N.05
Settembre/Ottobre 1999

Vocazioni e Ministeri dentro l’azione del Giubileo

 

 

 

1. L’evento Giubileo offre a tutti coloro che sono disposti ad approfittarne, specialmente ai giovani, temi e motivi per esultare e gioire, ricavandone provocazioni sostanziali. La Parola che li chiama e manda, risuonerà nei retti di cuore o farà retto il cuore (Sal 9,9). L’anno del Giubileo sarà per i giovani, ricco di esperienze di remissione, di perdono, di ritorno in grazia, di liberazione (Lv 25,40). Risuoneranno nei cuori aperti al Signore parole di allegria, di esultanza, di gioia, di letizia. Anche ogni forma di digiuno si cambierà in giubilo (Zc 8,19). Troverà parole di perdono ogni peccato, qualunque mancanza, qualunque infedeltà e limite. Sarà consacrato, donato e ricevuto con frequenza ed efficacia, il sangue versato per molti in remissione dei peccati (Mt 26,28). Durante il Giubileo abbonderanno per tutti la Parola di Dio nella Bibbia, nella Liturgia, nella lettura personale e comunitaria, meditata e commentata.

 

2. Ogni celebrazione giubilare offrirà ai giovani occasioni di sperimentare l’incontro spiritualmente e vocazionalmente efficace dei Ministri Ordinati e dei Consacrati, nei quali ognuno troverà guide e guida per sentire per sé motivi di chiamate e missioni vocazionali, per cercare la propria, per maturarla nella perseveranza e nella ripresa più completa. A loro volta Ministri e Consacrati troveranno nel Giubileo larghe e forti occasioni di presenza e incontro, di annuncio e proposta, di accoglienza, da tradurre in chiamata, risposta, formazione iniziale e permanente.

 

3. Dall’estate 1999 sono già pronti per il Giubileo 27 mila volontari. La previsione totale è di 70.000, con quadri temporanei, ciclici e permanenti. Il card. Etchegaray vi vede “un segno straordinariamente espressivo dello spirito giubilare”. Mons. Sepe, segretario del comitato vaticano, ha dichiaro che “certamente uno dei modi migliori per vivere questo grande evento è quello di mettere volontariamente la propria persona al servizio dell’accoglienza dei pellegrini, soprattutto di quelli più bisognosi”. Dietro il pellegrinaggio molti servizi saranno richiesti. La Caritas sarà presente e vocazionalmente influente.

 

4. Il Giubileo deve essere un’occasione vocazionale, oggi in cerca di nuovi indirizzi sul piano culturale, strutturale, metodologico. Servirà a far passare dalla sopravvivenza nella comunità cristiana della pastorale giovanile e vocazionale, a un tempo di Grazia forte ed efficace? L’accostamento attivo e valido di Vocazioni, Ministeri e Ministri Ordinati e Consacrati ben definiti, porterà molti giovani a comprendere la necessità del loro numero e qualità nell’evento del Giubileo e dopo di esso nella vita ordinaria della Chiesa, del Popolo di Dio, del Mondo. Il Papa ha voluto il Giubileo con tutto se stesso, i Vescovi l’hanno seguito, Ordinati e Consacrati e perfino laici si sono impegnati in tre anni di preparazione tematica ben articolata e progressiva. Ora il popolo di Dio, i giovani in particolare, vivono gli ultimi momenti di vigilia. Come?

 

5. Ministri Ordinati e Consacrati dovranno fare spesso memoria esperta, forte ed efficace, ispiratrice di Levitico 25, 1-24. Di altre ispirazioni giubilari presenti nella radice ebraica (sabbatica), quindi evangelica. Della rinascita ed evoluzione lungo i secoli di storia della Chiesa, da Papa Bonifacio VIII alle novità degli ultimi anni, fino al travagliato 2000. Oggi i tempi esigono una maturità di cammini e celebrazioni mai vista nella storia. Ministri e Consacrati devono qualificarsi come testimoni e annunciatori, predicatori della profezia di una nuova “teologia della terra”. Su questa vivono gli uomini. Fede e amore guidano a vivervi, non ad evaderne o a volarvi sopra con spiritualità disincarnate. Predicatori incarnati di valori di gratuità e dono, di giustizia per tutti, di perdono per ogni prevaricazione, decisi e capaci di dare risposte nuove alle grandi sfide, spesso tragiche, del tempo: lo sfruttamento irresponsabile, egoistico del pianeta, la disuguaglianza della partenza e delle condizioni di vita, le forme di violenza sanguinaria e dura o morbida, o avvolgente e oppressiva.

 

6. Sarà forte l’impegno di tutti i responsabili a impedire ogni degenerazione dovuta a debolezza interna o a sollecitazioni esterne. Il Giubileo eviti ad ogni costo di diventare grande operazione propagandistica della Chiesa, di assumere risvolti di carattere turistico, spettacolare, economico. Di cedere alla degenerazione nella spettacolarità dei numeri, delle forme ornamentali esterne, dei riti cerimoniali, alla riduzione ad occasione di turismo romano o d’altra natura, con ricerche di storia, di archeologia e arte, di gastronomia, di allegra compagnia. Anche la ricerca storico-dottrinale, l’esibizione artistica o musicale, la chiacchiera spirituale disimpegnata e consolatoria, possono costituire pericoli. Il pericolo della realizzazione di un affare, scoperto o variamente nascosto, ha già contagiato numerosi istituti religiosi che hanno colto l’occasione per ristrutturare ciò che resterà dopo, magari chiudendo già da tempo le opere di carità e d’accoglienza dei bisognosi di sempre. Sarebbe squilibrato anche l’accento dei Ministri catechisti e predicatori, accompagnatori e guide, sui peccati da confessare, sulle indulgenze abbondanti o plenarie da lucrare mediante pratiche riduttive. Dovrà risultare assoluta la celebrazione della memoria millenaria della incarnazione di Cristo, vero principio della novità giubilare evangelica, pasquale, vocazionale e missionaria, ministeriale e consacrata. Vi torneremo.

Costituirebbe una deviazione anche la riduzione della conversione nel Giubileo a fatto personale e non prima di Chiesa, universale e locale, di vertice e struttura, di vita e di prassi personale, di comunità, apostolica. La revisione della stessa vita consacrata deve prevalere. Nel momento critico della Chiesa che entra nel nuovo millennio, l’impegno primo è della restaurazione della Chiesa del Signore (nel senso francescano), della conversione dal secolarismo, dalla mondanità e da altre degenerazioni che intaccano gerarchia, istituzioni, fedeli, vita pubblica, Ministri Ordinati e Consacrati. Il Giubileo potrebbe essere momento di grazia per svolte decisive, per vere rifondazioni, per aprire vie coraggiosamente nuove. “Sembra che la figura storica che ha assunto finora (la vita religiosa) sia esaurita e sia giunta al tramonto” (cfr. C. Maccise in Regno 42 [1997] 22.685). L’argomento meriterebbe molte riprese critiche.

 

7. Il centro sta nell’approfittare del Giubileo per attuare nell’ambito delle Vocazioni e dei Ministeri Ordinati e Consacrati il piano delineato da Giovanni Paolo II per tutta la Chiesa. Riportarli a fedeltà d’essenza e metodo ispirati al Mistero del Padre, di paternità infinita e divina lontana da ogni infantilismo preteso o imposto, da ogni paternalismo che non fa né crescere né maturare. Al Mistero del Figlio intimo e incarnato, forte e dolce come il vangelo lo mostra e come il corpo della Chiesa lo sente e lo segue. Al Mistero dello Spirito che ispira la santità interiore, l’amore diffusivo e radicale, inventivo. Al Mistero di Maria che aggiunge la carica intera della femminilità materna, divina e umana, ecclesiale e vocazionale ministeriale e consacrata. Al Mistero dei Santi e Fondatori, delle comunità e delle personalità che hanno fatto storia imitabile e ispiratrice.

 

8. Le occasioni per una presenza e un annuncio spiritualmente e vocazio-nalmente efficaci dei Ministri Ordinati e dei Consacrati nel cammino e nelle celebrazioni giubilari mi sembrano concentrarsi attorno alle seguenti modalità. Ricevere e rivolgere appelli di poveri, da poveri, per i poveri. Riedificare la Chiesa nei suoi Ministri e Consacrati con vera conversione evangelica al Dio misterioso, misericordioso e familiare. Instaurare climi e pratiche di profondo e largo condono e perdono personale, collettivo, storico. Pellegrinaggi locali, vicini e lontani (Roma, Compostella, Gerusalemme…) significheranno abbandono di ciò che non è degno dell’uomo e del cristiano autentico. Uscite da terre di paganesimo, di laicità, di equivoca mediocrità, da compromessi culturali e modali. Cammini capaci di rinnovare identità e condotta, incontri d’un Dio di Alleanza evangelica. Ristrutturazione e rinnovamento. Ridistribuzione di beni, affetti, cura, nuova dedizione. Sarà un’azione di largo raggio, perché cessino i pellegrinaggi forzati delle espulsioni d’interi popoli, delle pulizie etniche, delle fughe infinite.

 

9. I Ministri facciano di tutti gli uomini veri soggetti attivi della storia della salvezza. Al centro del Giubileo devono porre il Natale di duemila anni fa, prolungato e attuato oggi. L’incarnazione e la sua conclusione pasquale e pentecostale. Fu il principio della Vocazione e Missione di Cristo. Ne deriva ogni chiamata al prolungamento ecclesiale nei secoli fino ad oggi, carico di novità di adeguamento culturale, geografico e storico.

 

10. I Ministri della riconciliazione, predicata, preparata, celebrata, si qualifichino come Ministri di penitenza in rapporti di giustizia in lotta al peccato, ma più come Ministri con ruoli di riconciliazione entro progetti virtuosi di vita e santità, di fedeltà sacramentale. Per vocazioni a santità positiva. Privilegino la ricerca della conversione. Puntino più sul futuro che sul passato. Facciano incontrare il Padre e un padre, prima che il Giudice e un giudice. Al centro stia l’abbondanza della parola di Dio, fino a guidare itinerari penitenziali attorno alla Parola. Seguirà spontaneamente la centralità giubilare del tempo pasquale.

 

11. I Consacrati, partendo da ogni loro storia, carisma e missione, trovino occasioni di incontri, presenze, scambi e proposte giovanili di indubbio valore vocazionale. La loro crisi, specialmente femminile attiva, persiste irrisolta per i più, nonostante annunci di profezie e di nuove primavere. I più vivi e vivaci sappiano precedere e presiedere ogni esperienza giubilare delle proprie comunità e famiglie, presso adulti e soprattutto giovani.

 

12. Una grande occasione vocazio-nale giovanile costituirà per Ministri e Consacrati la XV Giornata Mondiale della Gioventù. Sarà grande momento vocazionale per i due milioni che verranno a Roma. Per la maggioranza che non verrà Ministri Ordinati e Consacrati dovranno ugualmente accadere incontri complessi e ricchi. Un’autentica esperienza di Chiesa, completata dalle celebrazioni giubilari giovanili diocesane e locali. Il quadro teologico e pastorale della giornata dovrà essere integrato da significati vocazionali e missionari. I Consacrati di Roma e d’Italia testimonieranno mediante l’accoglienza dei gruppi e dei singoli. Forniranno occasioni di incontri vivi con le comunità locali religiose e civile. Di visite significative e ben mediate di opere, storie, attività, spiritualità. Dovranno moltiplicare gli incontri di catechesi, le processioni penitenziali con possibilità di celebrare il sacramento della riconciliazione. Incontri culturali e di esperienze spirituali. Vie Crucis significative. La Grande Veglia del Sabato sera con il Papa costituirà un momento culminante.