Ricondurre
«Il disegno salvifico di Dio, “il mistero della sua volontà” (Ef 1,9) concernente ogni creatura, è espresso nella Lettera agli Efesini con un termine caratteristico: “ricapitolare” in Cristo tutte le cose, celesti e terrestri (cf. Ef 1,10). L’immagine potrebbe rimandare anche a quell’asta attorno alla quale si avvolgeva il rotolo di pergamena o di papiro del volumen, recante su di sé uno scritto: Cristo conferisce un senso unitario a tutte le sillabe, le parole, le opere della creazione e della storia» (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 14 febbraio 2001).
Il mistero della volontà di Dio, la salvezza, la nostra vocazione è un’opera che riconduce nel tempo – giorno dopo giorno, anno dopo anno – il nostro vissuto come in un libro che accresce di volume con lo scorrere dei giorni. La vocazione, infatti, non si compone di tasselli precisamente tagliati e tra loro perfettamente combacianti, ma di tante storie, esperienze, incontri, episodi che lo scorrere del tempo e le vicende della vita ci hanno presentato – talvolta anche nostro malgrado – e abbiamo dovuto e voluto accogliere.
Tutta la nostra storia, tutta la nostra vita è storia della nostra salvezza. La vocazione, la vita cristiana, l’opera di Dio con noi si gioca sul medesimo piano della vita quotidiana, della vita tout court, l’unica vita – del resto – che abbiamo e che raccogliamo episodio dopo episodio, fatto dopo fatto, sebbene sovente non ne comprendiamo il senso, non ne riconosciamo né l’occasione da sfruttare per far crescere il bene e la comunione né la tentazione da fuggire perché portatrice di male e foriera di divisione.
Raccogliere pagine, appunti, cartoline, stralci di giornale o scampoli di racconti può sembrare un esercizio capace soltanto di accumulare disordine, di collezionare frammenti che difficilmente troveranno una armonia. In questo sapiente custodire (cf. Lc 2,19), mi sembra di riconoscere un bagliore di quell’opera di ricapitolazione in cui Dio è al lavoro fin dal principio e scorgere il mistero della sua volontà che impasta la nostra vicenda di quell’unico elemento capace di armonizzare anche le note più stonate, dolorose o contraddittorie: la sua misericordia.
Non tutto si comprenderà nei giorni della nostra esistenza terrena: molto rimarrà fuori posto e solo alla fine sapremo riconoscere e leggere a chiare lettere nella nostra vocazione l’amore del Padre che attraverso di noi – malgrado noi, talvolta – è fluito e meravigliarci di vederlo fiorire nel Libro della Vita.