Testimoni di una pazienza amorevole e di un amore affidabile
Il 29 giugno 2013, Papa Francesco ci ha fatto dono della sua prima enciclica Lumen fidei (stesa a quattro mani con Papa Benedetto), come Le sacre du printemps in una magnifica esecuzione di Igor Stravinskij o della Rhapsody in Blue di George Gershwin. In essa possiamo trovare alcuni passaggi essenziali per dare fondamento e dinamicità alla “nuova evangelizzazione”, anche in rapporto all’annuncio del Vangelo della Vocazione. «La luce dell’amore, propria della fede, può illuminare gli interrogativi del nostro tempo sulla verità (. . .) Se la verità è la verità dell’Amore, se è la verità che si schiude nell’incontro personale con l’Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e può fare parte del bene comune» (LF 34). Questo profondo legame tra ricerca della verità ed esperienza dell’amore rimane una delle chiavi di lettura più profonde e più tipiche del mistero di ogni chiamata vocazionale. Si segue Gesù perché, in lui, ogni sete interiore di verità ed ogni appaga mento del nostro bisogno di amore trovano una risposta totale e profonda, come in un grande abbraccio che tutti ci avvolge. Mi sono spesso interrogato su cosa intervenga nell’esistenza di un uomo per sospingerlo a cambiare tutta la sua impostazione di vita e per immettersi nell’avventura dell’ignoto.Quale forza misteriosa agisce perché un uomo o una donna consegnino totalmente la speranza della propria vita a quella coinvolgente e “dolente Luce” che si chiama Dio come, con sofferta intuizione, afferma Agostino di lppona. Siamo aiutati a comprendere questo nel racconto della chiamata di Levi-Matteo (Mt 9,9-13). Un “cambiamento” di vita non è mai il risultato di un puro caso:già molto tempo prima, esso si preannuncia come una breccia aperta in una diga, che davvero ha represso, per troppo tempo, il desiderio intenso delle acque di fuoriuscire; è paragonabile a quella vena d’acqua, nascosta nella profondità della terra, che da secoli attende di scorrere all’esterno, in un rivolo sempre più intenso e gioioso. Se il pubblicano Levi fosse stato pienamente soddisfatto della sua vita, non avrebbe prestato la benché minima attenzione alla chiamata di Gesù Potremmo dire che in lui si è stabilita quella concentrazione di alta tensione, tipica di nubi che si condensano e danno luogo alla scarica del lampo, che annuncia il temporale imminente. La sola parola di Gesù «Vieni con me», basta all’esattore delle tas se, Levi, per abbandonare di colpo la propria deludente autosufficienza e ritrovarsi in una libertà nuova.È sempre Papa Francesco a parlarci: «/giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il/asciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l’orizzonte dell’esistenza, le dona una speranza soli da che non delude. La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità» (LF 53).Qualche giorno fa abbiamo condiviso con i Direttori CRV e CDV delle diocesi italiane e con i loro delegati un appuntamento formativo per tracciare insieme alcune linee portanti della pastorale vocazionale: Chiamati nella Fede ad una pastorale vocazionale “generativa”.Viviamo il bisogno profondo di ritrovare una pastorale vocazionale di grande respiro, di orizzonti ampli, sorretta da quel profondo corag gio evangelico di leggere la realtà senza travisamenti e senza maschere; una realtà spesso segnata da fatiche e resistenze, da blocchi e ipocrisie, sapendo cogliere in essa i tanti segni di positività, di generosità e di bellezza del cuore umano, che spesso letture parziali o approssimative non ci aiutano a cogliere. Le nostre comunità cristiane non sono solo una platea, talvolta esigua, di fedeli assopiti e che in maniera impersonale e ripetitiva scandiscono il loro AMEN .. Se le guardiamo con uno sguardo più spirituale e più evangelico, esse si rivelano ancora come un affascinante caleidoscopio di colori, dove i colori sono i doni dello Spirito Santo, che non vengono mai meno.Ci aiuti lo Spirito Santo ad essere uomini e donne capaci di esprimere il dono di una “pazienza amorevole”, che non teme di fare i conti con le inevitabili lentezze e resistenze del cuore umano, e di essere insieme i testimoni credibili di “un Amore affidabile”.