Gesù passeggia con me
Nel 1980 don Andrea Santoro, ancora giovane sacerdote, soggiorna per sei mesi in Terra Santa; testimonianza di questa esperienza è il Diario di Terra Santa. Di quest’opera, riportiamo qui un breve passo dal quale emerge il carattere intimo dell’amicizia con Cristo che ha caratterizzato la sua vita e la sua vocazione.
Gesù passeggia con me sulla terrazza. Questa è Nazaret, questo è il Nazôraios: Gesù che passeggia con me sulla terrazza, avanti e indietro, parlando, come amici. Lui è venuto s trovarmi a Nazaret e si è fermato con me. Parliamo dei bambini, della loro madre che è prostituta ad Haifa. Andrò a trovarla.
Parliamo della vita, del mondo, di noi, dei soldati che passano per la valle, del lavoro, di Dio. Sono ridicoli i soldati che passano, dice. I signori della terra, si credono i padroni del mondo. Si spartiscono tutto, lottano per prendere tutto. Ma è tutto del Padre mio, ed è tutto per voi, per tutti. Il Padre mio non si tiene nulla per sé. Guarda la luna quanto è bella. È tua. L’ho fatta io. È tutto tuo, è tutto vostro. Anch’io sono tuo. Sono qui, ti sono amico. Non sei mai solo. Tu hi sempre voglia di parlare con qualcuno, ma a cuore aperto, con spassionatezza, con tenerezza, con fiducia, con affette. Io ci sono sempre. Sono venuto apposta.
Nazaret è Gesù che passeggia con te, in terrazza. Una notte passata in terrazza con lui. Non si dimentica più. Questo è il Regno. Questo è Gesù. Ma ti sarà difficile crederlo quando soffrirai. Voi uomini volete sempre il «potere» di Dio per voi, anche se lontano. Il potere è lontananza. Ma dovrai crederlo anche se sarà difficile. Siine certo, credilo. Io ho fatto il mondo, anzi l’ha fatto il Padre. Anche la sua origine è in lui. Ma pure la sua consistenza è in me. Poi, questo mondo fatto per mezzo mio in me, sono venuto ad abitarlo.
La mia carne, Gesù, è come la tua. Siamo della stessa razza, la stessa origine, lo stesso impasto. Sei come me. Sei con me. Mi capisci. Mi abiti. Questo è tutto. Sei qui e lo sarai sempre.
E tu dovrai fare la stessa cosa. Nulla di più. Passeggiare con la gente in terrazza. Stare vicino. Essere come me. Essere un Nazôraios. Parlare del Padre, della vita. Infondere fiducia, dare il Regno. Ma semplicemente stando vicino, una notte in terrazza. Parlare, entrare nella tenda del beduino. Stare vicino se uno soffre e quella è guarigione. La guarigione, il miracolo è l’amore dello star vicino. Dio è l’amore di star vicino: questa è la radice, lo scoppio, la certezza di ogni miracolo. Questa è la sua signoria, la sua sovranità salvatrice e trasfiguratrice. […]
La gloria di Dio è la sua umiltà, la sua vicinanza, la sua tenerezza, il suo amore infinito che lo fa nostro prossimo, nostro ospite, consanguineo, familiare, nostra parte, carne e sangue nostro, alito e anima nostra. La sua gloria è passeggiare in terrazza con noi e passare la notte in terrazza sotto la luna.
(Andrea Santoro, Diario di Terra Santa, San Paolo 2010, pag 109-111)