Ti porterò tutti i fiori che incontro sul mio cammino
Ci sembra a volte di poter offrire a Dio solo ciò che di grandioso abita le nostre giornate, ma questa prospettiva ci lascia spesso delusi, perché in fondo la nostra vita è fatta più di gesti semplici che di grandi eventi. L’ebrea Etty Hillesum, prigioniera nel campo di concentramento di Auschwitz, sembra proprio intuire la preziosità di ogni singolo istante e la possibilità di portare a Dio tutto ciò che fa parte delle sue giornate.
Riportiamo qui un brano tratto dal suo Diario.
Per il dolore grande ed eroico ho abbastanza forza, mio Dio, ma sono piuttosto le mille piccole preoccupazioni quotidiane a saltarmi addosso e a mordermi come altrettanti parassiti. Be’, allora mi gratto disperatamente per un po’ e ripeto ogni giorno: per oggi sei a posto, le pareti protettive di una casa ospitale ti scivolano sulle spalle come un abito che hai portato spesso e che ti è diventato famigliare, anche di cibo ce n’è a sufficienza per oggi, e il tuo letto con le lenzuola bianche e con le sue calde coperte è ancora lì, pronto per la notte – e dunque, oggi non hai diritto di perdere neanche un attimo della tua energia in piccole preoccupazioni materiali. Usa e impiega bene ogni minuto di questa giornata e rendila fruttuosa, fanne un’altra salda pietra su cui possa ancora reggersi il nostro povero e angoscioso futuro. Il gelsomino dietro casa è completamente sciupato dalla pioggia e dalle tempeste di questi ultimi giorni, i suoi fiori bianchi galleggiano qua e là sulle pozzanghere scure e melmose che si sono formate sul tetto basso del garage. Ma da qualche parte dentro di me esso continua a fiorire indisturbato, esuberante e tenero come sempre, espande il suo profumo tutt’intorno alla tua casa, mio Dio. Vedi come ti tratto bene. Non ti porto soltanto le mie lacrime e le mie paure, ma ti porto persino in questa domenica mattina grigia e tempestosa, un gelsomino profumato. Ti porterò tutti i fiori che incontro sul mio cammino e sono veramente tanti. Voglio che tu stia bene con me. E tanto per fare un esempio: se io mi ritrovassi richiusa in una cella stretta e vedessi passare una nuvola davanti alla piccola inferriata, allora ti porterei quella nuvola, mio Dio, sempre che ne abbia ancora la forza.
(Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, pp. 170-171)