N.06
Novembre/Dicembre 2000

Vocazioni luce della vita!

 

 

 

ANTONIO, ANGELO E FRANCESCO

I anno di Teologia al Pontificio Seminario Regionale Pugliese di Molfetta 

 

 

ANTONIO

Qualche anno fa, anch’io andai al Louvre di Parigi per godere davanti alla Gioconda. Si dice che sia il quadro più contemplato, il più ammirato. A furia di sentirselo dire e vederlo scritto da qualche parte, anche se poi quel sorriso furbetto non riesci a scorgerlo, affermerò comunque di esserne rimasto conquistato, suggestionato così com’è dal giudizio di tutti. Non sono, purtroppo, tra coloro che sono tornati a casa sconvolti da questa visione; forse a causa dei tanti cristalli di protezione o dei riflessi del flash. 

Ma in questi giorni ho così riflettuto: la vita umana non assomiglia ad un quadro (forse il paragone è anche un po’ banale)? Credo però che sia così. L’ordinarietà viene rotta dalla straordinarietà degli eventi: i chiaroscuri, le pennellate più marcate, i colori più vivi. Ma come accade spesso, tutto resta dietro qualcosa che non lascia trasparire il senso, il significato, i perché degli eventi della vita. È  il cristallo della monotonia, del non-senso, dei valori effimeri. 

L’uomo è questo quadro così poco contemplato e che per poterlo vedere non è necessario andare in un museo, ma ti passa davanti tutti i giorni. Eppure, anche lui è illuminato; anche lui viene colpito da un fascio luminoso che gli dà occasione di farsi notare: è la luce della vocazione. Senza di essa la vita dell’uomo resterebbe imprigionata nel buio. È questa luce che colpisce le zone d’ombra, che aiuta a distinguere le parti che vanno salvate, da quelle più insignificanti; i momenti più belli che vanno valorizzati e quelli più tristi dai quali trarre comunque qualche insegnamento. 

La vocazione, prima o poi, s’accende per tutti, senza differenze, non solo perché la propria vita sia contemplata, ma anche per saper contemplare, rompendo quei cristalli di separazione, il capolavoro che il Signore realizza nella vita degli altri. È questa luce che porta “l’io a diventare io solo nel Tu”, come diceva Viktor Frankl. Il “Tu” è il Signore e chi mi vive accanto e mi sfiora ogni momento. È Dio che si rivela in questo “tu”. Fare l’esperienza di questa luce di vita che è la vocazione significa, allora, prendere coscienza di non essere soli, di servire a qualcosa; ma anche rendersi disponibili per essere illuminati da qualcuno. La vocazione si illuminerà sempre più, quanto più docile sarà il nostro atteggiamento davanti ad essa.

 

ANGELO

Un giorno il Padre eterno, camminando per gli atri del Paradiso, si avvicinò ad un settilabro e vide che vi mancava una candela. Chiamò subito il Figlio Gesù e gli ordinò di prenderne una dalla dispensa del mondo, una candela che accesa avesse fatto un po’ più di luce alla vita d’ogni uomo. Fui preso e mi lasciai prendere e sul settilabro della sequela fui posto. 

Sono passati un po’ di anni e al Signore è ancora cara quella luce e a me così preziosa quella fiamma. Il card. Martini dice che se avviene ancora un miracolo ai nostri giorni questo è quello della vocazione, luce della vita, che rischiara e dischiude al mistero; che ci porta ad arricchire la vita d’ogni uomo. Gesù stesso ci dice: Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita! (Gv 8, 12). E ancora: Voi siete la luce del mondo… la vostra luce risplenda davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli (Mt 5, 14-16). 

Posto su quel settilabro della sequela, il Signore mi fa dono della luce della vita da portare agli uomini: a chi non crede, a chi non spera più, a chi soffre, a chi piange, a chi gioisce, sì da far vedere e credere quanto è buono il Padre. Vocazione: luce della vita! Luce non solo per me, ma luce per ogni uomo; infatti, se è offerta e vissuta per gli altri, allora diventa qualcosa di autentico, qualcosa di importante. Il Signore mi pose su quel settilabro, accanto a me altri: sei, dieci, cinquanta, cento… tutti a illuminare: la gloria di Dio è l’uomo vivente (S. Ireneo). Ogni vocazione è luce della vita e ogni vita attende di scoprire e vivere la propria vocazione. Non stancarti mai Signore, riempi i tuoi atri di candele risplendenti e chiama molti di noi alla sequela del tuo Figlio.

 

FRANCESCO

Sono con gli occhi bendati, c’è qualcuno che mi porta in una stanza e mi lascia. Appena entrato, sento odori e profumi nuovi, cerco di ambientarmi toccando gli oggetti della camera. Vado a sbattere contro qualcosa: è inevitabile. Riconosco un letto, una sedia, ma ci sono tante cose che non riesco a riconoscere. Ho deciso: un impeto di coraggio mi pervade, tolgo la benda dagli occhi. Come non detto! Forse è peggio di prima. Una luce fortissima mi colpisce e continuo a vedere molto poco. È un bagliore così forte da farmi aggrottare la fronte, storcere le labbra e tenere gli occhi socchiusi. Apro piano e delicatamente prima l’occhio destro, poi il sinistro. La percezione della luce è ancora forte, ma qualcosa inizia ad essere più chiaro. Mi accorgo che la luce non proviene da una lampadina, ma dall’esterno, da una finestra aperta: è il sole! Mi riscalda dolcemente e man mano mi rende chiare tutte le cose. L’incontro tra Dio e me è avvenuto così. 

Ero al buio, camminavo a tentoni e non sapevo che fare. Ne ho passate abbastanza. Poi l’intuizione che solo adesso so che è opera tua, Signore: togliere la benda dagli occhi. L’impatto non è dei più semplici: è, anzi, traumatico. All’inizio sentirmi inondato dal tuo amore mi creava imbarazzo, ma l’esperienza di un amore così avvolgente diviene indescrivibile. Hai voluto che ti scoprissi pian piano. Mi hai dato la possibilità prima di crederti con un occhio solo, poi con entrambi. Mi hai dato conferme e smentite; hai portato luce nel mio passato e la doni al mio presente. Cosa vuoi per il futuro? Che cammini con Te e arda come Te. Quando? Tutti i giorni. Con chi? Con tutti coloro che mi sono accanto. Tu non hai avuto paura, hai mandato tuo Figlio Gesù. È in Lui che continuamente, riscopro luce nuova e mi indica come essere luce. La mia vocazione vuole essere scoperta di Luce, scoperta di Dio per una vita con Dio, conformandomi, seppur con immani sforzi, a Te Cristo Gesù.