Fai bei sogni… anzi, fateli insieme!
“Ascolto dei sogni e coraggio di parole scomode”: è il tema suggestivo ed evocativo del Seminario sulla direzione spirituale, di cui questo numero di «Vocazioni» riporta gli Atti.
Un’esperienza vissuta con lo sguardo rivolto a don Tonino Bello, uomo, prete, vescovo della terra del Salento che ci ha accolto. Abbiamo bisogno di coltivare un cuore docile, che si lascia ammaestrare e condurre, che sa abbandonarsi alla Parola del Signore.
Talvolta i nostri sentimenti più profondi, limpidi e creativi, rischiano di essere intrappolati in cuori incapaci di parlare il linguaggio della semplicità e della empatia relazionale.
Ci può orientare il sogno di Salomone (1Re 3,1-9): Salomone è appena succeduto a suo padre Davide; è molto giovane, nulla fa pensare alla sua futura fama e gloria. Sulle alture
di Gàbaon il Re offre a Jahvé un immenso sacrificio: mille buoi!
Il Signore gli dice in sogno: «Chiedimi ciò che io devo concederti». Prima di rispondere ad una simile offerta, vale la pena rifletterci sopra. Santa Teresa d’Avila scrive che in confronto alla generosità di Dio noi non chiediamo mai abbastanza: «Chiedere ad un Re solo qualche spicciolo… sarebbe come fargli un insulto». Di fronte a questa magnifica offerta, Salomone chiede semplicemente “lébh shoméá”: «Dammi, o Signore, un cuore che ascolta» (1Re 3,9).
«Solo quando noi avremo taciuto, Dio potrà parlare. Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto. Nel silenzio maturano le grandi cose della vita: la conversione, l’amore, il sacrificio» (don Tonino Bello).
Coltivare il cuore nel discernimento ci chiede di imparare l’arte dell’ascolto, vissuto con pazienza, delicatezza e rispetto. Ci spinge a declinare insieme due dimensioni essenziali della vita: la saggezza e la profezia.
La saggezza per capire quanto accade in noi e intorno a noi, per imparare a leggere i segni e gli eventi della vita e di un mondo continuamente in fermento, con cambi generazionali rapidi ed accelerati, spesso difficili da inseguire e decifrare.
La profezia per anticipare, con proposte significative ed incisive, una educazione olistica e globale, umana, spirituale e vocazionale, che non insegua gli eventi, ma ne tenga il passo.
Questa è stata la capacità umana, spirituale e pastorale di don Tonino.
La saggezza e la profezia introducono all’arte di “coltivare i giardini del cuore”, guardandoci dentro con coraggio e verità, con fiducia e positività, ritrovando il gusto del sentirsi in contatto con il nucleo profondo della natura e del creato, degli altri e di noi stessi.
È la straordinaria esperienza di toccare con mano la bellezza dell’amore di Dio per noi.
Quante persone, soprattutto quanti giovani, oggi, vivono sotto la cappa di piombo di uno scetticismo fatalistico e rassegnato… È la mancanza di un orizzonte attraente di desiderio e di sogno che ci consegna alla legge della omologazione e della mediocrità.
Coltivare il cuore per scegliere la propria via di beatitudine, significa tornare a volare alto, per dare spazio ai nostri sogni più belli e appassionati.
«Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più» (Massimo Gramellini).
* Un grazie particolare a S.E. Mons. Rino Fisichella per aver concesso l’articolo “Evangelizzazione e comunità”, pubblicato sul n. 3/2017 di «Vocazioni», già proposto come riflessione al Convegno Europeo CCEE di Barcellona del 30 marzo 2017.