Il colloquio europeo di Budapest
Dal 2 al 7 luglio si è tenuto a Budapest l’ormai abituale incontro dei responsabili della pastorale vocazionale a livello europeo. Quest’anno ci sono stati due fatti che hanno caratterizzato l’incontro: la testimonianza e il confronto con le Chiese del centro Europa e la presentazione del Documento conclusivo “Nuove vocazioni per una nuova Europa”, frutto del Congresso europeo sulle vocazioni di speciale consacrazione del maggio 1997.
Già la prima testimonianza su come siano state favorite in Ungheria le vocazioni sacerdotali e consacrate sotto il regime) comunista ci ha lasciato stupefatti: abbiamo visto una Chiesa martire che si è data una organizzazione clandestina fatta di piccole comunità e di movimenti “illegali” che ruotavano attorno a giovani preti e a laici carismatici, disposti a rischiare il carcere o anche la vita. Da queste comunità vengono i cristiani e i greti più impegnati. Ma anche le poche scuole superiori cattoliche lasciate sopravvivere dal regime, per l’opera intelligente – ma sempre rischiosa – di religiosi e religiose diventano i principali luoghi di formazione previa alla vita sacerdotale e religiosa. Ad esse vengono inviati i giovani e le ragazze che manifestano qualche aspirazione vocazionale, dalle varie parti della nazione. Negli ultimi anni del regime cresce anche la possibilità di una pastorale giovanile e si sviluppano iniziative di spiritualità che favoriscono le vocazioni.
Oggi la situazione si sta evolvendo in una crescita notevole di vocazioni religiose e sacerdotali, anche grazie al sostegno, e allo scambio di mezzi e persone con le Chiese e con gli Istituti di vita consacrata dell’occidente. Altre testimonianze, soprattutto dalla Romania, dalla Slovacchia, dalla Slovenia, dalla Repubblica Ceca ecc. hanno completato un panorama che ci ha richiamato al tema della testimonianza fino al martirio come un luogo privilegiato della suscitazione delle vocazioni. D’altro lato i nostri fratelli di quelle Chiese ci hanno anche chiesto di non andare là per “esportare” semplicemente vocazioni, visto che c’è una fioritura, ma per quanto possibile di aiutarli a formarli, perché sono carenti di strutture e di formatori in loco. Poi sarà anche possibile e auspicabile un vero scambio tra le chiese, che arricchirebbe molto noi e loro: loro hanno bisogno del nostro aiuto per una impostazione nuova della teologia e della pastorale in una realtà che sta cambiando rapidissimamente verso modelli occidentali; noi abbiamo bisogno della loro fedeltà alla fede cristiana, alla tradizione dei Padri, alla Liturgia. Una Chiesa che respira a due polmoni sarà certamente una Chiesa più ricca di vocazioni.
Una seconda attenzione del Colloquio è stata sul Documento “Nuove vocazioni…”: da tutti viene riconosciuta la spinta in avanti che esso propone ed è accolta con soddisfazione, anche se ci si rende conto che in quasi tutti i contesti ecclesiali la pastorale vocazionale è ancora immatura, forse non ancora in grado di recepirne i contenuti. Ma ci si è impegnati perché arrivi alle Conferenze Episcopali, sia fatto oggetto di riflessione dei Vescovi e degli altri collaboratori pastorali. Anche il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, rappresentato dal suo segretario generale, mons. Aldo Giordano, si impegnerà a mettere il tema a fuoco e a sponsorizzare la nascita di un organismo di collegamento e di cooperazione tra i Centri Nazionali Vocazioni: essa è stata auspicata anche dal Documento ed è voluta non solo dai vari direttori nazionali ma dalla stessa Pontificia Opera per le Vocazioni ecclesiastiche, rappresentate dal p. Eusebio Hernandez.
Nei gruppi linguistici il dialogo ha permesso lo scambio delle informazioni sulle situazioni dei diversi paesi e sulle prospettive di attuazione del Documento conclusivo che si prevede resterà per diversi anni un vademecum di alto profilo per tutta la pastorale vocazionale europea e non solo. In conclusione credo sia stato un incontro di grande importanza per la spinta in avanti che ci ha dato e per gli orientamenti che si sono condivisi sulla pastorale delle vocazioni.