Con gli occhi al Cielo
E tu… per chi ti alzi dal letto ogni mattino?
Hai scandagliato il tuo cuore e ci hai trovato un desiderio grande che ti spinge alle stelle, hai scavato nel profondo fino alla roccia del tuo fondamento sicuro, hai toccato con mano la sabbia delle tue fragilità e i tuoi occhi hanno scrutato una luce che apre a una visione di un futuro diverso, ti sei sporcato le mani perché la vita vale la pena viverla giocandosi totalmente, con piena responsabilità.
E ora che questo 2022 sta per finire, che cosa mi porto a casa? Un bilancio da far quadrare o una speranza da far rinascere e crescere?
Lo scontro tra una realtà fatta di crisi economica, di guerre, di cambiamenti climatici (che iniziamo a sperimentare sulla nostra pelle tra un caldo afoso mai visto e disastri ambientali che toccano anche le nostre città) e i sogni di un lavoro dignitoso per tutti, di società multiculturali e pacifiche, di una nuova armonia con il creato, sembra essere irrimediabilmente insanabile.
“E si aprirono loro gli occhi”[1]: la vita, come la fede, l’amore e tutto ciò che conta veramente, ci chiede di restare sempre in un cantiere aperto. Il cartello dei Lavori in corso continuerà a restare su ogni porta delle nostre città, come davanti ad ogni incrocio dei nostri cuori.
Se è vero allora che “gli altri sono costitutivamente necessari per la costruzione di una vita piena”[2] allora solo insieme è possibile lavorare per il bene comune. Solo insieme è possibile quella solidarietà che rende “solido” un insieme di più pezzi diversi, di persone diverse, di culture diverse. La solidità è data dal legame tra queste parti, che può esistere solo quando ognuno fa la sua parte e con “determinazione ferma e perseverante si impegna per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.[3]
Allora buon cammino a te, che con decisione continui a lavorare per il bene della Chiesa e del mondo. Buon cammino a te, che con il tuo lavoro di ogni giorno contribuisci al bene di tutti. Buon cammino anche a te, che di problemi sociali e ecologici non ti sei mai interessato, ma che hai letto con pazienza gli articoli di questa breve rubrica.
A tutti voi, l’augurio di non smettere mai di ricominciare “di nuovo” a guardare il cielo e a mettere le mani nella terra per piantare nuove vigne!
“Di nuovo pianteranno vigne…e ne raccoglieranno i frutti”[4].
[1] Mt 9,30; Cf. Lc 24,31.
[2] Francesco, Fratelli tutti, 150.
[3] Pontificio consiglio della giustizia e della pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 193.
[4] Cf. Ger 31,5.