Il volto vocazionale della parrocchia in un mondo che cambia. Come?
“Un aspetto assolutamente qualificante del ‘venire alla fede’ nel Signore Gesù all’interno del legame ecclesiale è la dimensione vocazionale della vita cristiana. Non dobbiamo chiudere gli occhi: il suo deperimento non solo in rapporto alle vocazioni di speciale consacrazione, ma anche per quanto riguarda le altre forme di vita cristiana (matrimonio, testimonianza professionale, dedizione stabile nel volontariato, passione civile e per sino politica) è un segnale preciso e una sfida per la parrocchia di oggi. Anzi, proprio qui va riconosciuta, a partire dalla vocazione battesimale una fondamentale sfida missionaria: evangelizzare la vita delle persone perché la loro esistenza, nelle scelte più rilevanti, sia plasmata dalla fede cristiana. La prospettiva vocazionale indica un percorso di fede che va nella direzione della maturità. Si passa dal bisogno di sacro alla fede che prende il volto della testimonianza dentro le condizioni nelle quali il credente si trova a vivere. Egli mostra in questo modo che, proprio sul terreno del mondo, si esprime la coscienza cristiana e l’appartenenza ecclesiale”.
Così Mons. Corti nella sua relazione all’Assemblea Generale dei nostri Vescovi ad Assisi nel novembre scorso. Ed è sorprendente – e per certi aspetti santamente gratificante – la profonda sintonia che riscontriamo nelle parole del Vescovo di Novara e Vicepresidente della CEI, con il modo con cui stiamo procedendo anche noi sul nostro cammino, simbolicamente iniziato con il Consiglio Nazionale e il Forum di ottobre, destinato a completarsi con la celebrazione della Giornata Mondiale del prossimo maggio e che passa attraverso questo Convegno Nazionale e il prossimo Seminario sulla Direzione Spirituale in aprile.
Gli appuntamenti di tutto l’anno – ce lo dirà ancora meglio il nostro Vicedirettore, don Antonio Ladisa, alla fine del Convegno – raccontano di questa nostra scelta, convinta e appassionata, circa la centralità della parrocchia e della sua vita, profondamente rinnovata, nella pastorale vocazionale del nuovo millennio. È del resto un amore antico per molte ragioni. Mi limiterò a due.
La prima ragione è che siamo sempre stati convinti che il passaggio epocale della pastorale vocazionale che stiamo tuttora vivendo debba portarci in parrocchia. Là, infatti, una comunità cristiana normale fa crescere in maniera normale vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata normali. Ma ad una condizione: che la parrocchia si ricordi sempre e in ogni aspetto della sua vita e della sua missione che è normale che la vita della comunità cristiana sappia parlare di vocazione all’amore ad ogni donna e ad ogni uomo ai quali il Signore la invia. È anormale quando questo non accade. È anormale quando la “comunità di fede, di preghiera e di amore” – come la disegnava il documento della CEI Comunione e comunità – nel suo modo normale di vivere fa vedere una fede superficiale, una preghiera epidermica, un amore saltuario ed esteriore e non si pone come obiettivo quello che le consente di tornare alle sorgenti feconde della sua identità dove comunione e missione si fondono con la coscienza di una vocazione da realizzare.
E c’è un altro motivo. Siamo da sempre convinti che riportare nel cuore della vita della comunità cristiana la ragione della pastorale vocazionale significhi rivitalizzare la pastorale ordinaria stessa. Se infatti nelle nostre parrocchie si riesce a mettere al centro di tutto la persona e il suo diritto di vivere la vocazione all’amore secondo il cuore di Dio, allora creiamo un obiettivo, dei contenuti e dei metodi pastorali che certamente sono destinati a far bella e attraente ogni parrocchia. Piccola o grande che sia; urbana o periferica che sia; in zona industriale, artigiana, agricola; fatta da componenti più giovani o più anziani; con un edificio ecclesiale bello come la mia o poco più che una capanna come quella di Gesù… tutto questo diventa secondario.
Se infatti via della Chiesa è l’uomo e la pastorale del territorio cerca l’uomo e ne serve la vocazione alla gioia nell’amore allora il resto è importante ma relativo, accessorio e corollario. Questa parrocchia è il nostro sogno, la nostra passione, perché nella parrocchia – famiglia di famiglie – prima che altrove c’è una vocazione a servizio di tutte le vocazioni.
Ecco dunque il nostro Convegno!
– Vivremo queste giornate immersi in una preghiera resa ogni anno più ricca dai nostri animatori della liturgia (Sr. Marina, Sr. Tosca con i seminaristi di Noto); dal contributo degli eminentissimi cardinali Grocholewski e Ruini; del nostro Presidente, Mons. Italo Castellani, Arcivescovo Coadiutore di Lucca e Presidente della Commissione Episcopale Clero e Vita Consacrata; di Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Castellaneta.
– Ascolteremo alcune relazioni destinate ad aumentare il nostro amore e la nostra conoscenza per la parrocchia: don Domenico Mogavero, Sottosegretario della CEI, al quale abbiamo chiesto di metterci in sintonia con le conclusioni dell’Assemblea dei Vescovi; don Franco Giulio Brambilla, teologo di chiara fama, amico da anni del CNV, il quale metterà a fuoco l’orizzonte parrocchia nell’attuale dibattito teologico e pastorale; Mons. Angelo Comastri, Arcivescovo di Loreto e Presidente del Comitato Italiano per i Congressi Eucaristici Nazionali che, dopo aver predicato gli esercizi spirituali al Papa, ha trovato nella sua generosità il tempo per dedicarsi un po’ anche ai suoi vecchi amici, ricordandosi degli anni fecondi del suo ministero parrocchiale durante i quali ci siamo conosciuti; padre Amedeo Cenciai che da alcuni anni ci fa – con rara competenza e chiarezza – il dono preziosissimo di tirare le fila di questi nostri appuntamenti offrendoci piste operative che in questi anni ci hanno aiutato tantissimo nella concretizzazione del nostro lavoro di approfondimento.
– La tavola rotonda – moderata dall’altro Vicedirettore del CNV, don Lorenzo Ghizzoni, ci permetterà di metterci in un dialogo esperienziale con alcuni testimoni: don Antonio Falcioni, Sr. Michela Posla, P. Giuseppe Magliani, Caterina Brunetto.
– Il dopo cena di domani permetterà alla Direzione del CNV di incontrare i seminaristi presenti, in numero ogni anno maggiore, forse anche per l’aiuto economico offerto dagli amici del Serra Club ai quali va il loro e il nostro ringraziamento anche per aver voluto generosamente sponsorizzare anche quest’anno, il Manifesto della giornata; la mostra allestita davanti al refettorio ci permetterà di conoscere meglio questo nuovo venuto nella famiglia del CNV: i serrani sono infatti presenti da pochi anni nel Consiglio Nazionale del CNV.
Per concludere affido con gioia fraterna la conduzione del lavoro di questi giorni agli amici della Direzione Nazionale che si sono ancora una volta distribuiti amorevolmente il lavoro: moderatore sarà l’ormai navigato don Roberto Bizzarri, rappresentante del Clero secolare, coadiuvato da P. Sebastiano De Boni, rappresentante dei Religiosi; Sr. Antonia Castellucci, rappresentante delle Religiose; Caterina Brunetto, rappresentante dei Laici Consacrati, P. Guglielmo Camera, rappresentante degli Istituti Missionari.
L’ultimo grazie affettuoso va ovviamente da parte di tutti noi alla Segreteria rinforzata ancora una volta dall’aiuto di alcuni amici preziosi. Mi si consenta di approfittare dell’occasione per dire a Salvatore e Teresa quanto siano preziosi per tutti noi. Grazie infine di cuore a tutti voi, veri protagonisti di questo nostro annuale convenire: direttori ed équipes dei Centri Regionali e Diocesani per le Vocazioni; animatori e animatrici vocazionali dei vostri Istituti; rettori, educatori e seminaristi; formatori e novizi: siete voi la ragione del nostro servizio e se il Centro Nazionale Vocazioni esiste ed il suo lavoro è da tanti anni apprezzato è per voi e grazie a voi. Un grazie particolare ai direttori dei CRV che anche quest’anno hanno collaborato alla realizzazione dei Sussidi della Giornata che sono già tutti presenti sui tavoli delle Apostoline per essere visti, acquistati e ordinati. Con essi troveremo anche il n. 1 della rivista Vocazioni con la nuova, accattivante copertina. L’invito ad abbonarsi è scontato e sarà certamente ripetuto durante il Convegno.
Che il Signore benedica queste giornate e ce le faccia vivere secondo il suo cuore. Sant’Agostino era solito dire che Gesù nasce ogni anno bambino per ricordarci che con lui c’è sempre da crescere. E noi siamo qui per questo e per farlo insieme. Grazie. E buon lavoro a tutti.