CDV e Seminario per la proposta e l’accompagnamento dei giovani in ricerca
Si parte
Era presente in diocesi già da parecchi anni una certa animazione vocazionale a favore, soprattutto, dei ragazzi. Era finalizzata al loro ingresso in Seminario. Con l’arrivo di Mons. Bonicelli nella nostra diocesi si voleva far qualcosa, a livello vocazionale, per i giovani. Ci propose l’esperienza che il cardinale Martini aveva fatto a Milano con un gruppo di giovani. Il testo da usare era “Il Vangelo per la tua libertà”. Insieme al direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile, abbiamo rivisto il testo, cercando di adattarlo alla nostra situazione.
Era già presente un certo movimento a livello di pastorale giovanile, ma ciò che mancava nella nostra diocesi era una proposta forte, una proposta che doveva aiutare i giovani a dare un senso alla loro vita. Il potenziale presente nel mondo giovanile, come in ogni parte del mondo, era immenso: si sentiva l’esigenza di iniziare una proposta che aiutasse questo potenziale a venire fuori.
Così nasceva la “Proposta Tabor”: Tabor, il monte della Trasfigurazione, è il luogo per eccellenza della presenza di Dio. Essere sul Tabor è cogliere questa presenza, farla entrare nella propria vita. Essere sul Tabor è quindi cogliere il senso della vita e il senso della vita è Dio. E così siamo partiti.
In cammino
È un aiuto per coloro che sono in ricerca, per coloro i quali vogliono scoprire o riscoprire la presenza di Dio nella loro vita e il modo di servire il Signore, poiché questo spetta ad ogni cristiano. È una ricerca di carattere prettamente vocazionale. Un “tempo” in cui elaborare decisioni precise, aperte cioè ad ogni chiamata di Dio sia nell’ambito dello stato di vita (matrimoniale, religiosa, sacerdotale…), sia nell’ambito di servizi (volontariato, servizio sociale, politico…). Non è un’esperienza per imparare a pregare; non è la soluzione dei dubbi riguardanti le varie età, i vari problemi; non è un semplice ritiro, al quale magari si partecipa perché in parrocchia non se ne fanno. È un voler orientare la propria libertà verso la realizzazione del progetto che Dio ha su di me.
L’itinerario del cardinale Martini prevedeva un incontro mensile per anno. Da noi si è avvertita l’esigenza di portarlo a due e così suddiviso: nel primo anno solo tre incontri che servono a preparare il secondo. Durante questi primi tre incontri abbiamo visto quali potrebbero essere i meccanismi che scattano quando si tratta di fare una scelta. Abbiamo cercato di analizzare il conflitto perenne e inevitabile fra desiderio e paura, un conflitto inerente alla natura umana. Tante volte la paura tende a prendere il sopravvento. Il giovane si trova con i suoi ideali giovanili che aspettano di essere trasformati in mete concrete. Qui si inserisce la nostra proposta. Il secondo anno è stato caratterizzato da un incontro mensile e abbiamo seguito il testo di Martini. Si prendeva in esame la parabola dei “quattro terreni” (Mt 13,3-23) e la figura di Samuele. Tra il primo e il secondo anno, quindi in estate, si propone un campo-esercizi: il tema “Per me vivere è Cristo”.
Durante il primo anno c’è stata la presenza di circa trenta giovani per poi passare ad una ventina durante il secondo anno, numero che si è mantenuto costante fino alla fine dell’esperienza. Durante questo tempo i giovani hanno avuto la possibilità di riflettere, di meditare, di pregare, di confrontarsi con una guida spirituale per poi arrivare a delle scelte concrete.
Poi alla fine abbiamo chiesto ai giovani di scriverci una lettera nella quale oltre a parlarci delle loro scelte o decisioni, ci parlassero anche dell’esperienza fatta. È venuto fuori un quadro abbastanza positivo: l’esperienza risultava positiva, nuova per la nostra diocesi, nuova perché non proponeva gli incontri della pastorale giovanile, forte perché metteva in crisi, poteva esser riproposta così come era stata concepita…
In avanti
Tutto ciò ci ha portato a continuare questo tipo di esperienza. Un aiuto ai nostri giovani in questo senso va fatto e va incoraggiato, nonostante i problemi e le difficoltà che possono sopraggiungere.
È molto importante la collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile perché essa incontra la maggior parte dei giovani della diocesi e si “approfitta” degli incontri che organizza nei vari paesi della diocesi per fare un po’ di pubblicità.
È un gruppo vocazionale, dove vocazionale è da intendersi in senso lato, cioè aperto a tutti i tipi di scelta e decisioni e va conservato così, con queste modalità e finalità. Le prospettive sono positive.