N.01
Gennaio/Febbraio 1997

Un campo vocazionale per raggiungere i “lontani”

L’estate… un periodo denso di iniziative di animazione per i giovani, che prendono svariati nomi in base all’esperienza proposta: “Campo scuola” – “Campo di lavoro” – “Campo di condivisione” – “Campo vacanza” – “Esercizi spirituali”… Tante iniziative con un denominatore comune: vivere insieme una forte esperienza di Dio. Tra le proposte estate ‘96, che le Oblate di Maria Vergine di Fatima hanno rivolto ai giovani, c’è una novità: un “campo di condivisione”.

Una condivisione che significa essere insieme per: imparare a sincronizzare il passo con i fratelli, giorno dopo giorno, verso la meta: Gesù!; divenire interlocutori di quanti il Signore pone sulla nostra strada; accogliere gli altri facendosi compagni di viaggio; entrare in dialogo perché nasca l’amicizia e il bene dell’altro. Insieme, quindi per essere. Non per contare di più, incidere di più, produrre di più, apparire di più… Insieme per essere Chiesa.

 

Percorsi di un’esperienza

Il nostro Istituto, che conta 18 anni di fondazione, ha avuto fin dalle sue origini una particolare attenzione per il mondo giovanile. Attenzione che si traduce anche nel proporre, durante l’anno, delle iniziative atte a promuovere un itinerario di fede. Tra le tante proposte, il campo estivo costituisce uno degli appuntamenti più significativi, perché permette alle giovani di potersi fermare e porsi in ascolto di Dio.

In questi ultimi anni è andata maturando in noi la consapevolezza che l’incontro con Cristo, nella Parola, suscita, nel cuore di chi l’ascolta, l’esigenza di condividere il dono ricevuto. Tale esperienza di confronto e di condivisione, favorisce inoltre una maggiore integrazione della fede nella propria storia ed una crescita autentica nella sequela di Cristo. Questa presa di coscienza si è concretizzata nella scelta di proporre un campo estivo che rendesse possibile ambedue le esperienze: un autentico incontro con Cristo, attraverso l’ascolto della Parola, la preghiera e la riflessione personale; un autentico incontro con i fratelli, attraverso momenti di condivisione, annuncio, animazione.

Così quest’anno è nata l’idea di una nuova impostazione: un Campo di Condivisione. Abbiamo voluto realizzare, insieme ad un gruppo di 18 ragazze, provenienti da varie città d’Italia dove operano le nostre comunità, un progetto che partisse dalla convinzione che la fede si accresce donandola e che la vita si realizza totalmente solo nel dono. Un progetto tutto da inventare! Come fare?…

Un primo incontro con don Emilio Aspromonte, direttore del Centro Regionale Vocazioni della Calabria, ci ha permesso di individuare i luoghi dove attuare questa iniziativa: Oasi Sant’Antonio, Cerisano (CS), per l’esperienza di ascolto, preghiera e riflessione personale; Comunità di Marano Principato (CS), per vivere l’incontro con i fratelli. Un primo approccio nell’aprile 1996 con la comunità principatese ci permetteva di scoprire che Dio ci stava guidando nella realizzazione di questo progetto.

Due attese ricevevano risposta: da parte nostra, la “scoperta” di una comunità, quella di Marano Principato, viva, accogliente, pronta a “rilanciarsi” con coraggio; da parte della comunità di Marano, la risposta ad un’attesa per cui si era tanto pregato e sperato: una missione che ravvivasse la fede della comunità e che permettesse di raggiungere i giovani ancora ai “margini” di un cammino di fede. È stato facile dunque focalizzare il progetto da realizzare, unendo obiettivi e forze.

“Insieme è più bello” diventava lo slogan di questa iniziativa, perché ci scoprivamo profondamente uniti dai medesimi desideri: narrarci l’intervento di Dio nella nostra vita; andare insieme verso i fratelli più “lontani” per aiutarli a scoprire l’amore di Dio. Per le ragazze del campo l’esperienza (svoltasi dal 18 al 31 agosto) si è concretizzata innanzitutto in un itinerario spirituale attraverso il quale ciascuna ha potuto verificare la propria vita alla luce della Parola di Dio.

Alcune figure bibliche ci hanno accompagnato, indicandoci i sentieri da percorrere affinché la nostra vita si apra generosamente all’amore: Adamo: l’eccomi alla vita; Abramo: una storia di fiducia; Mosè: mandato da Dio; Maria: un sì per un dono totale; gli apostoli: una missione che nasce dal cuore; la Chiesa: mandata dallo Spirito a narrare.

Inoltre le partecipanti al campo, insieme alla comunità di Marano Principato, hanno riflettuto sul significato dell’essere mandati da Dio ad annunciare. Dalla riflessione e dallo scambio di esperienze è nata la programmazione della settimana di animazione (25-31 agosto) svoltasi a Marano in tre ambiti di operatività: la famiglia; i ragazzi; i giovani.

 

 

RITMO DELLA GIORNATA 

Ragazze del campo

Mattina (I – II settimana – Cerisano): Lodi – Lectio – Deserto – Condivisione (durante il Campo sono stati vissuti alcuni momenti particolari di preghiera: una giornata di Romitaggio – l’Adorazione Eucaristica – la Penitenziale – Veglia allo Spirito Santo).

 

Ragazze del campo e animatori di Marano

Pomeriggio (I settimana – Cerisano): Fraternità – Corso per animatori – Programmazione della settimana di animazione – Celebrazione Eucaristica.

(II settimana – Marano): Celebrazione Eucaristica in parrocchia – Animazione per ambiti: Famiglia, Giovani, Ragazzi – Santo Rosario nei Rioni (le riflessioni mariane sono state preparate dalle ragazze del Campo) – Serate in Piazza.

 

Prima di intraprendere questa missione, come i discepoli e Maria nel giorno di Pentecoste, ci siamo riuniti ed abbiamo chiesto allo Spirito di rinnovare i suoi prodigi. Siamo stati “investiti” dei suoi doni, primo fra tutti il dono di una comunione profonda con tutti gli animatori di Marano, una comunione espressa attraverso il vicendevole sostegno nella missione e la reciproca ospitalità… Il gruppo dei “missionari” era pronto a partire: Dio Padre ci aveva radunati; l’amore del Cristo ci spingeva; lo Spirito ci aveva reso “un cuor solo e un’anima sola”… Eravamo certe che il Signore avrebbe aggiunto alla nostra comunità nuovi fratelli e sorelle… E così avvenne…

 

 

Una comunità in attesa

Annuncio della settimana di animazione formulato dalle ragazze del campo e dagli animatori di Marano Principato e letto in Parrocchia il 25 agosto:

“La nostra comunità sta per vivere un momento di grande gioia in prossimità della festività di Maria SS. Quest’anno infatti sarà una festa speciale, perché la Madonna ha voluto farci un dono: la possibilità di vivere, con un gruppo di giovani provenienti da diverse parti d’Italia, accompagnate dalle Suore Oblate di M.V. di Fatima, una settimana di animazione (25-31 agosto). Questa proposta ci è giunta alcuni mesi fa, ed è stata accolta con gioia e speranza; l’abbiamo vista come un segno della Provvidenza di Dio che veniva incontro ad una nostra grande attesa ed esigenza: ravvivare la nostra fede ed animarla di nuove energie per sentirci sempre più Chiesa viva ed unita. Abbiamo quindi accettato con gioia la proposta che, piano piano, si rendeva sempre più chiara e rispondente alle esigenze della nostra comunità.

La settimana di animazione si occuperà di entrare in comunione con tutte le realtà presenti: le famiglie e gli anziani – i giovani – i ragazzi.

Siamo chiamati dunque, tutti insieme, in questi giorni di festa, a far festa prima di tutto nei nostri cuori, cercando, con un po’ di buona volontà, di liberarci dai nostri piccoli o grandi pregiudizi ed egoismi per entrare così in un’atmosfera di vera solidarietà, di comunione e di simpatia reciproca, con la voglia di stare bene insieme per sentirci quello che veramente siamo: una Chiesa viva, radunata attorno al Cristo Risorto, una grande famiglia, per la quale siamo chiamati tutti a lavorare con spirito di festa e di comunione”.

Nel corso della settimana di animazione siamo dunque venute in contatto con tutte le realtà presenti sul territorio: le famiglie e gli anziani, che sono stati visitati dai giovani e dalle suore; i giovani, per i quali è stato aperto un punto di incontro nella saletta accanto alla Chiesa e sulla Piazza, dove potevano trovare qualcuno sempre disponibile ad ascoltarli e per i quali inoltre sono state animate serate di festa e di giochi in piazza; i ragazzi, che sono stati impegnati in attività manuali, sportive e ricreative.

Man mano che l’iniziativa si delineava e si attuava, sperimentavamo che davvero insieme è più bello, perché la condivisione della ricchezza di ciascuno ci permetteva di scoprire l’altro come dono e come luogo della manifestazione di Dio. Tutto in noi ed intorno a noi era una canto di festa… e ci sorprendevamo della spontaneità con cui sempre più voci (di qualunque età) si univano a noi nel cantare: “È più bello insieme, è un dono grande l’altra gente… e raccolgo nel mio cuore la speranza ed il dolore, il silenzio, il pianto della gente attorno a me. In quel pianto, in quel sorriso è il mio pianto, il mio sorriso. Chi mi vive accanto è un altro me” (Canto del Gen Verde che ha accompagnato l’esperienza).

 

 

Un’esperienza da ripetere?

L’atteggiamento di fiducia e di speranza rinato nel cuore di tanti giovani ormai rassegnati a “lasciarsi vivere”; la vivacità e la spontaneità con cui ci comunicavamo l’esperienza di Dio; le amicizie autentiche nate in piazza nelle serate sempre più affollate e partecipate; la passeggiata conclusiva di 12 chilometri in montagna che ha visto finalmente, come compagni di percorso, “gente di Chiesa” e “gente di bar” la parrocchia gremita di amici di ogni età riuniti a lodare Dio per l’amore riscoperto in sé e attorno a sé; ed infine la genuina commozione che è tracimata dal profondo dell’animo di tutti la sera della nostra partenza, ci fanno credere che la comunione è possibile e che vale la pena investire tutte le forze perché possa realizzarsi sempre ed ovunque!

Tanti volti… un unico cuore: il vero volto della Chiesa! È questa l’esperienza che ha fatto maturare in alcune ragazze del campo la decisione di fare della propria vita un dono totale e gratuito, affinché ogni persona sia raggiunta dal messaggio di Cristo.

 

 

Per concludere… un grazie

Noi, Oblate di Maria Vergine di Fatima, ti diciamo grazie, Chiesa, perché ci aiuti a ricollocare le nostre tende nell’accampamento degli uomini. Grazie, perché, riscoprendo la legge dell’incarnazione che condusse il Maestro ad abitare in mezzo a noi, ti sei decisa a vivere con gli uomini una condiscendenza a tutto campo. Perché vuoi che la presenza divina permei anche le fibre più profane dell’universo.

Ma grazie, soprattutto, per quella notizia inaspettata, stupenda, che ci dai col fremito dei lieti annunci: quando affermi cioè, che le gioie degli uomini sono anche le gioie del cristiano, e che tra le une e le altre, corre il filo doppio della simpatia.

È incredibile. Eravamo abituati a condividere solo i dolori del mondo. Ed ecco ora lo sconvolgente messaggio: le gioie genuinamente umane, che fanno battere il cuore dell’uomo, per quanto limitate e forse anche banali, sono condivise anche da Dio e fanno parte di quella felicità che sperimenteremo nel Regno. Non vi è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel nostro cuore di credenti. Colpo di scena o colpo di genio? Forse è solo colpo di grazia! (Tonino Bello).