Mi sazierò della tua presenza
Sulle gioie del paradiso non oso scrivere inconsideratamente. Isaia e poi Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi hanno scritto: quelle cose che occhio non vide né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Come potrei tentare di esprimere a parole quello che non si riesce neppure ad immaginare? Dirò tuttavia qualcosa per spingerti a desiderare di vedere quelle cose che gli occhi mortali non sono in grado di vedere. Tale desiderio, elevando la mente dalle cose terrene a quelle celesti, fa sì che, pur restando ancora terreni e mortali, almeno in parte diventino celesti. Se è vero che là dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore, se il nostro tesoro lo abbiamo in cielo, bisogna che sia in cielo anche il nostro cuore. Se è in cielo, ha dimensioni celesti e bisogna che celesti siano i desideri del nostro cuore, mediante l’impegno di meditare cose grandiose e infinite partendo dalle più piccole. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente; quando vedrò il volto di Dio? Allora Dio sarà tutto in tutti, e quanto ciascuno vorrà sarà provveduto da Dio. Dio si insinuerà con tanta dolcezza nelle nostre menti, che si compirà perfettamente quel che dice il profeta: mi sazierò della tua presenza. I beati sentiranno risuonare da ogni parte le più alte lodi di Dio, secondo la parola del Profeta: beato chi abita la tua casa, sempre canta le tue lodi. Vedranno i cieli e ne gusteranno tutta l’armonia, vedranno Cristo e sua Madre e tutti i corpi gloriosi dei beati. Questi, ormai incorruttibili e rivestiti di incomparabile bellezza, saranno per chi li guarda uno spettacolo così dolce che non sapranno cosa di meglio desiderare.
Cfr. Battista Mantovano, De Patientia