Detti sulla pazienza
Grande è la potenza di una condotta minima, quando questa è unita alla fedeltà. La soffice goccia, per la sua fedeltà, scava anche la dura roccia.
Ogni condotta che è senza stabilità e di poca durata, si trova ad essere anche senza frutti.
La vita nello Spirito richiede in primo luogo tempo e fedeltà. Se, infatti, non è possibile che uno impari le arti del mondo senza senza persistere per molto tempo nella fedeltà ai loro commerci – e [solo] allora il pensiero afferra l’oggetto e il modo della pratica dell’arte che ha deciso di imparare -, quanto più questo è valido per noi. Se un’arte visibile agli occhi richiede tanto tempo e fedeltà di impegno, quanto più l’arte dello Spirito, che l’occhio non vede, per la quale non si conosce ciò da cui l si può apprendere, e che necessita di una grande purezza! Il maestro in questo è lo Spirito, e l’arte è nascosta.
La lotta non termina in un attimo, né la grazia viene tutta intera in una volta e abita nell’anima. Ma un po’ e un po’; ci sarà l’una e l’altra: c’è un tempo per le tentazioni e uno per la consolazione. Una parte della lotta perdura fino alla morte: non sperare di qui la liberazione piena da essa. Questo mondo è la palestra della lotta e lo stadio della corsa; e questo tempo è il tempo del combattimento.
Perciò, nessuno abbandoni la speranza. Solo: non disdegni la preghiera e il chiedere aiuto a nostro Signore. Teniamo bene nell’intelligenza questo: per tutto il tempo in cui siamo in questo mondo e abitiamo in questo corpo, se anche fossimo innalzati fono alla volta dei cieli, non ci è possibile restare senza fatica e avversità, e senza preoccupazione.
(Isacco di Ninive, Un’umile speranza, scelta e traduzione dal siriaco a cura di Sabino Chialà, Qiqajon, Magnano (BI) 1999)
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