Un “monastero invisibile”per il discernimento vocazionale di giovani adulti
L’espressione, un po’ singolare, è del Magistero. I Vescovi italiani, citando un intervento di Giovanni Paolo II, ne parlano espressamente in un documento sulle vocazioni di qualche anno fa: “Ogni membro della comunità ecclesiale deve essere educato ad una preghiera incessante, perché il Signore riveli a ciascuno a quale vocazione è chiamato. Espressione viva di questo Monastero invisibile sono: i gruppi di preghiera nelle parrocchie, nelle comunità, nelle famiglie; la preghiera degli ammalati e degli anziani”.
Ciò a cui il Santo Padre fa riferimento è la preghiera viva ed incessante per le vocazioni, che rappresenta la prima e limpida risposta al comando evangelico di “Pregare il Padrone della messe perché mandi operai alla sua messe” (Lc 10,2).
L’iniziativa del Monastero Invisibile è stata raccolta e portata avanti in questo anno pastorale da un gruppo di giovani (circa una quarantina) del Collegio Arcivescovile di Saronno (VA), sotto la guida del Padre spirituale don Sergio Stevan.
Questo nutrito gruppo giovanile, che anno dopo anno si è allargato, proprio grazie a cammini comunitari di ricerca vocazionale non poteva perdere questa occasione di pregare per le vocazioni; proprie e di tutta la Chiesa.
Pregare in modo incessante, senza stancarsi, ma serenamente, nella sincerità, nella fedeltà, nel silenzio, nel nascondimento, con fiducia e coraggio, all’unisono, ma ognuno con la sua storia alle spalle e i suoi desideri e speranze più vere davanti a sé.
Questo è il Monastero Invisibile al quale si è voluto dar vita: monaci nelle città, tra la gente e la vita di tutti i giorni. Pregare per le vocazioni, in primo luogo per realizzare la propria. Ognuno di noi ha ricevuto il grande dono dell’Anno vocazionale. Ciascuno è stato interpellato personalmente dal Signore per donarsi completamente a Lui. Ora il nostro compito è quello di vivere il discernimento. Precisare i margini delle vie che Dio apre davanti, fare qualche piccola scelta che porti con sé il segno della serietà e della definitività; che dica addio con poca nostalgia agli anni giovanili del primo entusiastico incontro con il Signore e si appresti ad accogliere la vita adulta che è da sempre pronta per ciascuno di noi.
Questo presuppone la preghiera, tanta preghiera. Affinché Dio raggiunga i nostri cuori, apra le nostre menti, animi il coraggio di chi teme che la sua richiesta sia troppo esigente e, non sapendo vincere incertezze e paure, gioca ad un infruttuoso nascondino.
In secondo luogo la preghiera è indirizzata a coloro che in questi anni abbiamo conosciuto, hanno camminato con noi e che hanno compiuto una scelta di vita più o meno definitiva (seminario diocesano, vita religiosa, clausura, consacrazione laicale, fidanzamento, impegno in politica, nel sociale, nella carità), superando alla fine, con la forza dello Spirito, resistenze ed indugi. Preghiamo per chi, un tempo compagno di viaggio, ha saputo rispondere: “Eccomi, manda me!”.
A livello pratico, il Monastero invisibile si articola nella preghiera quotidiana, che per ogni giorno del mese è affidata ad una o due persone del gruppo. L’idea è quella di dare continuità, di più, di non dare sosta alla preghiera silenziosa, adorazione eucaristica, S. Messa, Rosario, digiuno, etc. Si prega per sé, per gli altri componenti del gruppo, per i nostri preti, i nostri seminaristi, le nostre suore, novizie, postulanti, i nostri fidanzati.
Poi, una volta al mese ci si incontra per l’adorazione eucaristica comunitaria. Dopo l’esposizione dell’Eucaristia e l’invocazione allo Spirito santo perché discenda nei nostri cuori, viene annunciato il temo della serata (una vocazione biblica, Abramo, Mosè, Isaia, Maria, Pietro, etc.). La lettura di un brano della Bibbia è seguita da una rilettura personale che porta ad esprimere agli altri le risonanze che ha avuto in noi la Parola di Dio. Successivamente, con grande spontaneità, si offrono le proprie preghiere di domanda, di supplica, di lode, di pentimento al Signore e nel silenzio si adora il suo Mistero.
Davanti al Signore segue una preghiera litanica ricordando tutti gli amici partiti. Si termina con la preghiera del Papa per le vocazioni e l’affidamento a Maria. Il tutto si svolge nella semplicità, ciascuno consapevole della preziosità di questi momenti che il Signore ci dona. E donarci, è il verbo che ognuno deve cercare con i suoi gesti, i suoi pensieri, le sue riflessioni, di realizzare nella propria vita.