CDV e Seminario offrono ai giovani momenti di preghiera vocazionale
In questi ultimi anni abbiamo assistito al fiorire di molti gruppi di preghiera con forme e strutture diverse. Al di là della coraggiosa testimonianza spirituale e della pubblica affermazione della dimensione soprannaturale della vita, all’esperienza va riconosciuto il pregio di aver condotto alcuni giovani a fare la scelta di Cristo in una vita consacrata totalmente a Lui.
Come il Vangelo è scuola di vita cristiana, così la preghiera è esperienza di Dio, rapporto personale con Lui, dialogo di un amico con l’amico, incontro personale che ti trasforma e provoca determinate scelte.
Spinti da vari motivi molti giovani avvertono un bisogno di spiritualità e di preghiera; chiedono un aiuto. Non tutti però riescono a impostare bene tale esperienza: così la vivono come hobby per rasserenare lo spirito umano, oppure si ritrovano a imitare modelli presi da altri sistemi religiosi, ma non trovano la risposta che cercano.
Il bisogno di preghiera ha portato il nostro Centro Diocesano Vocazioni a organizzare in Seminario alcuni incontri per giovani in sintonia con altre esperienze operanti in varie parti della nostra realtà ecclesiale. Per molti anni il Seminario ha accolto centinaia di giovani in questi appuntamenti di amicizia. L’amore per il Signore e il bisogno di autenticità li ha spinti a partecipare a questa sorgente di vita, a incrociare gli sguardi, a far cantare la fede all’unisono. Il Seminario nel centro storico della città è diventato un luogo a molti familiare, un’atmosfera di preghiera e di confronto sempre utile e arricchente. La preghiera silenziosa davanti all’Eucaristia si è trasformata, in un secondo momento, in scambio di confidenze, in verifica e progetto; così tanti rapporti di amicizia sono maturati e approfonditi anche tra gli stessi giovani.
L’esigenza di una maggiore chiarezza interiore, di una più obiettiva visione della storia personale e sociale, il bisogno di unificazione dell’essere disperso, frantumato, chiedeva l’aiuto di una guida spirituale, di un compagno di viaggio, di un maestro pronto ad ascoltare e far ritrovare freschezza di motivazioni, slancio nell’apertura a Dio.
È nata così l’esigenza di portare gli incontri di preghiera in tante parrocchie e farla diventare una “‘passione” per tanti sacerdoti e religiosi giovani chiamati a trasmettere quanto in essi è normalmente un nucleo necessario e fondamentale. Infatti insegnare a pregare, aiutare i giovani nel cammino spirituale vuol dire comunicare ciò che è più proprio a ciascun cristiano, a ogni sacerdote. Sarebbe presunzione mettersi a guidare altri a pregare, se la vita non si caratterizzasse per questa primaria e instancabile ricerca di Dio.
Tale urgenza ha portato i preti giovani della Diocesi, a ritrovarsi per progettare questi itinerari di fede, per camminare insieme e verificare puntualmente il percorso. Alcuni sacerdoti preparano i sussidi, ispirandosi al metodo della lectio divina: si tratta di un semplice foglio che propone il testo biblico e una pista di riflessione. L’incontro viene svolto in un luogo significativo a livello vocazionale come un istituto religioso o una parrocchia tenuta da religiosi; partecipano giovani della parrocchia o delle parrocchie vicine; sono presenti religiose, missionari, consacrati secolari. Generalmente i sacerdoti propongono le riflessioni sul testo evangelico e una catechesi sulla preghiera, mentre le religiose insieme ai sacerdoti si dedicano ai colloqui personali e alle confessioni. I giovani animano i canti, curano l’accoglienza, guidano i gruppi di risonanza, si fanno portavoce della iniziativa nei contesti dove vivono, invitando nuovi amici e seguendo il cammino intrapreso dai compagni di viaggio. Un particolare quest’ultimo degno di essere sottolineato: i giovani stessi si collocano vicino a coloro che iniziano questa esperienza, osservano, correggono pazientemente, incoraggiano, finché l’amico non cammina coi suoi piedi. Viene così confermata la teoria che per imparare a pregare è doveroso iniziare a frequentare la casa di qualche esperto, mettersi alla sua scuola, divenire discepoli per lasciarsi educare, essere iniziati a tecniche dalla viva esperienza di chi può generare le stesse capacità spirituali.
Ma anche il maestro si sente provocato, perché non ha assolutamente nulla da raccontare agli uomini chi per primo non ha ascoltato Dio. Ricordiamo che Gesù pregò per i chiamati prima di sceglierli, pregò perché fossero la città della luce in cima al monte, un grande candeliere dalle dodici braccia che illumina tutte le cose. Pregò perché risanassero le acque avvelenate, entrassero nel segno del sale nelle acque della terra, si diluissero e guarissero quanto era ammalato, fecondassero quanto era sterile, facessero portare la vita a chi invece portava la morte. Attorno a Gesù è cresciuto questo candeliere a dodici braccia. Il nostro sogno è che, grazie a questo candeliere di sacerdoti giovani che si ritrova in Seminario attorno a Gesù, si illumini e si incendi il cuore di tanti giovani in cerca del senso della vita.