprio compito. Lo avete anche voi giovani. La Chiesa ha bisogno anche di operai particolari che la servano in maniera specifica, con radicalismo evangelico, consacrandole tutta la loro vita. Si tratta delle vocazioni sacerdotali e religiose”[9].

“Il rinnovato slancio di evangelizzazione necessita di tanti e santi evangelizzatori: sacerdoti, religiosi e laici, disposti a consacrare la vita al Signore e alla sua Chiesa… Per questo, carissimi ragazzi e ragazze, animati da zelo apostolico, sappiate rispondere generosamente a Dio, se Egli vi chiama ad una servizio esclusivo nel ministero ordinato, nella vita religiosa, nella consacrazione laicale”[10].

Rispondere alla propria vocazione è in realtà un vero business del futuro personale e di tutti, perché rispondere alla chiamata di Dio è scoprire che la vera giovinezza è quella perenne, che dona Dio stesso[11]. Allora l’impresa fondamentale suggerita ai giovani è quella di scoprire la propria vocazione: “Il progetto di Dio su di me, quale è la volontà di Dio per me in ogni momento e soprattutto che io veda in cosa consiste il disegno di amore per tutta la mia vita, che è la mia vocazione come sacerdote, religioso o religiosa o come laico, affinché io sia sale e luce”[12].

“Lasciare che il mistero pasquale agisca in noi. Per l’uomo, specialmente per il giovane, è essenziale conoscere se stesso, sapere qual’è il suo valore, qual’è il significato della sua esistenza, della sua vita, sapere quale è la sua vocazione”[13]. “Vi invito a scoprire la vostra autentica vocazione, per collaborare alla diffusione di questo regno[14]. L’invito è pressante, perché “come Gesù chiamò S. Giacomo e gli altri apostoli, egli chiama ciascuno di noi. Ciascuno di noi qui a Santiago, deve capire e credere: Dio mi chiama, Dio mi manda fin dall’eternità”[15].

Il Papa nei suoi messaggi ai giovani mette sempre insieme il problema di scoprire la propria vocazione e le esigenze di ogni seria vocazione cristiana con i requisiti che comporta. Siccome non solo le vocazioni di speciale consacrazione (sacerdozio ministeriale e vita consacrata) ma ogni vocazione dell’uomo corrisponde alla chiamata evangelica, ciò significa che il “seguimi” di Cristo si fa sentire su strade diverse, lungo le quali camminano i discepoli e i confessori del divino Redentore[16]. La conseguenza sarà che i requisiti basilari saranno identici per tutte le vocazioni. E mi sembra di poterli vedere raccolti in 3 proposte formative.

 

 

La preghiera

Occorre la scoperta personale di Gesù Cristo[17]. E questo soprattutto attraverso l’ascolto della Parola[18], per imparare a dire di sì al Signore in ogni circostanza della vita[19] e per costruire la vita su un fondamento di roccia, cioè Gesù Cristo[20].

 

 

Il servizio

Il Papa chiede per ogni giovane la totale disponibilità a seguire Cristo, il quale non è venuto per essere servito ma per servire. Naturalmente non un servizio puramente filantropico, ma un servizio motivato cristianamente: “Non siete forse venuti per convincervi definitivamente che ‘essere grandi’ significa ‘servire’? Questo servizio non è certamente un mero sentimento umanitario. Né la comunità dei discepoli di Cristo è un’agenzia di volontariato e di aiuto sociale. Un servizio di questa natura resterebbe limitato all’orizzonte dello ‘spirito di questo mondo’. No! Si tratta di molto di più. La radicalità, la qualità e il destino del ‘servizio’ al quale tutti siamo chiamati si inquadra nel mistero della Redenzione dell’uomo. Perché siamo stati creati, siamo stati chiamati, siamo stati destinati, innanzitutto e soprattutto, a servire Dio, ad immagine e somiglianza di Cristo, che, come Signore di tutto il creato, centro del cosmo e della storia, manifestò la sua regalità mediante l’obbedienza fino alla morte. Il Regno di Dio si realizza attraverso ‘questo servizio’ che è pienezza e misura di ogni servizio umano. Non agisce con il criterio degli uomini mediante il potere, la forza e il denaro”[21].

Se il senso della vita sta nell’amore, ciò vuol dire che la prospettiva matura di una vocazione umana e cristiana si presenta nella dimensione del dono. E ciò è particolarmente importante ed evidente per la vocazione consacrata, nella quale un uomo e una donna attraverso la professione dei consigli evangelici fa proprio il programma che Cristo stesso realizzò sulla terra per il Regno di Dio. Essi si impegnano a rendere una testimonianza particolare dell’amore di Dio al di sopra di tutto. Il mondo attuale ha bisogno come non mai di questi testimoni[22].

Per questo il Papa spera che molti ragazzi/e, animati da sincero zelo apostolico, vorranno consacrare la propria vita a Cristo ed alla sua Chiesa come sacerdoti, religiosi e religiose, oppure come laici, disposti anche a lasciare il proprio paese, per accorrere là dove scarseggiano gli operai della vigna di Cristo[23].

 

 

Accompagnamento personale

Questo cercare e trovare la propria vocazione, questo vincere il male nell’amore e nella verità, che è dato dall’abbracciare il progetto di Dio sulla propria vita[24], questo educarsi ad avere una tempra forte ber crescere nella autentica libertà, criterio fondamentale ed illuminante di giudizio e di scelta nella vita e di apertura anche alle vocazioni più impegnative, questo introdursi al rapporto personale con Cristo non può essere fatto da autodidatti. Occorre una guida ed una buona guida.

Ad una scorsa veloce dei messaggi per e delle Giornate Mondiali della Gioventù meraviglia che il Papa non dia a questo requisito almeno lo stesso rilievo dato alla preghiera ed al servizio. Il perché mi sembra di trovarlo nel fatto che questa dimensione educatrice e formatrice è già il nerbo animatore dei messaggi annuali delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni, una vera scuola per tutti gli educatori, dai genitori agli animatori di vario tipo, ai vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose. E questo in vista della proposta del discernimento e dell’accompagnamento personale dei giovani per quanto riguarda la loro vocazione.

 

 

Conclusione

Tutto questo è davvero varcare le soglie della speranza, perché il Papa consegna a tutti i giovani delle prospettive così grandi all’insegna del respiro di Dio sulla storia e con una fiducia così marcata nelle possibilità dei giovani. È un invito insomma a guardare al futuro nella direzione dei giovani, perché tutti, grazie ai giovani, in un certo senso ridiventino di nuovo giovani.

 

 

 

 

 

 

 

Note

[1] Lettera ai giovani e alle giovani del mondo, 31 marzo 1985.

[2] Invito a partecipare al Giubileo, 22 maggio 1983.

[3] Ai giovani venuti a Roma per il Giubileo, 14 aprile 1984.

[4] Omelia durante la celebrazione della II GMG 12 aprile 1987.

[5] Ai giovani venuti a Roma per il Giubileo, 14 aprile 1984.

[6] Messaggio per la II GMG, 30 novembre 1986.

[7] Ai giovani venuti a Roma per il Giubileo, 14 aprile 1989.

[8] Ivi.

[9] Messaggio per la V GMG, 26 novembre 1989.

[10] Omelia durante la celebrazione della VII GMG, 8 aprile 1992.

[11] Ai giovani venuti a Roma per il Giubileo, 14 aprile 1984.

[12] Omelia durante la celebrazione della II GMG, 12 aprile 1987.

[13] Ivi.

[14] Omelia durante la celebrazione della IV GMG, 20 agosto 1989.

[15] Ivi.

[16] Lettera ai giovani e alle giovani del mondo, 31 marzo 1985.

[17] Messaggio per la IV GMG., 27 novembre 1988.

[18] Messaggio per la III GMG, 13 dicembre 1987.

[19] Ivi.

[20] Ivi.

[21] Omelia durante la celebrazione della IV GMG, 20 agosto 1989.

[22] Ivi.

[23] Messaggio per la VII GMG, 24 novembre 1991.

[24] Ai giovani venuti a Roma per il Giubileo, 14 aprile 1984.