N.04
Luglio/Agosto 1995

Nascita, progetto e prospettive della Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista

In merito alla Pastorale Giovanile Vocazionale Redentorista (Pgvr) possiamo definire diverse tappe che determinano la spiritualità, le motivazioni e la natura di questa scelta apostolica della Congregazione del SS.mo Redentore (Redentoristi) che si è posta in ascolto dei segni dei tempi.

Innanzitutto la Regola di vita dei Redentoristi – le Costituzioni – nell’illustrare il volto del vero redentorista, la sua formazione, la sua comunità, la sua ansia apostolica, addita tra l’altro i giovani come i destinatari di tale impegno.

Su questa base il Capitolo Generale del 1985 nel definire il tema del sessennio indicò i giovani come una categoria di abbandonati a cui doveva rivolgersi la nostra attenzione apostolica e il nostro impegno di promozione.

Il redentorista, così, è chiamato a porsi accanto ai giovani in prospettiva di annuncio ma anche di ascolto, a riconoscere nel giovane un povero, ma allo stesso tempo riconoscersi come povero per poter ricevere dal giovane quel desiderio di novità, di radicalità, di speranza che spesso si affievoliscono lungo il cammino della vita.

Tale indicazione avviò all’interno del Governo Generale ed in diverse unità dell’Istituto una particolare riflessione che mise in atto una serie di iniziative finalizzate a promuovere un modo diverso di rapportarsi al mondo dei giovani.

In primo luogo fu istituita una Commissione Generale che aveva il compito di coordinare e promuovere le diverse iniziative a mantener vivo un impegno in favore dei giovani. Questa commissione ha favorito e accompagnato lo sviluppo di un lavoro in questo senso, soprattutto in Europa.

 

 

 

Da un congresso all’altro

In occasione del bicentenario della nascita del nostro fondatore, Sant’Alfonso, nel 1987 si convocò a Pagani (SA) – dove riposano le spoglie del Santo – il primo Congresso internazionale dei giovani d’Europa. Fu questo un incontro decisivo a cui presero parte 1200 giovani e redentoristi; diverse delegazioni giunsero anche da altri continenti. Questa risposta positiva dei giovani diede fiducia e fece da propulsore per un’ulteriore ricerca di impegno tra redentoristi e giovani. Non si trattava di fare qualcosa “per” i giovani ma ricercare qualcosa “con” i giovani. A questo punto si colloca un appoggio decisivo del Governo Generale che rivolgendosi a tutti i congregati affermava: “Le nostre comunità hanno una missione speciale per i giovani. Molti giovani stanno cercando un’esperienza di accoglienza, di vita comune, di condivisione, mediante la quale giungere a scoprire il senso e l’orientamento della loro vita. Le nostre comunità potrebbero svolgere questo ruolo. Nel loro messaggio ai Redentoristi dopo l’incontro di Pagani, i giovani hanno detto: È necessario rinvigorire l’impegno di mantener viva la possibilità che i giovani incontrino Cristo. Perché questo avvenga è necessario che apriate le vostre case come luoghi di accoglienza e di preghiera per i laici e specialmente per i giovani che sono i nuovi poveri del mondo. Non abbiate paura di condividere con noi la spiritualità di S. Alfonso”.

Un’altra decisiva tappa in questo processo fu la celebrazione del II Congresso europeo dei giovani che si tenne in Spagna, ad El Espino, nel 1988. Oltre 1400 giovani e redentoristi maturarono un testo di ricerca che successivamente, ad un anno di distanza, diede vita ad un documento fondamentale che avrebbe segnato il futuro impegno con i giovani: le Linee di PGVR.

Questo documento, edito dalla Commissione Generale e formulato a partire dai contributi dei redentoristi e dei giovani d’Europa, costituisce un passo decisivo in merito alla PGVR e ne definisce l’orientamento di fondo.

– È una pastorale di missione: “Dobbiamo proporre ai giovani non la creazione di un movimento particolare ma il vivere nei propri luoghi ciò che è essenziale alla Chiesa e al carisma redentorista: la dimensione evangelizzatrice e missionaria”.

– È una pastorale di discernimento: “Bisogna preoccuparsi dei cammini individuali come di quelli dei gruppi. Il cristiano è un chiamato, è un uomo che risponde ad una chiamata. La PGVR avrà il compito di offrire tempi programmati per il discernimento tanto a giovani coppie che si preparano al matrimonio, come a gruppi che hanno bisogno di crescere nel proprio grado di impegno, come ai singoli giovani chiamati alla particolare vocazione sacerdotale, missionaria, religiosa”.

– È una pastorale che privilegia la preghiera: “Per fare della propria vita personale e di quella dei gruppi una missione, è necessario stimolare l’esperienza di incontro con il ministero del Redentore; esperienza orante, contemplativa. Preghiera e impegno camminano insieme. Per questo dobbiamo guidare i nostri gruppi ad un apprendimento costante della preghiera tanto personale che comunitaria”.

Questo documento molto articolato ha dato vita ad una molteplicità di iniziative ed esperienze quali:

– formazione di gruppi e di équipe provinciali di PG VR tanto in Europa come in Canada, USA, Africa del Sud, Filippine;

– incontri con i giovani a livello nazionale in Italia, Inghilterra, Irlanda, Austria, Germania, Sud Africa, Filippine, Colombia, USA, Canada;

– incontri internazionali in Nord America (Glenview ‘89 – St. Louis ‘91) ed in Europa a Eggenburg (Austria) nel 1991 e Durham (Inghilterra) nel 1994;

– apertura di campi di missione comune tra giovani e redentoristi, nonché comunità miste e avvio di processi di discernimento tra giovani per sviluppare le distinte vocazioni.

Un’altra tappa fondamentale dello sviluppo della PGVR è data dal pronunciamento in merito dell’ultimo Capitolo Generale (Brasile 1991) che tra l’altro definisce:

– la Pastorale Giovanile deve essere considerata una priorità apostolica di ogni provincia;

– le comunità siano aperte ai giovani;

– ogni unità di Congregazione costituisca almeno una casa di accoglienza per i giovani per inserirli nella nostra vita e nel nostro apostolato.

 

 

 

Un nuovo impulso

Queste dichiarazioni hanno aperto un tempo nuovo che ha dato ulteriore impulso ad iniziative ed esperienze in tutto l’Istituto. La pastorale giovanile non può essere ritenuta una scelta opzionale, ma un impegno obbligante per ogni programmazione provinciale.

La PGVR, dunque, non vuole essere un movimento né un’associazione, ma vuole essere una proposta di vivere la spiritualità redentorista non rinnegando quanto va proponendo e programmando la chiesa locale, ma immergendosi in maniera nuova e dinamica rivestiti della carica missionaria di una Chiesa universale tutta missionaria e tutta ministeriale.

Per fermarci solo alla realtà italiana possiamo dire che il nostro principale obiettivo è quello di camminare insieme ai giovani in una sorta di missione permanente nello sforzo di accompagnarli nella ricerca della loro dignità come persone, dei valori che danno significato e pienezza alla loro vita e nella scoperta del ruolo che essi hanno nella società e nella Chiesa. In questi anni si è lavorato molto in questo senso creando gruppi stabili di giovani intorno alle nostre comunità e per offrire un accompagnamento adeguato a singoli e gruppi in particolare bisogno. Potendo contare su diversi animatori locali, sia giovani che redentoristi, è pienamente attiva una équipe di lavoro che programma, oltre gli impegni internazionali e quelli dei singoli gruppi, giornate mensili di spiritualità a livello regionale, raduni provinciali e nazionali (due all’anno), settimane di formazione per i responsabili dei gruppi. Vi è inoltre la pubblicazione di un giornalino (Samuel) che è luogo di comunione, formazione e informazione. Solo recentemente, con il contributo di tutti gli animatori locali e sulla scorta delle esperienze di questi ultimi anni, è stato varato un piano più concreto e incisivo di PGVR a cui tutte le comunità devono attenersi.

 

 

 

Giovani per i giovani

Un frutto concreto del lavoro di questi ultimi anni è l’inserimento dei giovani nelle nostre missioni popolari, soprattutto per quanto concerne l’annuncio ad altri giovani. In questi ultimi anni abbiamo svolto diverse missioni giovanili che hanno interessato altri centri, come Avellino e Cosenza, e piccole cittadine come San Giovanni in Fiore (CS), Solofra (AV), Calatafimi (TP), senza parlare di tanti altri piccoli ma significativi interventi missionari. Queste esperienze hanno portato ad un modello di intervento a cui qui voglio accennare, e che si intende ulteriormente promuovere e sviluppare.

Il periodo della pre-missione. Questa è la fase più importante. Prima di maturare un intervento ci impegniamo a conoscere la realtà giovanile sul territorio, i problemi e le attese, e quindi, con le forze disponibili da individuare e coinvolgere, si provvede ad un adeguato cammino di formazione, di ricerca e di programmazione della missione stessa, perché si possa arrivare ai giovani (lontani) attraverso gli stessi giovani (vicini). In questa fase si creano anche i presupposti di accoglienza per quei giovani che verranno successivamente avvicinati nel periodo della missione.

La missione. La missione è il tempo in cui la Chiesa va dai giovani (e non viceversa), nei luoghi dove loro abitualmente vivono (scuole, piazze, strade, locali pubblici) per far loro una proposta, un invito a partecipare e condividere con altri giovani momenti di vita, di riflessione, di preghiera. L’obiettivo è quello di avvicinarli progressivamente ad un’esperienza di Chiesa, alla loro parrocchia. In questa fase si è mostrato molto utile l’individuazione di un “Centro Missionario Giovanile” dove far confluire i giovani e svolgere le attività loro riguardanti.

Il periodo post-missione. Periodo molto delicato in cui c’è bisogno di ulteriore sostegno dei missionari soprattutto verso quei giovani “vicini” che hanno assunto l’impegno di svolgere una “missione permanente” nella loro comunità. È il tempo in cui bisogna aiutare e sostenere i giovani negli impegni da loro assunti. L’apporto dei giovani in formazione e dei giovani più maturi della PGVR, in tutte e tre le fasi, si è mostrato sempre determinante. In ogni caso va detto che i giovani candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, nella nostra Provincia, vengono da questo cammino pluriennale e diversificato, e molti giovani, al momento attuale, prendono avvio da questa esperienza per operare un cammino di discernimento nelle nostre comunità di accoglienza.

 

 

 

Nuove prospettive

Di recente istituzione è la figura del Missionario Laico Redentorista; una nuova figura che intende sviluppare e promuovere la cooperazione redentorista con il laicato per renderlo collaboratore attivo e partecipe della vita apostolica della Congregazione. La PGVR è chiamata ad offrire il suo contributo in questo senso. Una prospettiva a cui si tende, infatti, è quella di realizzare delle comunità dove i giovani possano condividere con noi la spiritualità la vita ed il nostro impegno apostolico; in diverse nazioni questa è già una realtà. Per il momento moltissimi giovani che già da anni stanno operando un cammino con noi sono ormai adulti e per loro si sta pensando ad un coinvolgimento più specifico. Questi “giovani adulti” si stanno organizzando per entrare a far parte in modo più organico, informe e modi da definirsi, dei diversi settori del nostro impegno apostolico: missioni popolari ed estere, pastorale del Santuario, mass-media, formazione e animazione vocazionale. A partire dalla Santa Pasqua del ‘95, una nostra comunità ospita al suo interno sei di questi giovani, di cui due coppie, per un’esperienza di condivisione di comunità apostolica. Il futuro è già presente.