L’alito di un giorno e il respiro di un anno: la GMPV nel piano vocazionale annuale della Diocesi
Puntuale da ormai trentatre anni ritorna ancora la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che anche nella nostra Diocesi di Ravenna-Cervia da sempre celebriamo. Nella zona dei “mangiapreti”, dove in verità alla “presbiterofagia” è subentrata l’indifferenza trasportata dal ciclone consumistico, la quarta domenica di Pasqua non spaventa più nessuno.
Per alcuni dei nostri giovani di parrocchia è ancora una “tassa da pagare”, l’annuale bando per il “reclutamento vocazionale”. Per scongiurare ogni pericolo le loro madri quella domenica pregano con le dita incrociate perché “Sì, il prete è importante, ma basta che sia figlio di un’altra!”.
Dai pulpiti la propaganda si fa più insistente! Quando in una diocesi la situazione del clero assomiglia ad una corta e vecchia coperta che quando viene tirata per coprire il collo, lascia scoperti i piedi, quando gli istituti religiosi nutrono sospetti di una loro probabile estinzione, subentra una certa preoccupazione vocazionale che diventa l’animatrice della liturgia di quella domenica.
E il Centro Diocesano Vocazioni cosa fa?
Non è questa solo la sfiduciata domanda di qualche nostalgico del seminario di un tempo – quello con centoventi seminaristi – ma la verifica che periodicamente compio assieme ai miei collaboratori del CDV. Cosa fare perché questa ansia per nuove vocazioni non si trasformi in spasmodica angoscia, cosa fare perché tutti facciano qualcosa e nessuno faccia altro che non sia il bene dei giovani?
La risposta è nel Vangelo: “Pregate il padrone della messe…”. Pregare e farlo con perseveranza, pregare per i giovani e far pregare i giovani, offrirsi peri giovani e permettere che i giovani si offrano! Nessuna proposta che non sia quella d’incontrare Cristo e di innamorarsi di lui, di ascoltarlo nella Parola, di adorarlo presente nell’Eucaristia, di servirlo nei poveri e nei sofferenti, di imitarlo in scelte di sobrietà e purezza.
Ma il Centro Diocesano Vocazioni cosa fa? È l’insistente interrogativo che ci poniamo desiderando che quanto intuito possa concretizzarsi in iniziative efficaci, consapevoli dei nostri pochi mezzi e delle scarse capacità ma fiduciosi che almeno parte della semente cadrà sulla terra buona!
Alcuni punti fermi da mantenere. Il primo, legato al tempo: evitare che la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni venga considerata come una parentesi, uno spot pubblicitario durante il lungometraggio dell’anno pastorale.
Il secondo, legato allo spazio: non accentrare tutte le iniziative vocazionali ma rendersi disponibili ad andare a portare il servizio e la presenza del CDV in ogni angolo della diocesi.
Alcune avvertenze. Accontentarsi di fare piccoli passi, sempre attenti a curare le relazioni umane e i rapporti di collaborazione con i responsabili degli altri uffici pastorali.
Alcune iniziative già in atto. La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni è stata anticipata e seguita nel corso dell’anno da diverse proposte che si sono ispirate al tema indicato dal Centro Nazionale.
1. La Giornata è stata presentata attraverso vari canali di diffusione:
– Il manifesto da noi preparato indicante gli appuntamenti diocesani.
– Uno spazio speciale all’interno del settimanale diocesano.
– Una vetrina vocazionale allestita nella libreria cattolica della città.
2. Oltre al sussidio mensile di preghiera vocazionale che normalmente, già da alcuni anni, il CDV manda a tutte le realtà ecclesiali presenti in diocesi, ad esse sono state inviate anche le schede di preghiera e di animazione delle celebrazioni eucaristiche proposte dal Centro Nazionale.
3. Il solenne pontificale durante il quale l’Arcivescovo che ha ammesso tra i candidati all’Ordine Sacro alcuni seminaristi.
4. Il tema della Giornata è stato anche lo slogan della Giornata Diocesana dei Cresimandi e di quella dei Ministanti.
5. Ti ho chiamato per nome è divenuto pure il titolo di un programma radiofonico trasmesso dalla nostra emittente diocesana che per una settimana ha presentato agli ascoltatori i vari tipi di vocazione attraverso le interviste a rappresentanti delle varie categorie vocazionali.
6. “Chiamati per nome” è diventato l’appellativo dei giovani della nostra diocesi che in questi ultimi cinque anni hanno maturato una scelta di speciale consacrazione e che ora sono sparsi per tutta Italia e che dal maggio scorso, dopo un opportuno censimento, vengono mensilmente raggiunti da una scheda di preghiera e da un inserto per la condivisione delle loro esperienze.
7. La necessità di sensibilizzare al problema delle vocazioni ci ha indotti poi a dare vita a due altre proposte:
– “Cattedrale senza pareti”, una cartolina di invito rivolto alle persone sole o sofferenti o con molto tempo libero, perché offrano almeno un’ora del mese in preghiera perle vocazioni. Le adesioni che ci giungono permetteranno di formare una catena ininterrotta di preghiera.
– Un seminario, all’interno del piano di studi dell’Istituto di Scienze Religiose, dal titolo “La pastorale delle vocazioni” aperto anche ad uditori esterni che si vogliano formare quali animatori vocazionali.
8. Questo piccolo coacervo di iniziative si incastra in un itinerario mensile di preghiera per i giovani in ricerca che a partire dal mese della nostra fatidica Giornata, in cui si propone un pellegrinaggio vocazionale di due giorni, si snoda per tutto l’anno durante il quale segnaliamo altre due tappe principali:
– Gli “incontri di orientamento per la vita”, una tre-giorni di ritiro all’inizio dell’anno pastorale (settembre).
– Il capodanno in preghiera, una due-giorni di condivisione e preghiera notturna in attesa del nuovo anno.
Abbiamo così sperimentato, in conclusione, che una Giornata è ben più che un giorno e che ciò che sembrerebbe passare come un soffio in realtà può diventare un alito di vita, ossigeno per un intero anno di attività vocazionale.