Un luogo per sentirsi a casa
Ciò di cui vi parlo non è una iniziativa né una buona pratica, ma un luogo e la sua storia di riutilizzo. Mi riferisco al Seminario vescovile di Faenza, dedicato a Pio XII, posto centrale della piccola diocesi di Faenza-Modigliana. Il grande edificio, ben progettato e ben costruito, ha da poco compiuto i 70 anni. Non è più pieno di seminaristi come alla sua inaugurazione, ma ha trovato il modo di evolvere nella sua vocazione di casa di formazione. Ospita, infatti, varie realtà e tante iniziative che operano nella direzione della crescita umana e di fede per chi vi prende parte. Per citarne alcune, il Seminario ospita la comunità propedeutica a cui afferiscono nove diocesi del territorio, una fraternità di ragazzi e ragazze che si impegnano in una vita comunitaria per un anno, delle aule studio frequentate da universitari, gli adolescenti che due pomeriggi a settimana prendono parte a un’attività di oratorio. È bene ricordare che abitano stabilmente in Seminario quattro sacerdoti e un giovane diacono permanente.
La Chiesa di Faenza-Modigliana ha un luogo dove molti giovani si sentono a casa e accolti. È un posto, ritenuto bello, a cui associano esperienze significative ma, soprattutto, al quale associano i volti di chi vi abita e di chi li accoglie. Oggi molto tempo della nostra vita si svolge nello spazio virtuale della rete, ma credo che, come Chiesa, non dobbiamo dimenticarci che la trasmissione del Vangelo passa anche per uno spazio che ti accoglie, un volto divenuto familiare, ambienti curati che sono entrati nella tua storia personale con il Signore.