N.02
Marzo/Aprile 2025

Primi passi

L'ABC dell'accompagnamento spirituale e del primo discernimento

Abbiamo ancora una millenaria tradizione spirituale (che può essere debitamente arricchita da un’evoluzione antropologica umana) e può continuare a trasmettere l’arte del sentiero spirituale che porta alla relazione filiale con Dio? Siamo ancora una chiesa madre e maestra o siamo rimasti solo badanti o bidelli?

Comprendiamo bene e condividiamo la paura di un paternalismo spirituale invasivo, ancora non scomparso da una logica ecclesiale old style, quella per cui esistono religiosi che pretendono un dominio totale e non trattabile sulle decisioni dei loro figli spirituali, non estraneo alle tragedie di logiche educative indirizzate a suscitare coscienze etero-dirette, non inaudite nelle logiche dei movimenti e delle giovani fondazioni o congregazioni.

La dittatura della guida spirituale a cui va chiesto pure il permesso di soffiarsi il naso, è una esperienza triste che ancora rigurgita qua e là, e si tratta di un autentico abuso psicologico esercitato nei luoghi ecclesialmente chiusi.

 

Come salvarsi da questi orrori?

Insieme a tanti sacerdoti abbiamo per anni condotto i corsi per il primo discernimento per giovani, nella Diocesi di Roma, con la consapevolezza che dovevamo dedicare parte del corso a dei chiarimenti sul ruolo e l’esercizio della guida spirituale. La conseguenza fu uno schema che vado a condividere di seguito.

Lo schema ha molte paternità, perché i sacerdoti che mi sono passati accanto nella proposizione di questo corso hanno, piano piano, apportato le loro migliorie; questo è un vero schema sinodale, composto prima della moda sinodale attuale, a partire dall’elaborazione di un sacerdote che si dedicò a buttare giù i punti fondamentali e poi piano piano migliorato, limato e valutato da tanti altri.

Non detengo la paternità di questo schema, ma va data alla Diocesi di Roma, perché i suoi sacerdoti l’hanno prodotto.

Va detta una cosa ulteriore: lo schema è per aiutare i ragazzi, a loro è diretto ma come effetto collaterale istruisce i giovani sacerdoti. Non so se sia servita più ai ragazzi che hanno ricevuto questa istruzione (per difenderli dai sacerdoti che prendono atteggiamenti invasivi o troppo amicali) o ai preti che l’hanno consegnata perché ha consentito a questi ultimi di fare una revisione del loro atteggiamento, talvolta immaturo.

 

Alcuni suggerimenti per iniziare…

 

Guida spirituale: a cosa mi serve?

a conoscere più chiaramente la volontà di Dio e la verità su di me.

a progredire nella preghiera. Per la preghiera occorre un maestro.

ad ascoltare una voce affidabile tra le mie molte voci interiori (sentimenti, coscienza, immaginazioni, il nemico, la comodità, la vanità, l’orgoglio, ecc.)

a vedere chiaro: nessuno può avere chiara visione di se stesso senza “uno specchio”.

a non essere solo nel combattimento interiore e nel debellare gli inganni del demonio.

a darmi fecondità. Siamo terra incolta, grembo sterile; la vita nuova richiede una dinamica propria, e quindi ad aprirsi per far entrare la parola divina.

 

Cosa non è:

non è un amico che mi da forza, compagnia, sicurezza. È uno strumento dello Spirito Santo. Un fratello maggiore, navigato nelle acque del combattimento spirituale. Il rapporto è asimmetrico.

non è uno che mi manipola: invece sta davanti a me, di fronte a me, per aiutarmi ad essere me stesso. Fa maturare la mia preghiera, il mio discernimento, mi difende da me stesso. Un altro io che conosce me quanto me. Una garanzia per mantenermi libero. 

non è un professionista: ma è un uomo di Dio, che lo stesso Dio mette sulla mia strada, un “buon pastore” che prega per me, si fa carico di me, che non ha nessun interesse su di me al di fuori della volontà di Dio. 

non vai da lui “pour parler”, ma per una cosa seria: essere semplici, diretti, concreti, evitando attaccamenti affettivi e perdite di tempo.

non è un legame indissolubile: è uno strumento della Provvidenza che, in casi estremi, può essere cambiato se è evidente che Dio lo vuole, se si vede con certezza e dopo attenta verifica, che non porta frutto. 

non ha il compito di “farmi stare bene”; a volte persino mi dovrà far stare male. È uno strumento per forgiarmi.

 

Come trovare una guida spirituale?

Occorre fare un primo discernimento per vedere chi t’invia il Signore. Ossia: non si tratta di trovare la guida più simpatica, ma la persona in cui riconosci che Dio ti si fa presente.

Pensa ai sacerdoti che conosci e che sono a portata di mano; chi ti sembra un uomo di Dio (parla di Dio, parla con Dio, sapiente delle cose di Dio … e degli uomini).

Meglio uno vicino di uno lontano, meglio se conosce me ed il mio ambiente.

Inizia confessandoti da lui e a farti conoscere (chi vuole fare solo la confessione ha diritto a mantenere l’anonimato). Incomincia a dire il tuo nome e a parlare non solo dei peccati: parla dei tuoi sforzi nella preghiera e nel discernimento. Chiedi qualche consiglio e mettilo in pratica. Se le cose vanno bene, con naturalezza un giorno potrai dire: potrebbe essere la mia guida spirituale?

La direzione spirituale è spesso legata al sacramento della confessione anche se ne è distinta per natura. Basti accennare che ciò che viene detto nella confessione non può essere “materia” per la direzione spirituale… anche se il direttore ed il sacerdote sono la stessa persona. Solo la persona diretta può sciogliere questo vincolo e chiedere di “utilizzare” ciò che viene detto nella confessione per la direzione spirituale. 

Attenzione, soprattutto per le ragazze: potresti intuire che la persona giusta sia una consacrata. Allora si applicano le stesse regole di sopra ma cambiando ciò che deve essere cambiato.

 

Come si segue una guida spirituale:

È inutile averla se non camminiamo nella fede, se non abbiamo intrapreso la strada del combattimento contro l’amor proprio che è la “grande idolatria”. Inutile se non iniziamo a pregare, ad ascoltare la parola di Dio, a frequentare un’assemblea cristiana, etc.

Occorre essere trasparenti, sinceri, semplici, ma senza allungarsi: bisogna perciò preparare il colloquio nella preghiera per essere capaci di dare una visione realistica dello stato della nostra anima.

Parla della tua preghiera, dei tuoi sentimenti, dei tuoi pensieri, dello studio o lavoro, dei progetti, della affettività e dei sentimenti che provi; dei tuoi limiti e paure. Di come usi il tuo tempo e i tuoi soldi, della tua bellezza, dei tuoi doni migliori. Gioie e tristezze, problemi e ostacoli. Su cosa hai fatto in concreto per il bene del prossimo, cercandone i motivi.

Parla soprattutto di quello che ti sembra Dio ti dica attraverso la preghiera e la tua coscienza, di quello che ti inquieta, di quello che ti toglie la pace. Parla sinceramente delle tentazioni che provi, anche se non ti hanno travolto. Anche di quelle cose che non sai se sono tentazione oppure no.

Questo implica essere pronto a dire di te tutto quello che “non vorresti nessuno sapesse”.

– Ordinariamente ti darà un suggerimento, un compito da svolgere, qualcosa da tenere bene in mente. Conserva anche per iscritto queste parole come dette a te dallo Spirito Santo. Qui sta il segreto di tutto.

– Non temere che la tua guida ti parli chiaramente e con fortezza. Chiedi a Dio, per intercessione della Madre sua, lo stesso spirito di docilità e obbedienza che ebbe la Beata Vergine Maria, e che tu sappia, come lei, meditare dopo il colloquio su quanto ti è stato detto, anche se subito non lo hai capito, come successe a lei.

 

Attenzione: questi suggerimenti vogliono aprire la strada all’unico Protagonista della direzione spirituale, che è lo Spirito Santo, il quale opera nella Chiesa. Se il protagonista non è Lui, tutto questo non serve a niente…

 

Questo schema viene dato ai giovani, dopo aver consegnato loro la preghiera personale e le istruzioni per una generosa fruizione del sacramento della riconciliazione. Tra le righe delle istruzioni date si possono ritrovare le indicazioni di un equilibrato avvio all’esercizio della guida spirituale.