N.01
Gennaio/Febbraio 1998

L’impegno per le vocazioni nella diocesi di Torino

 

 

 

Una realtà complessa

La diocesi di Torino si estende su una superficie di oltre 3.500 kmq. e i suoi abitanti (2.150.000 circa) sono quasi la metà dell’intera regione Piemonte. Il territorio diocesano è suddiviso in 4 grandi distretti, 26 zone vicariali e 357 parrocchie delle quali 327 nella provincia di Torino, 6 in quella di Asti, 24 in quella di Cuneo. I sacerdoti diocesani residenti in diocesi sono 650 circa e 900 circa i sacerdoti membri di Istituti religiosi, 100 circa i diaconi permanenti e 4.300 le religiose. L’età media dei preti diocesani, passata dal 56,41% del 1986 al 59,81% del 1995, tende a salire ulteriormente. Oltre la metà di essi supera i 60 anni e solo il 10% scarso è al di sotto dei 40. Nei due seminari diocesani vi sono una sessantina di studenti di teologia ed una quindicina di ragazzi delle medie superiori.

Insieme con i numerosi Istituti religiosi maschili e femminili presenti in diocesi, Torino ha il dono di alcune grandi realtà “locali”, in particolare il Cottolengo, la grande famiglia salesiana, l’Istituto delle Missioni della Consolata, il Sermig, il Gruppo Abele. Non è difficile cogliere in questi dati sommari le luci e le ombre di una realtà simile a quella di molte altre diocesi in questo tempo di fine millennio.

 

Il magistero dell’Arcivescovo

Nei primi anni del suo servizio episcopale nella diocesi di Torino, il Card. Giovanni Saldarini ha dedicato al tema vocazionale quattro lettere pastorali: “Chiamati a guardare in alto” per il programma 19891990; “Destatevi, preparate le lucerne!” per il programma 1990-1991; “Riempite d’acqua le anfore” per il programma 1991-1992; “Voi siete il sale della terra” per il programma 1992-1993. Ecco i titoli di alcune parti che le costituiscono: la novità cristiana della vocazione; le resistenze della logica mondana; la bella immagine del prete; educare a rispondere alla vocazione; le vocazioni femminili di speciale consacrazione; la vocazione al matrimonio; la grazia del fidanzamento; chiamati ad essere popolo messianico nella storia; la vocazione al lavoro; il servizio politico. Nelle successive lettere vi sono stati ancora richiami alla realtà della vocazione: ricordiamo, per esempio, quelli della chiamata alla “forte testimonianza di chi ha visto”, alla santità, al camminare insieme “sulla strada con Gesù” (in vista del Sinodo diocesano).

Non sono mancate altre forme di sensibilizzazione “ufficiale” al problema. Alcune Costituzioni Sinodali affrontano il tema della vocazione e un’intera sessione del Consiglio presbiterale è stato ad esso dedicato. La diocesi è stata dunque più volte richiamata a mettersi decisamente in stato vocazionale. Ma ci si chiede se questi molteplici interventi abbiano davvero provocato un salto di qualità e un consistente balzo in avanti nella sensibilità dei fedeli e dei loro pastori.

 

Le “grandi occasioni”

In sintonia con il cammino della diocesi, il CDV si impegna a sensibilizzare in modo speciale le comunità in occasione delle Giornate delle Claustrali, della Vita Religiosa, del Seminario, della Preghiera per le Vocazioni. Mentre le prime tre vengono animate in prima persona dal Vicariato per la Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e dai Seminari diocesani, la programmazione dell’ultima è affidata in particolare al CDV.

Per l’occasione vengono inviati a tutte le comunità monastiche, religiose maschili e femminili, parrocchiali e a tutte le associazioni, i movimenti e i gruppi ecclesiali il poster del CNV, il messaggio del Santo Padre, una traccia per l’animazione della liturgia eucaristica e vari sussidi per una preghiera costante per le vocazioni. Ma lo sforzo organizzativo maggiore è dedicato a preparare una veglia di preghiera che introduca alla celebrazione della Giornata. Si sono fatti diversi tentativi e ci si è infine orientati ad una grande serata di preghiera, presieduta dall’Arcivescovo, in Cattedrale. (L’ultima, a causa del noto incendio, è stata celebrata in un’altra chiesa della città e sembra che ci si orienti, per il futuro, a tenerla, a turno, in qualche grande chiesa parrocchiale cittadina). I mezzi di comunicazione sociale diocesani (settimanale, radio e televisione), l’Ufficio per la pastorale giovanile, i Seminari, alcuni Istituti religiosi maschili e diversi Noviziati femminili offrono con fraterna disponibilità la loro collaborazione.

 

L’animazione vocazionale “spicciola”

Questi momenti “solenni” dell’animazione vocazionale sono continuamente alimentati da un tessuto di incontri e di iniziative che tendono a ridisegnare con il colore vocazionale tutta la realtà diocesana in ogni momento dell’anno.

Una ormai consolidata collaborazione con l’Ufficio per la pastorale dei giovani permette, attraverso i 26 giovani sacerdoti responsabili zonali, un collegamento capillare con la diocesi. L’ipotesi di un progetto di pastorale giovanile diocesana ha coinvolto anche il CDV nella elaborazione e nella stesura del documento. Più di una volta la veglia di preghiera sopra accennata è entrata nel cammino annuale della Lectio divina proposta ai giovani. Si sta anche avviando una più efficace collaborazione con l’Ufficio della pastorale della famiglia e con la Caritas. Più saltuaria è quella con l’Ufficio Catechistico e l’Ufficio Liturgico. Il CDV è anche presente, per scelta dell’Arcivescovo, nell’attuale Consiglio presbiterale.

Sette équipes formate da laici (giovani, adulti, coppie di giovani sposi), sacerdoti e consacrate animano altrettanti percorsi vocazionali (per i ministranti e le ministranti, per gruppi di adolescenti del biennio e del triennio superiore, per gruppi di giovani, per singoli giovani e ragazze oltre i 18 anni) che sfociano in quattro campi vocazionali estivi. Il mondo della sofferenza e della terza età, insieme con tutte le altre realtà diocesane, viene coinvolto nella preghiera per le vocazioni attraverso l’iniziativa del “Monastero invisibile” (quasi un migliaio di persone singole e circa un centinaio di comunità parrocchiali e religiose).

L’aspetto più confortante è la fraterna comunione e collaborazione soprattutto tra laici, sacerdoti e religiose di diversi Istituti e tra giovani ed adulti. È il segreto più significativo per una generosa ed efficace provocazione vocazionale.

 

Motivi di speranza

Alla luce di questi elementi si può serenamente concludere che, intorno all’evento della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, si snoda nella diocesi di Torino una realtà non eclatante, ma consistente e in crescita. Il perdurare delle difficoltà, soprattutto in ordine al dialogo tra il CDV e una parte delle realtà diocesane, non può far dimenticare che vi sono molti segni positivi e numerosi motivi di speranza. È su questa linea di fiducia e di fedeltà al suo servizio che si muove il CDV torinese.