Disarmato dall’Amore
Il Santuario della Spogliazione
Uno solo è il Padre vostro.
(Mt 23,9)
Il Santuario
Nel suggestivo luogo dove san Francesco compì il gesto profetico di spogliarsi di tutto per conformarsi a Cristo ed essere di Dio e dei fratelli si erge il Santuario della Spogliazione voluto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, S. E. Mons. Domenico Sorrentino con decreto del 25 dicembre del 2016 «allo scopo di offrire un’ulteriore opportunità all’impegno di evangelizzazione e al cammino di rinnovamento pastorale della nostra Chiesa diocesana, a vantaggio dei fedeli residenti e dei pellegrini». Inaugurato ufficialmente il 20 maggio del 2017, il Santuario con la chiesa di Santa Maria Maggiore e il complesso dell’Episcopio (con la Sala della spogliazione dove c’è un affresco di Cesare Sermei che raffigura il momento in cui Francesco si denuda e il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, in ricordo degli ebrei nascosti e salvati nella seconda guerra mondiale”) sono situati in piazza Vescovado. Dal 6 aprile 2019 custodisce anche il corpo di Carlo Acutis, il giovane proclamato Beato lo scorso 10 ottobre che sta richiamando l’attenzione di migliaia di devoti da tutto il mondo.
Ad ispirare il vescovo nella valorizzazione di questa icona francescana è stato il Santo Padre nel suo incontro con i poveri di Assisi, avvenuto nella Sala della Spogliazione, durante la sua prima visita del 4 ottobre 2013. «Il Santuario – scrive il Papa – nasce come profezia di una società più giusta e solidale, mentre ricorda alla Chiesa il suo dovere di vivere, sulle orme di Francesco, spogliandosi della mondanità e rivestendosi dei valori del Vangelo. I giovani hanno bisogno di essere accolti, valorizzati e accompagnati. Il nuovo Santuario acquista così anche il valore di un luogo prezioso dove i giovani possano essere aiutati nel discernimento della loro vocazione». «Dentro questa icona – spiega il vescovo Sorrentino – si delinea non soltanto il cammino del Santo di Assisi, ma il cammino della Chiesa. Avevo già intuito questa ‘icona’ fin da quando ebbi il privilegio di esser nominato vescovo di questa città straordinaria. Il nuovo Santuario ha radici centenarie. Esso mette a fuoco un Francesco che non ha ancora intorno i suoi frati. Un Francesco prima del “francescanesimo”. Quando l’evento della spogliazione si compie, egli è ancora solo un giovane di questa città, fino a poco tempo prima, re delle feste, giovane gaudente delle allegre brigate, ed ora finalmente un innamorato di Cristo. Questo Santuario appartiene forse più di tutti alla storia di Assisi: è ancora tutto dentro le mura della città, prima che il carisma di Francesco sviluppi il suo empito missionario sulle vie del mondo, ricevendo il sigillo della Chiesa universale. Il giovane Francesco e il vescovo Guido: singolare coppia di uomini di Chiesa che furono, insieme, complici dello Spirito».
Segni che chiamano
Una vita, quando si ritrova di fronte ad un Amore che tutto crede, tutto copre, tutto spera, tutto sopporta, ti fa ritrovare nudo, disarmato.
Nudo di preconcetti, innanzitutto. Ti senti incapace di opporre resistenza, quando sei abituato ad andare subito all’attacco lì dove ti senti indifeso. Ti senti venir meno le forze davanti ad un Amore tanto forte da stenderti con il solo sentirti chiamato per nome. Ti senti la testa confusa e senti non aver mai pensato altrimenti la vita, così come ti invita a fare Lui.
Poi, nudo di risposte preimpostate. Ti senti di non trovare le parole nel sacco dei tuoi pensieri e ti accorgi che non hai nessuna frase fatta capace di assecondare quello strano fuoco che ti senti ardere dentro. Ti senti ritornare in mente l’unica grande risposta che solo i bambini sanno sempre dare. Una risposta che, paradossalmente, è una domanda: perché? È la domanda che ti aiuta a riprenderti il diritto di stupirti davanti all’infinitamente Piccolo che ti ha pescato o ripescato e ti ha messo davanti ad una strada non facile, ma ricca di promesse.
Infine, nudo di progetti calcolati. Senti che non è più il tempo di calcolare forze e spese, perché non hai più nulla addosso se non la possibilità di dire con Charles de Foucauld: «Padre mio, mi abbandono a Te, di me fai quello che Ti piace, grazie di ciò che fai per me, spero solamente in Te». E comprendi che è il tempo della fiducia e dell’abbandono, del lasciarsi andare sospinto dal soffio della vita e seguendo, con il fiuto dei denudati, il profumo di quella presenza amica che ti accompagna e sostiene, che ti dà forza e ti veste e riveste di Grazia.
Lasciarti strappare da dosso la tunica delle sicurezze, apre le porte al sentire sulla tua pelle il calore del Sole che ogni giorno ti illumina e ti sveglia e al sentire sulla tua pelle gli sguardi di uomini e donne che ti appiccicano post-it di SOS compromettenti: «Ho fame… Ho sete… Sono nudo… Sono forestiero… Sono ammalato… Sono in carcere…».
E sentirsi nudi è il preludio alla risposta della vita che si fa dono incondizionato, segno d’Amore!