Il paese degli amici sconosciuti
Quanti amici hai? Aspetta, fammi pensare. Se conto sulle dita forse arrivo a dieci, quindici. Ma come, non sei su Facebook? Brandelli di conversazione, in cui il minimo comune denominatore è l’unità di misura dell’amicizia, delle relazioni illimitate ma impersonali. Come un pacchetto di Giga. Se si contano le “amicizie” i numeri lasciano poco spazio all’immaginazione e il limite dei cinquemila “amici” per alcuni non sembra nemmeno adeguato: in fondo, perché non possono essere di più? Se la gente mi cerca… Ma la gente chi? Solo a visualizzarli in carne ed ossa tutti in fila fanno paura. Sono cinque volte mille (che già è un numero di persone non gestibile nella realtà): un piccolo esercito perlopiù di sconosciuti che sanno che rimpiangete i cartoni animati degli anni ‘80, che le vacanze in Puglia sono state indimenticabili e che con quello lì avete rotto perché metteva i cuori a quella là (o viceversa eh…).
Le Pagine Bianche dei nostri tempi si srotolano sul feed del Social network più famoso del mondo che proprio in questi giorni compie quindici anni. Un adolescente turbolento e molto ricco di cui in teoria ci si fida poco, in pratica gli si affida tutta la vita sotto forma di foto, pensieri, amicizia, gusti. Non esiste nulla di più trasversale che abbia cambiato così radicalmente il nostro modo di comunicare come la creatura di Zuckerberg. In viaggio, al bar, in fila, basta guardarsi intorno per scorgere sui telefonini la medesima linea blu, cambia solo la lingua: dal cinese al rumeno, dall’urdu al russo, dal filippino all’italiano. Tutti sulla stessa piattaforma, a capo chino, movimento fluido del pollice, sguardo vuoto. Cittadini del più grande Stato mai concepito, nemmeno nelle terre di Utopia, in cui ci si può schierare in massa compatta. Di solito contro chi non la pensa come la piccola cerchia organizzata in cui ci si riconosce per coalizione e si autoproclama popolo. Il villaggio sarà pure globale, ma sempre villaggio resta.
Dopo il grande scandalo di Cambridge Analitica, la campagna #DeleteFacebook era diventata virale, con l’adesione anche di nomi noti. Ma la realtà ha contato scarsi risultati. In quanti possono rinunciare a un mezzo di contatto rapido, omnicomprensivo, facile da usare? Quanti, soprattutto, possono astenersi da questa altissima vetta di pettegolìo? Perché sappiamo che si abita lì, in un’immensa piazza di paese in cui tutti corrono a lavare i propri panni e vogliono assolutamente che gli altri partecipino, anche senza portare il sapone.