La Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni: tutti possono fare qualcosa
Da alcune diocesi e da alcuni direttori CDV, in questi ultimi tempi, si sentono delle “lamentazioni” che potrebbero essere riassunte così: non abbiamo molti mezzi anche dal punto di vista economico, abbiamo poca disponibilità perché quasi nessuno è a tempo pieno per la pastorale vocazionale, c’è poco collegamento con altri organismi o uffici pastorali cosicché le nostre iniziative appaiono sporadiche e scollegate, eccezionali non ordinarie. In particolare la Giornata Mondiale (GMPV) è ridotta ad un ricordo parziale in quella domenica: pochi si impegnano come vuole il n. 48 del documento “Gli sviluppi della pastorale delle vocazioni nelle Chiese Particolari” (1992) affinché: “non si riduca alla celebrazione di ‘una’ giornata fine a se stessa, ma costituisca sempre più, come è nelle sue finalità, un tempo di riflessione e di fervida preghiera, quindi momento culmine di tutto il servizio di evangelizzazione vocazionale di una Chiesa particolare”. Si lamenta una scarsa recettività da parte dei parroci o degli uffici diocesani; qualcuno vede anche la tendenza ad un ritorno a tante animazioni vocazionali separate, dove ciascuno (seminari diocesani, religiosi, religiose, missionari, nuovi movimenti e gruppi) semina e spera di raccogliere solo per se stesso! Molti operatori pastorali vorrebbero indicazioni semplici e risolutive, altri pensando al passato non accettano la complessità dell’accompagnamento oggi necessario per portare un giovane al sì definitivo, altri sottovalutano il problema rispetto ad altre emergenze pastorali, come se i problemi domani non crescessero mancando i ministri ordinati o i consacrati…
Nella sua storia di questi anni post-conciliari, la pastorale vocazionale si è trovata sempre di fronte a questi ostacoli! Essi tendono a scoraggiare soprattutto quelli che entrano nella pastorale vocazionale senza avere sperimentato le conseguenze del suo essere all’avanguardia nei metodi di lavoro e nelle proposte. Con la semplicità dei rapporti, la preghiera, pochi mezzi, ma con una forte passione per accompagnare la vocazione dei giovani, anche a livello nazionale la pastorale vocazionale si è dovuta fare largo con difficoltà. Ancora lungo è il cammino perché si arrivi a considerare la pastorale vocazionale “in intimo collegamento con tutta l’azione salvifica della Chiesa” (ivi n. 44), cioè una dimensione di tutta la pastorale e non un suo settore; perché si arrivi alla coscienza che tutti i fedeli fanno parte di una Comunione di chiamati, che a loro volta devono chiamare altri alla sequela di Cristo; che ogni vocazione è opera dell’amore del Padre, ma la grazia della chiamata passa attraverso la mediazione della Chiesa particolare e quindi delle comunità.
Di conseguenza: guai se ci fermiamo proprio davanti ai nostri ostacoli tipici! Il Centro Diocesano Vocazioni esiste anche proprio per questo. Dobbiamo invece combattere con forza la nostra tentazione di pretendere contesti pastorali ideali, molte forze a disposizione, risultati gratificanti anche solo in termini di apprezzamento dell’impegno… Quella vocazionale è una pastorale di prima linea, missionaria, con metodi e contenuti ancora “nuovi” per chi non è addetto ai lavori (anche tra clero e religiosi): inevitabile che abbia ancora poca risonanza e incontri diverse resistenze. Davvero qui c’è da affidarsi allo Spirito e alla sua forza: è lui che vuole la fecondità della sua Chiesa. Ma per noi è difficile accettare nell’azione pastorale la logica del granellino di senape o del fermento.
Per la GMPV un obiettivo immediato
Se non dobbiamo scoraggiarci e andare avanti con fede, dobbiamo però anche tenere conto dei nostri contesti pastorali e delle nostre forze effettive. Sappiamo bene che in diverse diocesi, c’è una situazione disagiata e pochi sono i canali per i quali far passare il tema della GMPV e una sua adeguata celebrazione. Ma nello spirito di quanto detto sopra, se un CDV vuole animare una GMPV deve partire con un pregiudizio positivo (che ha un fondamento teologico e reale): in ogni chiesa locale ci sono già delle occasioni adatte (tutto l’ambito della liturgia e della catechesi) e altre si possono creare. Anche un direttore CDV alle prime armi, che non è ancora riuscito ad impiantare degli itinerari stabili, ha però alcune possibilità che non si deve lasciare scappare.
L’obiettivo immediato che ci si deve proporre è che la GMPV non sia ridotta ad un semplice ricordo nella Messa della quarta domenica di Pasqua o non divenga la giornata delle lamentazioni; ma una occasione in cui la Chiesa particolare e le sue comunità parrocchiali sono invitate prima al rendimento di grazie e poi alla richiesta al Padrone della messe che moltiplichi gli operai per la sua Chiesa. Gli atteggiamenti da proporre saranno:
– la gratitudine per i tanti doni di vocazioni consacrate che arricchiscono la Chiesa;
– la preghiera costante e fiduciosa al Padre, con i giovani e per i giovani, perché i talenti preziosi che ha dato loro non vadano dispersi;
– l’approfondimento della coscienza vocazionale di tutti i fedeli;
– l’assunzione di responsabilità da parte di tutti, per far conoscere le vocazioni, per proporle ai più adatti e per accompagnarli: tutti (sacerdoti; consacrati e laici) possono e devono fare qualcosa per tutte le vocazioni!
Cosa proporre in Parrocchia?
Tentiamo di dare ora alcune indicazioni. Nessuna pretesa di essere esaustivi; né si deve fare tutto quello che viene detto qui: si offrono degli stimoli dai quali ciascuno prenderà solo le cose che gli sembreranno più adatte al suo contesto; oppure ne inventerà di simili. Una “celebrazione” ecclesiale, come ogni avvenimento importante, esige: una certa preparazione previa; un momento culminante; un “ritornarci sopra” per approfondire e interiorizzare i valori propri degli eventi che si sono celebrati.
Un cammino di comunità
La celebrazione della GMPV dovrebbe essere preparata attraverso delle iniziative che costituiscano nell’insieme un certo cammino della comunità parrocchiale e sbocchino nella celebrazione della Giornata come fatto atteso e significativo per ognuno: ogni anno questa tappa dovrebbe aggiungere qualcosa alla coscienza vocazionale di tutta la parrocchia.
Coinvolgere tutti
Ognuno ha un contributo da dare; ad ognuno c’è un messaggio vocazionale da rivolgere; ogni età o condizione ecclesiale ha diritto ad un approfondimento del suo cammino di sequela di Cristo, che abbia già scelto uno stato di vita oppure no. Il Consiglio Pastorale parrocchiale è chiamato qui a dare il suo contributo, magari con la suddivisione dei compiti secondo le commissioni o gruppi interni, coordinati dal Parroco, dagli eventuali religiosi/e o consacrati, dall’animatore vocazionale parrocchiale se c’è.
Uso dei sussidi
Utilizzare i sussidi preparati con competenza e grande ricchezza dal Centro Nazionale Vocazioni (CNV), gran parte dei quali sono pensati per la parrocchia. Si segnala soprattutto la “Settimana vocazionale” per il suo cammino breve ma ricco, che si dovrebbe estendere e divenire uno dei punti fissi della pastorale delle nostre Diocesi e parrocchie.
Itinerari pastorali
Gli itinerari (semplici o più articolati secondo le possibilità della parrocchia) dovrebbero comunque tenere presente la liturgia, la catechesi, l’azione caritativa.
– La Liturgia
Già nelle domeniche precedenti, magari a partire dalla Giornata della gioventù che deve sempre più divenire una giornata “vocazionale” ci possono essere dei richiami nell’Eucaristia: nell’omelia, nella preghiera dei fedeli preparata dai vari gruppi, con qualche gesto simbolico alla presentazione dei doni (vedi sussidi CNV). Si possono fare momenti di preghiera specifici per ragazzi, giovani, famiglie, ammalati, ecc., con ascolto della Parola (brani vocazionali), silenzio; condivisione… tutto adattato al tipo di presenti (vedi sussidi CNV). Nella Liturgia delle ore si possono inserire intercessioni specifiche vocazionali. Si possono fare Ore di adorazione o Celebrazioni Eucaristiche per le vocazioni sacerdotali e religiose (già previste dal Messale). Utilissime potrebbero essere la celebrazione di un Battesimo e/o di un Matrimonio e/o di una “professione di fede” di adolescenti, nelle messe domenicali precedenti la GMPV, per fare apparire la unità e la diversità dei doni. La fantasia pastorale può suggerire tante altre celebrazioni (rosario vocazionale nel mese di maggio, ecc.).
– La Catechesi
Prima di tutto incontrare i catechisti per aiutarli a riflettere se vivono il proprio ministero vocazionalmente e a valutare tutta la gamma delle iniziative educative e catechistiche parrocchiali per verificare se sono già attente alla dimensione vocazionale: è un’occasione buona per riscoprire quello che ci dovrebbe già essere, ma che di fatto è un argomento spesso “dimenticato”; poi concordare alcuni incontri catechistici per tutti i gruppi (non solo i fanciulli o i giovani, ma anche i fidanzati, gli adulti o i gruppi famiglia!) utilizzando i nuovi catechismi CEI dove si possono trovare parti dedicate specificamente alle vocazioni di speciale consacrazione.
Si possono proporre testimonianze vocazionali di presbiteri, consacrati o missionari soprattutto quelli conosciuti e presenti in loco. Catechesi particolari si possono fare se c’è l’occasione di un anniversario, di una partenza di missionari, di una professione o ordinazione… Si può cogliere l’occasione della Benedizione delle Famiglie nel tempo Pasquale per toccare anche questo tema soprattutto nel colloquio con i genitori o se si fa un momento di preghiera. È bene dare spazio al tema che ogni anno il CNV prepara – quest’anno è: “Lascio tutto… Eccomi”- in linea col cammino pastorale della Chiesa italiana e con qualche segno dei tempi nella realtà giovanile; esso è accompagnato da un Sussidio di catechesi che dovrebbe essere utilizzato nei gruppi di catechesi adattato alle diverse esigenze.
– La Carità
È questa l’occasione per “educare al Vangelo dalla Carità” soprattutto i più giovani, ma anche gli adulti, mettendoli a contatto con qualche attività o Opera caritativa gestita o animata da dei consacrati dove appaiano chiaramente, al di là dei sempre ottimi valori umani, l’apertura alla Trascendenza; la dimensione “verticale” del servizio al povero o all’emarginato, e soprattutto la disponibilità di alcuni uomini e donne che danno la vita intera prima di tutto per annunciare il Vangelo della salvezza ai poveri e così trasmettere l’amore di Dio per il mondo e per ogni uomo. Si può aiutare a iniziare o a proseguire con fedeltà qualche impegno di volontariato sul territorio (anziani, handicappati, emarginati, ecc.), a nome della parrocchia stessa; oppure può essere l’occasione per favorire il sorgere di qualche servizio stabile dentro la parrocchia sia esso un ministero istituito o di fatto. La GMPV dovrebbe aiutare a capire che la cosa più importante è che qualunque impegno a favore degli altri dovrebbe essere motivato sempre evangelicamente (per amore di Dio, per servire e amare Cristo nel povero, per edificare il Corpo di Cristo…) e non da bisogni personali o sociali: allora diventa servizio che matura vocazionalmente!
Giovani e ragazze
Un’attenzione particolare va data certamente ai giovani e alle ragazze dalla preadolescenza in su: tutta la comunità, in questo periodo dell’anno in particolare, li dovrebbe mettere al centro della propria preghiera e della propria cura educativa. Il parroco soprattutto, ma anche le religiose o i consacrati e gli educatori preparati a questo, potrebbero cogliere l’occasione per proporre a quelli che sono più maturi e disponibili un cammino di direzione spirituale. Questo è oggi lo strumento privilegiato, a patto che sia inserito in un contesto di educazione e di pratica della vita spirituale, per “pro-vocare” la risposta e accompagnare ad una decisione definitiva di donazione totale di sé.
In sintesi…
L’intento che dovrebbe guidare sempre la pastorale vocazionale in parrocchia è quello di far emergere “esplicitamente” ogni elemento vocazionale già presente nelle celebrazioni, nella catechesi e nei servizi caritativi. Più in particolare, in questo periodo occorre anche intraprendere delle iniziative pastorali specifiche per far conoscere e pregare per le vocazioni consacrate, come quelle suggerite sopra.
Cosa fare nella Diocesi?
Qui occorre soprattutto riscoprire il ruolo del Centro Diocesano Vocazioni: ad esso, in collaborazione con gli altri organismi pastorali diocesani (Seminario; organismi diocesani dei religiosi e dei consacrati secolari; ufficio o centro missionario; ufficio catechistico e altri uffici pastorali che è opportuno contattare) è affidata la organizzazione a livello diocesano, la diffusione dei sussidi del Centro Nazionale, la preparazione prossima. Ogni Diocesi può avere spazi e disponibilità diverse anche tenuto conto dell’attenzione all’animazione vocazionale presente nel Piano Pastorale Diocesano e nella prassi pastorale. In ogni caso non dovrebbero mancare alcuni momenti significativi a livello centrale (per es. nella Cattedrale o comunque attorno al Vescovo) o nei centri dei Vicariati o delle zone pastorali. È bene che la celebrazione della GMPV abbia anche uno o più momenti di convocazione sovra parrocchiale proprio per mettere meglio in luce il legame delle vocazioni di speciale consacrazione con la Chiesa particolare, anzi con quella universale, sia per l’origine che per la destinazione.
– Si possono fare Veglie di preparazione alla GMPV col Vescovo o con qualche testimone significativo della Chiesa locale; altri incontri diocesani a carattere liturgico (es.: preghiera del Vescovo con i ministranti o con i cresimandi o con i “diciottenni” o con tutti i giovani della diocesi, ecc.); incontri a carattere conoscitivo e formativo: presentazioni di diversi “carismi” presenti in diocesi e delle attività che svolgono, testimonianze, catechesi vocazionali; iniziative ordinate alla crescita della “vita spirituale” (esercizi, ritiri, permanenze in monasteri o luoghi di preghiera); possono essere indetti un mese o una settimana vocazionale in tutta la Diocesi con le diverse iniziative suggerite dai sussidi del CNV, in corrispondenza del tempo di Pasqua con al centro la GMPV, oppure dalla GMPV fino alla Pentecoste, festa di tutti i carismi e i ministeri nella Chiesa; il tema della Giornata può essere sviluppato nelle Stazioni Quaresimali e concluso nella Veglia di Pentecoste.
– Non si dovrebbero dimenticare i mass-media: il settimanale diocesano, le radio o televisioni locali: sia per far conoscere il messaggio del Papa, sia per comunicare le altre iniziative diocesane o per interventi e testimonianze; potrebbe anche essere suggerito un intervento del Vescovo stesso con un suo messaggio.
– Un posto di rilievo dovrebbe essere dato alle Ordinazioni Diaconali o Presbiterali, o alla Professione di qualche consacrato della diocesi o al Mandato di qualche missionario, se è possibile metterli in quella data, per concentrare l’attenzione della Diocesi sia per la preghiera che per la coscientizzazione vocazionale.
– Un’altra iniziativa soprattutto per i giovani è la creazione di un Recital a sfondo vocazionale: può essere occasione di incontro tra i giovani di diverse parrocchie e i seminaristi o i novizi presenti in diocesi che potrebbero guidare la realizzazione.