N.01
Gennaio/Febbraio 1996

I campi vocazionali di “Se Vuoi”: un seme…

Questo articolo è un’esperienza di vita e come tutte le esperienze vuole essere una condivisione di un pezzo di cammino. Non ha certo la pretesa di esaurire in queste righe l’argomento circa la risonanza dei campi vocazionali della GMPV.

Come Apostolina mi sembra quasi di “giocare in casa” per il servizio di “prima linea” che facciamo a riguardo dei Campi Vocazionali nell’idearli, stamparli, divulgarli e soprattutto viverli con ragazzi, adolescenti e in modo particolare con i giovani.

Ci è stato chiesto di dare voce a questa esperienza e di condividerla. Cercherò di non seguire nessuno schema perché sono convinta che sarebbe riduttivo incasellare in schemi ciò che si è vissuto o si tenta di vivere, o meglio, uno “schema” vorrei seguirlo, è quello dell’albero: radici, tronco, foglie e frutti…

 

Radici. Sta per qualcosa di nascosto, che i più non vedono ma guai a tralasciare… ci sarebbe il rischio di partire con il piede sbagliato! …Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica è simile a un uomo saggio che ha costruito la sia casa sulla roccia (Mt 7,24).

Nell’impostazione dei Campi di SE VUOI le radici concretamente prendono il nome di “storia”. Storia non come qualcosa che ci sta alle spalle ma come qualcosa che ci sta “dentro”, dove siamo immersi, come un pesce nel mare, per intenderci! La storia di questi anni è stata fatta anche attraverso il prezioso documento della CEI: “Evangelizzazione e Testimonianza della Carità”.

 

Tronco. È qualcosa di direttamente collegato alle radici e alle foglie e che sta in mezzo. Per noi ciò che sostiene e che è fonte di comunicazione, “la linfa” dei contenuti dei Campi, è il messaggio-slogan che si è voluto evidenziare di volta in volta lungo il cammino e che ha cercato di sviluppare il tema delle diverse GMP V… Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, li ammaestrava dicendo: Beati… (Mt 5,1ss).

Abbiamo tentato di “raccontare” la vocazione come “iniziativa di Dio”. Si sono enucleati alcuni “valori vocazionali” che descrivono la carità proveniente da Dio e motivano – educano la risposta dell’uomo. La progressione dei tempi rispecchia lo “schema” biblico dell’alleanza sponsale tra Dio e l’uomo. Dio ama, per PRIMO (1991); Dio ama, con amore e una presenza FEDELE (1992); Dio ama, con un amore TOTALE (1993); Dio ama, con amore GRATUITO e che supera ogni misura (1994); Dio ama e per AMORE SCEGLIE (1995).

 

Foglie. “Contenuti e metodo, stanno in uno schema preciso: una lettura dei destinatari e dei loro bisogni, un ascolto attento della proposta, la formulazione dell’obiettivo, come incontro tra le esigenze dei destinatari e la forza della proposta, le tappe e lo sviluppo dei contenuti e,. infine, gli strumenti” (cfr. D. Sigalini, ‘Vocazioni’ 2/88)…C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente? Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero (Gv 6,9.11).

Non ho la pretesa di passare in rassegna tutti gli strumenti-Campi di SE VUOI usciti in questi ultimi anni come “pani buoni” per il cammino di ragazzi, adolescenti e giovani, che in tutta Italia ne hanno fatto uso e spero siamo cresciuti anche grazie a questi strumenti. Tuttavia è importante rilevare che ogni Campo è stato fatto, sì a tavolino e seguendo tappe successive e delineate, ma è sempre partito dall’esperienza di ciascun animatore che si è trovato nei panni di “fratello maggiore”.

Mi sembra di cogliere un filo rosso sottolineato soprattutto nelle premesse, che invitano a seguire quasi sempre un movimento esistenziale, che richiede di adattare le proposte “tenendo presenti le caratteristiche culturali e il vissuto dei ragazzi, adolescenti e giovani sparsi in tutta Italia”. Come a dire che il sussidio del Campo che si ha tra le mani serve per sussurrare un discorso, per iniziare un dialogo che necessariamente ogni animatore deve fare proprio.

Quasi sempre in ogni Campo si sono seguiti tre grandi filoni: ascolto, preghiera e confronto. Ascolto di se stessi. Attraverso tecniche di conoscenza, testo il più tradizionale ma sempre nuovo “esame di coscienza” si è cercato di stare di fronte a se stessi. Preghiera è un ascoltare un altro, l’Altro per eccellenza. Preghiera come scuola di vita, dove incontrare un Dio Padre buono, Amico in Cristo nella Libertà dello Spirito. Confronto con gli altri, per vivere il “sacramento” del fratello.

Possiamo, senza forzature, ritrovare questi tre ambiti nei tre movimenti tipici di ogni vocazione che sono chiamata, sequela e comunità-chiesa, in modo che ogni giovane sia posto nelle condizioni di scoprire, maturare e scegliere la propria vocazione.

Prima di concludere vorrei dare la parola ad alcuni animatori che ci hanno fatto pervenire le loro idee, suggerimenti e proposte circa la maggiore efficacia dei Campi di SE VUOI. Sono: d. Antonio Ascione, Diocesi di Napoli; sr. Gianna Di Bari, Diocesi di Velletri – Segni; d. Emilio Aspromonte, Diocesi di Cosenza – Bisignano.

– “Sensibilizzare i giovani, attraverso lo slogan della Giornata per un itinerario più lungo, che può abbracciare addirittura un anno e che ha il suo culmine nelle celebrazioni della Giornata e nel campoestivo in modo da collegare l’uno all’altro e non lasciarli appuntamenti isolati”.

– “Quando si riflette su personaggi biblici le cose vanno molto meglio, quasi che i giovani sentano quel personaggio più vicino a loro, specie quando sono presi dal dubbio, dalle angosce, dalle incertezze e devono lottare perché la strada si faccia più chiara…”.

– “È importante che lo slogan abbia relazione immediata con la Parola di Dio, meglio se coincidente con una frase o un versetto della Bibbia. Per sottolineare di più e meglio Colui che l’ha pronunciata”.

– “Sono auspicabili scelte coraggiose di servizio che vadano oltre gli slogan e che sporcano le mani, come amava dire don Tonino Bello rivolto a Maria madre del Signore e vergine del servizio: Al mattino donaci la forza di intuire, tra le foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. Facci comprendere che additare le gemme che spuntano sui rami vale molto di più che piangere sulle foglie che cadono. E infondici la sicurezza di chi già vede l’oriente incendiarsi ai primi raggi del sole”.

 

Frutti. Vorrei concludere con questo racconto e un brano della Parola di Dio.

Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone, c’era un angelo. “Che cosa vendete qui?”, chiese il giovane. “Tutto ciò che desidera”, rispose cortesemente l’angelo. Il giovane cominciò ad elencare: “Vorrei la fine di tutte le guerre del mondo, più giustizia per gli sfruttati, tolleranza e generosità verso gli stranieri, più amore nelle famiglie, lavoro per i disoccupati, più comunione nella Chiesa, e… e…”. L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace, signore. Lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi”.

La parabola di Gesù comincia così: “Il regno di Dio è come la buona semente che un uomo fece seminare in un campo…”. Il Regno è sempre un inizio. Un minuscolo, quasi trascurabile inizio. Dio stesso è venuto sulla terra come un seme, un fermento, un minuscolo germoglio. Un seme è un miracolo. Anche l’albero più grande nasce da un seme piccolissimo.

“Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte… Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!” (1 Cor 13, 1ss).