N.04
Luglio/Agosto 2025

Pellegrini di speranza

I giovani italiani al Giubileo

Dal 28 luglio al 3 agosto 2025, ragazze e ragazzi provenienti dalle diocesi italiane, dai movimenti, dalle associazioni e dagli istituti di vita consacrata vivranno a Roma un’esperienza che non è solo un grande evento, ma il segno concreto di una Chiesa viva, in cammino, animata dalla speranza. Durante la veglia e la messa a Tor Vergata, il 2 e 3 agosto, insieme a papa Leone XIV, i giovani italiani si uniranno a migliaia di coetanei provenienti da ogni parte del mondo.

 

 

Dodici parole per dire speranza

Nel cuore del Giubileo dei Giovani la Conferenza Episcopale Italiana propone per i giovani italiani un percorso di ascolto e confronto articolato in incontri tematici distribuiti in dodici chiese della città di Roma. Si tratta di un tempo e uno spazio di riflessione a partire da alcune parole scelte dalla Spes non confundit sulle quali le diocesi già hanno lavorato con i gruppi giovanili in preparazione al pellegrinaggio[1]. In ciascuna delle dodici chiese, i partecipanti potranno approfondire e portare il loro contributo su una delle parole che declinano la speranza: coraggio, soglia, riscatto, abito, responsabilità, coscienza, senso, scoperta, promessa, popolo, gioia piena, abbraccio.

Attorno a queste parole si raccoglieranno le voci di chi, nella vita personale o professionale, testimonia una speranza incarnata[2]. Sono testimoni espressioni di contesti differenti e complementari: dalla missione internazionale alla vita politica, dal carcere la mondo della disabilità, dalla scienza alla fede interreligiosa. Coinvolti in prima persona, i giovani saranno invitati a prendere parola, porsi domande, raccontarsi. Alcuni vescovi prenderanno parte ai loro lavori raccogliendo i tanti spunti per offrire una lettura ecclesiale delle attese, delle fragilità e dei desideri emersi.

 

Esperienze di prossimità

In collaborazione con Caritas Italiana e Caritas Roma nella settimana del Giubileo i giovani italiani potranno dedicare alcune ore del loro pellegrinaggio a incontri autentici con realtà che operano sul territorio cittadino a fianco delle persone più fragili per ricordare che la fede non può che farsi operosa nella carità. Le esperienze[3] saranno ospitate da associazioni, comunità e luoghi di accoglienza che condividono una visione comune: la solidarietà come stile di vita e la cura dell’altro come segno visibile del Vangelo. I partecipanti saranno coinvolti in attività semplici ma dense di significato: preparazione e distribuzione di pasti, laboratori inclusivi, ascolto e dialogo con persone senza fissa dimora, esperienze di condivisione in comunità con minori, anziani e persone con disabilità. Il valore di queste esperienze risiede proprio nella loro semplicità: non si tratta di “fare volontariato”, ma di sperimentare che la speranza è una forza che si costruisce insieme, che passa dai gesti quotidiani e si alimenta nel farsi dono reciproco.

 

Confessio fidei dei giovani italiani

Nella cornice di Piazza san Pietro ai giovani italiani sarà offerta un’esperienza unica nel cuore del Giubileo: attraverso un itinerario personale e comunitario ispirato alla figura dell’apostolo e al tema della salvezza come speranza vissuta, saranno chiamati a rinnovare la propria fede professandola sulla tomba di Pietro. Dopo un momento di narrazione e meditazione con recitazione, musica e canti, la proclamazione della Parola, il rinnovo delle promesse battesimali e la condivisione di gesti liturgici esprimeranno il desiderio di aderire con consapevolezza al Vangelo. In questo contesto, il riferimento a Pietro – pietra viva e testimone di speranza – diventerà orizzonte condiviso per una Chiesa giovane che guarda al futuro con fiducia.

 

Oltre il ‘grande evento’

Dal punto di vista della pastorale giovanile suggerisco alcuni elementi utili per leggere questo grande evento ecclesiale nella sua ricchezza e complessità che potranno essere ulteriormente approfonditi[4]. Sarà di certo un lavoro da fare rientrando dall’esperienza del Giubileo per accompagnare i giovani nella terza fase del cammino: il ritorno a casa, dopo la preparazione e l’esperienza del pellegrinaggio. Per questo insieme con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo abbiamo pensato a un “diario digitale”: uno spazio digitale che possa aiutare i giovani dopo aver vissuto le esperienze del Giubileo a dare spazio alle loro emozioni e alle loro intuizioni. Questo strumento potrà essere utile ai giovani, sarà utile anche a noi per provare a intuire la vita che orienta oggi le nuove generazioni.

La Chiesa nell’esperienza del grande evento giubilare si offre come spazio di riconoscimento reciproco fra i partecipanti[5], crea una situazione significativamente discontinua rispetto al quotidiano, in cui un giovane si può riconoscere parte di un noi collettivo che rende plausibile la fede. Sebbene questa non sia la dimensione ordinaria del vivere ecclesiale, l’esperienza viva e gioiosa di fede e comunione suscitata dal grande evento giubilare rimane uno spazio fecondo per sperimentare la bellezza dell’incontro vivo con Cristo e occasione per riprendere o iniziare un dialogo personale con Lui. In questo, l’invito di papa Leone XIV è evidente: «In questo anno giubilare della Speranza – insegna ai Giovani di Chicago e del mondo intero – Cristo, che è la nostra speranza, chiama davvero tutti noi a riunirci, affinché possiamo essere un vero esempio vivente la luce di speranza nel mondo di oggi. Vorrei quindi invitarvi tutti a prendervi un momento, ad aprire il vostro cuore a Dio, all’amore di Dio, a quella pace che solo il Signore può donarci»[6].

L’esperienza del convenire e dell’essere radunati è occasione per i giovani di fare esperienza della comunione ecclesiale e crescere nella consapevolezza di essere parte integrante della Chiesa. «I giovani hanno bisogno di essere rispettati nella loro libertà, ma hanno anche bisogno di essere accompagnati»[7]. Immaginare luoghi appropriati nei quali possano ritrovarsi, condividere la vita e approfondire la fede in un reale percorso di accompagnamento e di crescita è la prospettiva pastorale nella quale adoperarsi. In questo il Giubileo offre un terreno fertile grazie all’incontro tra diocesi, lo scambio di percorsi e progetti, la condivisione di fatiche e potenzialità, buona pratica da continuare anche nella ferialità.

Da ultimo, il Giubileo dei Giovani è occasione chiara anche di discernimento vocazionale non solo perché nel pellegrinaggio e nel passaggio della Porta Santa tutta la vita è posta di fronte alla misericordia di Dio ma anche perché invita a riconoscere nella soglia che si attraversa la domanda circa il proprio futuro. Il pellegrinaggio compiuto accanto ad adulti capaci di accompagnare[8] può essere occasione di un confronto e di un invito ad approfondire il cammino di fede nell’accompagnamento spirituale attraverso percorsi ordinari che ogni realtà locale può mettere in atto.

 

 

 

[1] Cf. Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, Pellegrini di speranza. Sussidio in preparazione al Giubileo 2025, Roma 2024. Disponibile su: giovani.chiesacattolica.it.

[2] https://giovani.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/33/2025/06/27/12-Parole-per-dire-Speranza-programma.pdf.

[3] https://giovani.chiesacattolica.it/esperienze-di-prossimita.

[4] Cf. G. Goccini – D. Simeone, Sulle strade del rito. La giornata mondiale della gioventù tra passato, Lisbona e futuro, Milano 2025.

[5] Cf. F. Introini – C. Pasqualini – C. Raccagni, (Todos)3 a Lisbona. La voce dei giovani italiani, Milano 2024.

[6] Leone XIV, Videomessaggio ai giovani di Chicago e del mondo intero, 14 giugno 2025.

[7]  Francesco, Christus vivit, 242.

[8] «I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca, sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo» (Leone XIV, Udienza ai Fratelli delle Scuole Cristiane, 15 maggio 2025).