N.02
Marzo/Aprile 1997

Cogliere e valorizzare “le occasioni” di animazione vocazionale

Sono prete da 35 anni. Ho fatto tutto il Seminario come vigeva allora: dalla1a media al liceo classico alla Teologia. La mia vocazione risale a quando arriva la mia memoria. Vivevo in un paesino dell’Appennino parmense, che ha dato alla Chiesa una decina di vocazioni sacerdotali (viventi) oltre che vocazioni religiose. Certamente il fatto del mio orientamento al sacerdozio è da riferirsi anche allo zelo pastorale del mio parroco – Don Tullio Folessani – oltre che al tessuto di fede vissuta nella nostra famiglia. Ricordo ancora una grande festa per il paese, quando si celebrò “il decennale” di sacerdozio dell’Arciprete. Diventato presbitero nel 1961, fui inviato subito in una grossa parrocchia di campagna, con tradizione oratoriana, e non posso dimenticare le “Feste di San Luigi”, celebrate per stringersi ogni anno attorno al vecchio Monsignor Luigi Copello, nel giorno del suo onomastico. Erano feste solo per il parroco o avevano un’altra valenza?! Oggi è raro che si faccia festa attorno al prete! Sarà un bene? Le ordinazioni diaconali, presbiterali, essendo rare, hanno ancora la forza di interessare. E i 25° e i 50° di sacerdozio o di vita religiosa? Mi è chiesto di “narrare” come si può, oggi, valorizzare in chiave vocazionale, questi momenti. Occasioni per l’annuncio e l’animazione vocazionale.

 

Attenzione “comunitaria” alle vocazioni

Mi ha fatto pensare l’insistenza del Papa – nella Pastores dabo vobis e anche nei suoi messaggi per la Giornata Mondiale per le Vocazioni – sulla necessità di coinvolgere tutta la comunità nella animazione vocazionale. Anche riguardo al comando del Signore, sulla preghiera per le vocazioni, intesa come “supplica incessante e fiduciosa” per ottenere questi “doni di Dio”, il Papa ci dice: “Ma oggi l’attesa orante di nuove vocazioni deve diventare sempre di più un’abitudine costante e largamente condivisa nell’intera comunità cristiana in ogni realtà ecclesiale. Così si potrà rivivere l’esperienza degli apostoli, che nel cenacolo, riuniti con Maria, attendono in preghiera l’effusione dello Spirito (cfr. At 1,14), il quale non mancherà di suscitare ancora nel popolo di Dio degni ministri dell’altare, annunziatori forti e miti della Parola che ci salva”[1]. “La Chiesa… è responsabile della nascita e della maturazione delle vocazioni sacerdotali (e di speciale consacrazione). Di conseguenza la Pastorale vocazionale ha come soggetto attivo, come protagonista la comunità ecclesiale come tale…”[2].

Bastano queste due citazioni per metterci in sintonia con la Chiesa universale, sempre impegnata a fare la sua parte anche nel campo delle vocazioni. Sarà anche corale l’impegno a far sì che i ragazzi, gli adolescenti e i giovani sappiano scoprire e seguire la propria vocazione. La Chiesa adempie questo suo compito anche “educando al gusto dell’impegno, al senso del servizio gratuito, al valore del sacrificio, alla donazione incondizionata di sé. Si fa allora particolarmente utile l’esperienza del volontariato verso cui sta crescendo la sensibilità di tanti giovani: se sarà un volontariato evangelicamente motivato, capace di educare al discernimento dei bisogni, vissuti con dedizione e fedeltà ogni giorno, aperto alla eventualità di un impegno definitivo nella vita consacrata, nutrito di preghiera, esso saprà più sicuramente sostenere una vita di impegno disinteressato e gratuito e renderà più sensibile chi ad esso si dedica, alla voce di Dio che lo può chiamare al sacerdozio”[3].

 

“Occasioni” in una parrocchia di campagna di circa 7.800 persone

Sono in servizio da circa 12 anni nella Parrocchia di S. Martino in Noceto (PR). Per cinque anni assieme al vecchio parroco; alla morte di questi, ho avuto collaboratori saltuari. Oggi ho un vicario parrocchiale. Credo che i momenti più forti di animazione vocazionale siano stati quelli legati al 50° di ordinazione del vecchio Monsignore assieme al mio 25°; l’Ordinazione diaconale e Presbiterale di Francesco, un nostro giovane proveniente dall’AGESCI; la celebrazione del 50° di sacerdozio di padre Gaetano, missionario saveriano del paese; l’accoglienza di una decina di brasiliani per celebrare il 25° di vita missionaria di Myriam, una laica che si trova nel Mato Grosso.

Pur avendo questi preziosi “anniversari”, la nostra parrocchia potrebbe essere molto più feconda di nuove vocazioni di speciale consacrazione. Tante famiglie buone, di sane tradizioni cristiane; un Oratorio, che ha compiuto quest’anno il 70° della sua fondazione; associazioni educative (Azione Cattolica, Scout) al tutto esaurito; la presenza di due presbiteri e di una comunità religiosa, una quarantina di catechisti… si direbbe che sono le premesse migliori per creare un clima, un terreno buono, perché il Signore possa gettare il seme e questo trovare le condizioni necessarie per portare frutto. Ma questi frutti, oggi, sono molto rari.

– Nel 1986 cadeva il 50° di sacerdozio e il 40° di parrocchialità di Mons. Luigi Copello. Era l’anno della la visita pastorale di S.E. Mons. Benito Cocchi. Voce Amica, il bollettino parrocchiale, riporta il programma di tutti questi avvenimenti. La presenza dell’immagine della B.V. di Fatima ha coinvolto per una settimana tutta la popolazione, che non sa resistere al fascino di Maria. Una preghiera incessante saliva al Signore per il vecchio Monsignore e anche per ottenere nuove vocazioni. Il riferimento a questo carissimo pastore, le preghiere della comunità, l’attività educativa – mirata al servizio – dell’AGESCI e tante altre cause ancora a noi ignote hanno fatto maturare la decisione di Francesco Ponci, che entra nella Teologia del Seminario Diocesano, dopo aver superato felicemente la maturità classica.

 

– Il 22 maggio 1993 ha segnato una data indimenticabile per la parrocchia di Noceto. Dopo gli anni di necessaria preparazione (filosofia e teologia) e un anno di Diaconato presso una viva parrocchia della città, Francesco è ordinato Presbitero. La domenica successiva celebra nella sua parrocchia la 1a Messa solenne. La parrocchia è stata coinvolta per un anno intero sul tema del Sacerdozio Ministeriale e sulle vocazioni. Non c’è stato gruppo di Catechismo, associazione (ACR e AGESCI) o celebrazione particolarmente significativa, in cui non si sia parlato di Francesco, che diventava presbitero. Tutta la popolazione è stata poi coinvolta nel momento culminante di preparazione, costituito dalla “Missione al popolo”, tenutasi alla fine di aprile, animata dai PP. Passionisti. “Oggi devo fermarmi a casa tua” era lo slogan della Missione. Il grande quadro a colori, raffigurante San Martino, nostro patrono, che divide il suo mantello con il povero, con il programma della festa e una preghiera per la Missione e l’Ordinazione Presbiterale di Francesco è stata lasciato in tutte le 2.700 famiglie del paese, durante le Benedizioni Pasquali. Anche questa è stata un’occasione per parlare della vocazione del prete e del grande dono della chiamata. I piccoli, gli anziani, i giovani, i membri delle associazioni, le famiglie tutta la comunità ha colto la portata vocazionale di tale avvenimento. La preghiera più fervida, l’augurio più desiderato è stato di poter ripetere questa esperienza molto più spesso. Infatti l’altra festa analoga, per l’ordinazione presbiterale di un giovane della parrocchia, era stata vissuta nel 1963. Faremo di tutto perché non passino ancora trent’anni.

Il 17/03/1996 il Papa ha presieduto alla solenne Beatificazione di S.E. Mons. Guido Maria Conforti, vescovo di Parma e fondatore dei Missionari Saveriani. Possiamo attestare che questa figura di Vescovo ha lasciato un segno visibile di “missionarietà” anche nella nostra parrocchia. Tra l’altro l’arciprete di allora don Ormisda Pellegri fu uno dei primi collaboratori del Beato Guido Maria, soprattutto nella guida dei giovani seminaristi missionari. Da allora la parrocchia è rimasta molto legata ai Missionari Saveriani. Già in quegli anni fioriva a Noceto una vocazione missionaria: P. Gaetano Perlini, che fu missionario in Cina e poi in Giappone. Quest’anno abbiamo celebrato il suo 50° di sacerdozio e di Missione, con sentita partecipazione di tutto il paese.

 

– Miryam Catellani, missionaria laica in Brasile da 25 anni. Nel 1970 una giovane maestra, Myriam Catellani, non poteva più trattenere il fuoco che le bruciava dentro e partiva – con l’Operazione Mato Grosso dei Padri Salesiani, per il Brasile. La destinazione era Paraìso, nel Comune di Poxorèo, nello stato del Mato Grosso. Ho visitato personalmente due volte “la missione” di Myriam, a distanza di 10 anni. Ho potuto constatare con i miei occhi le grandi cose che il Signore compie in coloro che si affidano a Lui e si mettono a sua disposizione per aiutare i poveri. In luoghi impervi (fuori del mondo!) Myriam è riuscita ad impiantare per 300 bambini una scuola, che è ritenuta all’avanguardia nello stato del Mato Grosso, un posto di salute, un centro sociale, che gestisce anche una fornace per i mattoni, il telefono… È diventata il punto di riferimento per tutto, anche della vita religiosa. Ha impostato con grande serietà la catechesi e la preghiera, preparando la strada al Missionario – il P. Pedro -, che arriva quando può, avendo da seguire un territorio immenso

Nel 1995 abbiamo voluto festeggiare in parrocchia il suo 25° di missione. Il Consiglio Pastorale ha voluto sostenere il rientro di Myriam con altre quattro persone della sua comunità per fare festa insieme. Avremmo poi ricambiato la visita, andando a nostra volta a Paraìso. Myriam arrivò ai primi di febbraio ‘95 con Inacio, uno dei contadini fondatori di Paraìso e grande sostenitore della missione di Myriam; Maria Josè, maestra e coordinatrice della catechesi; Francisco, uno dei bambini poveri accolti agli inizi e ora studente universitario nella Capitale; Emanuela, figlia di Myriam maestra e collaboratrice. Per questa circostanza una coppia di giovani sposi mise a disposizione l’appartamento, ritirandosi in una mansarda, abitazione della sposa da signorina. È nato il Gruppo di Amici sostenitori di Myriam. Una gara di generosità riuscì a raccogliere 100 milioni – per acquistare un nuovo scuolabus per ricuperare i bambini, che altrimenti non potrebbero frequentare la scuola.

L’incontro col Vescovo; con alcune realtà significative della Diocesi, il viaggio a Roma e ad Assisi sono stati momenti indimenticabili per questi nostri fratelli brasiliani. La parrocchia ha vissuto in questo modo un periodo di grazia notevole e la sua vocazione “missionaria” ne è uscita certamente arricchita. Fra due anni potremo ripetere la stessa festa per un altro laico nocetano, partito due anni dopo Myram; ora particolarmente legato alla Operazione Mato Grosso: Federico Toscani

 

– Anche le vocazioni religiose femminili trovano nella presenza in parrocchia di una comunità religiosa, che dedica ai piccoli della scuola materna e, con una religiosa anche nella casa Protetta agli anziani, una testimonianza di amore diretta, che fa toccare con mano cosa vuol dire “offrire tutto perché il Signore possa salvare tutti”. Anche per loro in questi anni abbiamo occasioni per celebrare 25mi di professione e mettiamo in evidenza tutti gli anni la rinnovazione dei loro voti, sottolineandone il valore a tutta la Comunità. In parrocchia non abbiamo presenze di Istituti secolari, ma solo “sorelle aggregate”, che, aiutate a cogliere la spiritualità del fondatore delle nostre Suore, le Piccole Figlie dei SS. Cuori di Gesù e di Maria, diventano preziose collaboratrici in tutta l’attività pastorale.

 

Conclusioni

Dopo tanti anni trascorsi nell’animazione vocazionale avrei forse dovuto compiere un’azione più diretta per le vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione, una volta nominato parroco. Senza dimenticare questo ho visto che bisogna entrare nella vita della comunità, che è quella che è, e all’interno di questa vita cogliere tutte le occasioni che si presentano con risvolti vocazionali. Non è venuto a mancare il coraggio di “proposte personali”, ma occorre essere sempre più rispettosi dei ritmi personali e attenti ad accompagnare un cammino anche lungo verso le varie chiarificazioni.

Ciò che ho ricordato in questo mio intervento si può dire che fa parte del “tessuto vocazionale” normale di una parrocchia. È importante vivere questi momenti con molta intensità, non solo perché si mettono in evidenza i vari carismi e le varie chiamate, ma anche perché questi momenti sono carichi di quei valori umani, legami affettivi, che non sono parte irrilevante per lo sbocciare e il maturare delle vocazioni.

Occorre saper superare la tentazione di “vedere presto dei risultati”. È molto importante creare un clima di apprezzamento nella fede e di apprezzamento anche umano di queste vocazioni, che favorirà l’apertura al dono di Dio e la disponibilità necessaria, perché ancora oggi “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.

 

 

 

 

Note

[1] Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, n. 38.

[2] Ivi, n. 41.

[3] Ivi, n. 40.

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