Coraggiosi cercatori di Dio
1. La storia dei Magi è uno specchio, nel quale possiamo vedere riflessa la nostra storia di oggi
Essi erano dei coraggiosi cercatori di Dio, ma anche noi siamo dei cercatori di Dio; e il viaggio verso Dio, finché siamo sulla terra, non è mai concluso, non è mai terminato.
I Magi trovarono difficoltà e insidie nella ricerca di Dio: così come noi troviamo difficoltà e insidie nel cammino verso il Signore. I Magi furono certamente turbati dall’indifferenza di Gerusalemme di fronte al celebre annuncio della Sacra Scrittura relativo alla nascita del Messia: ma, anche oggi, quanta indifferenza rischia di scoraggiarci e di farci sentire solitari camminatori verso l’Infinito!
2. Mettiamoci alla scuola dei Santi Magi e lasciamo che la loro vicenda parli al nostro cuore
Quando si misero in viaggio per andare a cercare un misterioso e non definibile “personaggio” che rispondeva alle attese del loro cuore, forse furono derisi. È molto probabile. In vario modo, si saranno sentiti dire alle spalle:
«Ma dove andate? Chi cercate? Non vi basta quello che avete?».
«È mai possibile che Dio s’interessi della storia degli uomini?».
«Non è meglio che restiate con i piedi per terra e provvediate, con le vostre forze e con la vostra intelligenza, a risolvere i vostri problemi? Non fatevi incantare dai sogni!».
Probabilmente queste furono le insidiose domande e i maligni commenti che i Magi sentirono nell’ambiente che coraggiosamente abbandonarono, per affrontare il lungo viaggio verso Gerusalemme. Ma partirono ugualmente!
Avevano capito che il mondo intero non basta a riempire il vuoto del cuore dell’uomo: essi cercavano oltre il mondo! Oltre questo mondo!
Avevano capito che Dio non può ignorare le vicende dell’uomo che egli stesso ha creato: e credettero che in un momento della storia e in un punto del mondo… Dio si sarebbe manifestato, si sarebbe fatto vicino, sarebbe intervenuto.
Come? Non lo sapevano!
Ma si misero in viaggio ugualmente, con la certezza che Dio non avrebbe deluso le loro sincere attese.
3. E arrivarono a Gerusalemme. E prima di tutto cercarono Dio nella casa del re
Forse pensavano che per cambiare il mondo occorre un potere forte, occorre un sovrano deciso, occorre un esercito capace di combattere il male e i cattivi con tutte le forze e con tutti i mezzi.
Ma nel palazzo del re non trovarono Dio: anzi! Trovarono l’insidia della falsità e una specie di sorda e subdola rivalità nei confronti di Dio. Era un pericolo serio.
Ma non si scoraggiarono e continuarono a cercare Dio.
3.1 A Gerusalemme incontrarono anche gli esperti delle Sacre Scritture…
…i quali, con sorprendente e lucida precisione, riferirono che il profeta Michea aveva detto chiaramente:
«E tu Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele» (Mi 5,1).
Le Sacre Scritture parlavano chiaro, ma gli esperti delle Scritture non si mossero da Gerusalemme e restarono nel castello sterile della loro cultura religiosa: non avevano l’umiltà per mettersi in viaggio; non avevano l’abito interiore del pellegrino; non avevano il cuore aperto a Dio e alle novità inevitabili di Dio.
I Magi, ancora una volta, non si lasciarono scoraggiare e continuarono il loro cammino guidati dalla stella del cuore povero e umile: il cuore che vede la via di Dio e la percorre docilmente.
4. E arrivarono a Betlemme, arrivarono all’incontro con Dio
Ma quale grande sorpresa li attendeva: Dio non si manifestò tra tuoni e lampi, tra scettri e troni… ma tra le braccia di una limpida e sconosciuta giovane e nella veste fragile di un bimbo e nello scenario di una povertà per loro inimmaginabile.
E s’inginocchiarono e adorarono!
In quel momento cominciò il loro vero e profondo cammino verso il Signore del mondo e della storia.
I Magi a Betlemme capirono che il potere di Dio non è come quello degli uomini; capirono che la forza di Dio non è quella degli eserciti; capirono che l’arma di Dio non è quella custodita negli arsenali militari.
I Magi a Betlemme capirono che Dio profuma di umiltà e scoprirono che l’umiltà preferisce la forza dell’amore; e credettero che l’amore è onnipotente.
E divennero con Maria,
con Giuseppe,
con i poveri pastori…
i primi adoratori del volto
di Dio svelato a Betlemme.
E non si meravigliarono quando seppero che Erode voleva uccidere il bambino di Betlemme: l’orgoglio, infatti, sarà sempre nemico di Dio e lontananza di Dio.
I Magi, però, ora avevano una nuova certezza: non avrebbe vinto Erode, ma avrebbe vinto il piccolo bambino di Betlemme, perché il bambino di Betlemme è Dio. Questa sia anche la nostra certezza!