N.01
Gennaio/Febbraio 1999

Amore fedele oggi: tra luci e ombre

Non è che oggi la maggioranza della gente, e in particolare dei giovani, sia disaffezionata dall’idea della fedeltà. Una persona è ritenuta fedele quando si comporta in modo coerente alla fiducia che gli è stata accordata o si dimostra costante sul piano dei sentimenti e degli affetti. Questa concezione di fedeltà è ancora diffusa e costantemente riproposta quando si fa riferimento ad un impegno liberamente assunto, specialmente sul piano affettivo. Ma la questione di fondo è che si tratta di un’idea di fedeltà che si applica in un contesto diverso da quello del passato, che non rispecchia più i presupposti culturali tipici di una società tradizionale.

Per vari aspetti l’idea della fedeltà affettiva e di coppia è rivalutata dalle attuali condizioni di vita. Nella modernità avanzata, ogni individuo ha di fronte a sé molte occasioni e chances; e ciò nei vari settori dell’esistenza. Si moltiplicano le occasioni di incontro, si è al centro di numerose relazioni e interessi, si frequentano ambienti diversificati, si è a contatto con modelli culturali tra loro divergenti, ecc. In questo quadro ogni persona ha molte più possibilità di scelta e di indirizzo della propria esistenza di quanto aveva un suo simile in una società assai meno differenziata dell’attuale. Crescono le possibilità di scegliere e contemporaneamente cresce anche la responsabilità dell’individuo nel caso si operi una qualche scelta. Occorre dunque essere fedeli ai vincoli che si assumono liberamente, senza alcuna costrizione.

Anche in campo affettivo si danno molte opportunità di relazione e di incontro, tra le quali un individuo può operare una scelta, posto che non voglia stare in una posizione di “stand by”. È proprio la possibilità di scegliere, il fatto che la scelta sia meno condizionata – rispetto al passato – dalla volontà dei genitori o da varie forme di pressione sociale e ambientale, che spinge gli individui a riscoprire il senso della fedeltà a ciò che si è deciso e voluto. In questo quadro, si comprende come la maggioranza dei giovani riscopra l’idea della fedeltà di coppia e possa dimostrarsi esigente nei confronti dei vincoli affettivi che una persona si è eventualmente assunta. Dal momento che non è necessario operare un’opzione, occorre essere conseguenti alla decisione presa.

L’idea di fedeltà è però cambiata nel tempo e rispecchia una più ampia trasformazione culturale. Nel passato prevaleva l’idea della fedeltà alla persona, nel quadro di quell’ideale dell’amore romantico che ha favorito il formarsi della coppia e la sua autonomia dalla famiglia allargata. Il vincolo d’amore era orientato al “per sempre”, al mantenimento nel tempo del progetto di vita condiviso dalla coppia. Oggi tende invece ad affermarsi una concezione della fedeltà più legata alla storia che alla persona, più attenta alla significatività della relazione che al fatto di mantenere nel tempo un progetto iniziale.

Il valore, in altri termini, si sta spostando dall’individuo alla relazione, mentre le prospettive di realizzazione non abbracciano più archi temporali lunghi o definitivi. Nelle aspettative di molti giovani c’è la scelta di una persona speciale, con cui condividere un progetto di vita. Ma parallelamente è diffusa l’idea che è difficile ipotecare il futuro, che ciò che è significativo oggi può non esserlo domani, che le condizioni di vita sono così complesse e aperte da rendere arduo impegnarsi in progetti e in scelte totalizzanti. Ci si impegna a tenere stretto l’oggi, a dar validità al presente, senza per questo pensare che il futuro sia già determinato.

Del resto, la stessa ricerca della significatività personale e di coppia può costituire a lungo andare un elemento destabilizzante dei rapporti affettivi. Si può essere infatti alla continua ricerca di elementi di novità o essere particolarmente predisposti a cercare attorno a sé delle continue conferme circa la validità o meno delle scelte effettuate.

Inoltre oggi è difficile operare delle scelte totalizzanti, in quanto c’è il continuo timore di precludersi in tal modo delle opportunità. Nel campo dei rapporti affettivi può quindi darsi un giovane che vive a metà strada tra l’area della fedeltà e l’area della flessibilità. La fedeltà gli è richiesta dalla scelta che ha operato, anche in rapporto a una storia comune e particolare che sta costruendo insieme al partner. Ma parallelamente si può vivere la fedeltà con un occhio rivolto alle opportunità che così facendo ci si preclude. Il rapporto di coppia che si sta vivendo può essere continuamente confrontato con altri rapporti possibili, che si presentano magari come più innovativi e allettanti. Così si affaccia la tentazione della flessibilità, da parte di un giovane attratto da nuove condizioni di significatività.

Quanto qui descritto non intende affatto giustificare i comportamenti libertari di una parte dei giovani, né le loro indecisioni imputabili a un modello di realizzazione basato su un continuo ricorso delle esperienze. Di fatto, però, i giovani d’oggi hanno molte più difficoltà dei loro coetanei del passato a operare delle scelte decisive, a staccarsi dalla fase di sperimentazione per imboccare quella dell’assunzione delle responsabilità, sia personali che sociali. È questa, infatti, una generazione che riflette nelle proprie condizioni di vita quell’insicurezza di fondo (sia di tipo culturale che strutturale) che presenta anche non pochi vantaggi a livello soggettivo. Così la vita può essere scandita su varie possibilità, non è mai predeterminata o incanalata, mentre occorre però far fronte alle incertezze connesse a un modello di socializzazione molto aperto. L’incertezza di fondo può anche rilanciare la fedeltà affettiva. Ciò in quanto la coppia stabile, che può far leva su un linguaggio comune, che risponde ai criteri della significatività, può essere un’importante risorsa che aiuta i protagonisti a orientarsi nella frammentarietà e nella complessità.

Luci e ombre dunque si addensano sull’amore fedele per i giovani d’oggi. La fedeltà può essere considerata ad un tempo come un valore o un limite. Ciò almeno sino a quando prevarrà la cultura della sperimentazione. Ma qualche giovane già si chiede se abbia senso continuare a spendere la vita per sé, moltiplicando esperienze e possibilità, oppure se non sia umanamente più significativo scommettere su un’idea più ampia e costringente; ovviamente dopo aver sufficientemente esplorato e sperimentato.