Perché potessimo amarti
Nulla anteporre all’amore di Cristo
O Signore che dai la salvezza e benedici il tuo popolo, che cosa è la salvezza se non amarti per tuo dono o meglio essere amati da te? Perciò, o Signore, hai voluto che il Figlio della tua destra si chiamasse Gesù, cioè Salvatore. Egli ci ha insegnato ad amarlo amandoci per primo e fino alla morte di croce; con l’amore e la predilezione ha suscitato in noi l’amore per lui, che ci ha amati per primo fino alla fine. Ci hai amati per primo perché potessimo amarti; non perché tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché solo amando te avremmo potuto raggiungere il fine per cui ci avevi creato. Parlare per mezzo di tuo Figlio (Eb 1,1-2) è stato come manifestare in piena luce quanto e come ci hai amato. Tu non hai risparmiato tuo Figlio, e tutto ciò che egli fece, tutto ciò che disse sulla terra, perfino gli obbrobri che sopportò, perfino gli sputi e gli schiaffi, perfino la croce e il sepolcro, fu tutto un tuo parlarci nel Figlio, per suscitare e destare col tuo amore, il nostro amore per te. Noi ti amiamo con l’affetto d’amore che tu ci hai infuso. Il tuo amore invece è la tua stessa bontà: è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio; quegli che dall’inizio della creazione aleggia sulle acque, ossia sulle menti fluttuanti dei figli degli uomini, donandosi a tutti, tutto a sé attirando, ispirando favorendo, unendo Dio a noi e noi a Dio.
(Guglielmo di Saint-Thierry, La contemplazione di Dio, 9-11, passim)
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