N.05
Settembre/Ottobre 1997

Aspettare e preparare la nascita e il battesimo: gli aspetti vocazionali

La storia della nostra famiglia è nata nel 1980 dopo un lungo cammino di vita nella nostra comunità parrocchiale dove abbiamo acquisito e consolidato l’appartenenza alla Chiesa e a Cristo.  Il Matrimonio è stato per noi un naturale approdo alla vita sacramentale, dal quale abbiamo felicemente accolto il nostro primo figlio Tommaso. 

Dopo alcuni anni abbiamo avuto una serie di cambiamenti che riguardavano in particolare il lavoro di Claudio e lo studio di Daniela per conseguire il Magistero che ha consentito il lavoro con l’inserimento nella scuola. In questi anni di duro studio e lavoro, ma anche di grande arricchimento, mentre Tommaso cresceva sereno, non avevamo come obiettivo, altro che quello di trovare per la nostra famiglia un equilibrio spirituale e materiale che ci permettesse di crescere. Di conseguenza avevamo messo da parte, anche se desiderato in fondo al cuore, il desiderio di un altro figlio.

In questi progetti che avevamo fatto per noi e per la maggiore stabilità della nostra famiglia, abbiamo avvertito soprattutto nella preghiera costante che non eravamo soli e tutto questo ci ha aiutato ad andare avanti. Nel ‘93 Daniela ha terminatogli studi che ci hanno permesso da una parte una interessante esperienza di lavoro per Daniela con l’insegnamento della religione cattolica, dall’altra la possibilità di cambiare casa e lasciare il seminterrato dove abitavamo.

Raggiunta la tanto desiderata stabilità con il lavoro e la nuova casa, l’attesa di Marta è stata il coronamento gioioso di tutte le nostre fatiche e soprattutto per Tommaso che ha seguito e partecipato alle varie fasi della gravidanza e alla spiegazione del medico in occasione di una ecografia. In tutto questo cammino ci siamo sempre impegnati molto, abbiamo creduto in quello che facevamo ma allo stesso tempo abbiamo chiesto con fede al Signore il Suo aiuto, la Sua presenza che ci conducesse non soltanto alla realizzazione di progetti personali e di famiglia, ma attraverso questi, alla risposta con la nostra vita concreta alla chiamata del nostro essere battezzati in Cristo.

 

 

L’insegnamento del vangelo

Abbiamo sperimentato la frase del vangelo “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto” e la certezza dell’intervento di Dio nei tempi e nei modi che solo Lui sa quando noi ci affidiamo ciecamente con fede a Lui. Consapevoli del nostro battesimo e del principio che i figli non sono una nostra proprietà, ma figli di Dio, fin dal momento del concepimento, abbiamo cercato di vivere questa esperienza affidando questa nuova figlia a Dio Padre.

Abbiamo vissuto nove mesi con un po’ di tensione affinché tutto andasse per il meglio, ma è anche vero che sono stati mesi vissuti come doppia meraviglia in quanto ogni vita umana è sempre una meraviglia, ma nel nostro caso doppia perché abbiamo accolto un dono che non pensavamo più di poter ricevere visto che nel frattempo erano passati degli anni.

L’arrivo di Marta oltre ad essere stato un dono stupendo ci ha provati nel metterci al servizio totale della volontà di Dio benché ciascuno di noi in quel momento avesse abitudini ed esigenze stabilizzate. È stata ed è tuttora piena di disponibilità alle piccole rinunce per affrontare le varie esigenze della sua crescita e questo ci ha insegnato a relativizzare ciò che prima assumeva per noi un valore primario, in quanto i figli di Dio vengono prima di ogni altro impegno o di altra cosa.

Dal Battesimo di Marta è cresciuto anche un legame più profondo con la maternità di Maria alla quale affidiamo i nostri figli e alla quale ci rivolgiamo nei momenti più difficili certi di essere ascoltati e confortati.

Abbiamo condiviso i momenti più importanti di questo cammino con il nostro sacerdote che ci ha illuminato con la Parola di Dio nei momenti più oscuri, quando ci domandavamo cosa Dio volesse veramente da noi di fronte ad una scelta da fare, ed è stata pure una esperienza di fraterna condivisione in cui la coppia si è sentita sostenuta e più serena nel raggiungere la meta. Questo significa che oltre ai genitori, altre figure sono determinanti e quindi coinvolte nella responsabilità di crescere i figli di Dio nella fede come anche la madrina e dove esiste la comunità parrocchiale o realtà simili. È per questo che ora noi cogliamo questa opportunità per ringraziarle e per ricordarle al Signore nella preghiera.