N.02
Marzo/Aprile 2000

L’animazione vocazionale del Movimento eucaristico giovanile

 

 

 

 

Il contesto in cui nasce

Il Meg è un Movimento Giovanile di spiritualità ignaziana che ha come suo fondamento la Persona di Gesù Eucaristia. È un movimento che si propone di accompagnare i giovani nelle diverse tappe della loro maturazione umana e spirituale (dagli 8 anni ai primi anni di università), fino all’elaborazione delle scelte importanti della loro vita, proprie di ogni età. Il Meg attinge il suo carisma nei tre doni biblici, della Parola, dell’Eucaristia e della Missione, che hanno il loro corrispettivo nei tre doni ecclesiali, profetico, sacerdotale e regale.

Attraverso la Parola, il Meg offre un servizio di primo annuncio ai più giovani e di catechesi ai più grandi e, per ciascuna età, un’attenzione all’animazione spirituale dei singoli e delle comunità. Attraverso l’Eucaristia, il Meg aiuta i giovani a mettere al centro della propria vita l’Eucaristia e a seguire Gesù con lo spirito eucaristico di persone nuove, risorte, piene di gioia, riconoscenti, amanti della vita e della festa. Per questo compito il Meg ha una lunga tradizione di animazione pastorale. Attraverso la Missione, il Meg accompagna le persone, all’interno della propria comunità, in un cammino orientato alle scelte importanti della loro vita. Ogni giovane, ciascuno per la propria età, è chiamato a fare scelte secondo i valori del Vangelo di Gesù, in particolar modo di Gesù Eucaristia (donazione, comunione, servizio, spirito di sacrificio).

L’animazione vocazionale del Meg educa a scegliere la persona di Gesù come principio e fondamento della propria vita e prepara al discernimento per la scelta dello stato di vita.

 

Quale animazione vocazionale?

L’animazione vocazionale di un gruppo o di un movimento ha dei fondamenti cioè delle condizioni (dal latino “conditio” = fondamento) necessarie e basilari che la fanno esistere come tale. Anche l’animazione vocazionale del Meg ha i suoi fondamenti, cioè le caratteristiche, le modalità, le intensità che la distinguono da altri tipi di esperienze e di cammino.

Il fondamento biblico lo troviamo in tre testi, caratterizzati ciascuno dalla Parola, dall’Eucaristia e dalla Missione: Gn 18,1-15 l’apparizione dei tre angeli alle Querce di Mamre; Lc 22,19-20 l’istituzione dell’Eucaristia; Lc 24,13-35 il racconto dei discepoli di Emmaus. Il Meg, a partire da questi tre episodi, sviluppa le tematiche di ascolto-chiamata, comunione-donazione, vocazione-missione.

Il fondamento spirituale viene espresso dalla spiritualità eucaristica e dalla spiritualità ignaziana. La prima aiuta la persona a entrare nei misteri della vita di Gesù, in particolare di Gesù morto e risorto per me, mentre la seconda offre un metodo per orientare la propria scelta e farla concretamente.

Il fondamento pedagogico è dato dal cosiddetto Paradigma Pedagogico Ignaziano, cioè dai principi di riferimento della pedagogia ignaziana, ricavati dalle Costituzioni della Compagnia di Gesù, dagli esercizi spirituali e dalla vita di S. Ignazio di Loyola. Le quattro linee attraverso cui si articola questa pedagogia sono: l’educazione integrale della persona; la “cura personalis”, cioè l’attenzione e il rispetto di ciascuna persona; il servizio come finalità di ogni scelta; il “magis” cioè il di più o l’eccellenza da ricercare in ogni cosa.

Il fondamento antropologico si ricava a partire da due testi biblici: nella “concezione biblica” dell’uomo, presentata da san Paolo in 1Ts 5,23 dove l’uomo viene inteso in “spirito, anima e corpo”, nell’unità di tutta la sua persona; e  nella “concezione sapienziale” dell’uomo, presentata in 1Re 3, 4-15 attraverso il sogno di Gàbaon, dove il Re Salomone chiede al Signore, per l’esercizio del suo compito regale, un cuore docile, libero e capace di lasciarsi portare là dove vuole il Signore.

Questi quattro fondamenti sono un po’ come le quattro fondamenta di una casa, sono il punto di partenza e le linee di sviluppo attraverso cui si costruisce un’animazione vocazionale, cioè un cammino di chiamata da parte di Dio e di risposta da parte dell’uomo.

 

Le esperienze “vocazionali”

Le esperienze vocazionali legate allo spirito e alla vita del Meg sono molteplici ed interessanti: sono esperienze ecclesiali che si inseriscono nel cammino della Chiesa universale; sono esperienze legate al carisma del Meg e quindi portatrici di doni specifici; sono esperienze “giovani” perché – per alcune di esse- nate da poco tempo, poco conosciute e diffuse, bisognose di un contesto, di un consenso e di una mentalità per essere accolte e interiorizzate. Ve ne racconto alcune.

Una prima esperienza vissuta sia dai più piccoli, sia dai più grandi è quella dell’Adorazione eucaristica; con modalità diverse per ciascuna età, si insegnano il senso vocazionale di questo particolare tipo di preghiera e diversi modi per stare insieme davanti all’Eucaristia. Una seconda esperienza che si qualifica come una vera e propria “chiamata” è il ministero straordinario dell’Eucaristia. Alcuni giovani sentono di formarsi, di prepararsi e di dedicare tempo per portare l’Eucaristia là dove c’è bisogno; molti di loro prestano questo servizio nella propria Parrocchia e diventano di grande aiuto al Parroco.

Una terza esperienza vissuta dai più grandi è quella degli esercizi spirituali annuali. Gli esercizi spirituali – secondo il metodo di S. Ignazio di Loyola, – sono un cammino di crescita nella conoscenza della persona di Gesù, orientato alla scelta del Signore e all’elezione dello stato di vita. Per alcuni l’esperienza degli esercizi spirituali si configura anche come una “chiamata” a dare gli esercizi: si seguono dei corsi sulla spiritualità ignaziana, sulla spiritualità degli esercizi e si partecipa a esperienze comunitarie per imparare a dare gli esercizi spirituali. Una quarta esperienza tipica-mente vocazionale è il campo vocazionale: c’è un campo di primo livello per maschi e femmine e due campi di secondo livello, uno solo per maschi e l’altro solo per femmine. Questi campi vocazionali non sono organizzati dal Meg, per se stesso, ma dai gesuiti italiani in collaborazione con religiose di spiritualità ignaziana e aperti a tutti. Diversi ragazzi del Meg vi partecipano e ciascuno ricava grande chiarezza di idee, motivazione ed entusiasmo per affrontare più liberamente la propria scelta di vita.

Un’ultima esperienza è quella dell’accompagnamento spirituale durante l’anno. Molti giovani hanno appreso la buona abitudine spirituale di cercare un accompagnatore (uomo o donna, laico, sposato o consacrato) per essere aiutati nel mettere ordine nella propria vita. Concludo l’esposizione di queste esperienze vocazionali del Meg, ricordando un simpatico racconto – tratto da una tradizione induista – che può essere preso come modello di ogni esperienza vocazionale aperta a Dio e all’uomo.

C’era una volta un giardino chiuso da altissime mura, che suscitava la curiosità di molti. Finalmente una notte quattro uomini si munirono di un’altissima scala per vedere che mai ci fosse di là. Quando il primo raggiunse la sommità del muro, si mise a ridere forte e saltò nel giardino. Salì a sua volta il secondo, si mise a ridere e saltò anch’egli. Così il terzo. Quando toccò al quarto, questi vide dall’alto del muro uno splendido giardino con alberi da frutta, fontane, statue, fiori di ogni genere e mille altre delizie. Forte fu il desiderio di gettarsi in quella oasi di verde e di quiete, ma un altro desiderio ebbe il sopravvento: quello di andare per il mondo a parlare a tutti dell’esistenza del giardino e della sua bellezza. È questo il tipo di uomo che salva l’umanità. Colui che, avendo visto Dio, desidera condividerne con gli altri la visione: costui avrà un giorno nel giardino un posto speciale accanto al cuore di Dio.