N.05
Settembre/Ottobre 2025

Conoscere

Leggere. Verbo lento che ha a che fare con quel felice agire immobile della mente che arricchisce la curiosità e nutre la conoscenza.

Studiare. Verbo lentissimo, che rimanda alla necessità di una sosta prolungata su un unico contenuto perché, radicandosi nella memoria, porti frutti di scienza e di sapienza, alimentando il pensare e l’operare, favorendo il giusto e il bene.

Scrivere. Conoscere. Parole così rallentate sono in qualche modo spaventose per il nostro tempo, veloce, rapido e irrefrenabile, tanto da rendere piuttosto impopolare oggi suggerire libri da leggere e questioni su cui riflettere.

Qualcuno obietterà citando alla lettera Ignazio di Loyola che sapientemente scriveva: «Non è il molto sapere che sazia o soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente». Come smentirlo? Eppure, aggiungiamo noi, senza una buona, anzi, copiosa dose di curiosità nel conoscere le cose di Dio e della Chiesa – e del mondo! – non si andrà molto lontano nel cammino della vocazione.

In ogni accompagnamento spirituale, in ogni percorso di preghiera che sia sensato e orientato alla formazione della coscienza e, quindi, alla decisione libera della volontà, arriva il momento di proporre la lettura e lo studio come mezzi per scendere in profondità e aggiungere contenuti e sapori all’esperienza spirituale ed emotiva che l’anima vive.

La mente, infatti, risvegliata dal torpore per opera del suono prodotto dalla Parola di Dio e dalla forza dei Sacramenti, chiede nutrimento e sostanza e, se non glieli diamo, li cercherà comunque, trovandoli probabilmente in mediocri o, peggio, ambigui contenuti dalle origini più disparate e spesso inconsistenti. La fantasia, «la pazza di casa» come la chiamava santa Teresa di Avila, continuerà sempre a correre e danzare nelle nostre menti; non va spenta né maltrattata, ma vuole essere imbrigliata e domata perché non faccia danni e, anzi, produca frutti di vivace comprensione della realtà.

Non volendo demonizzare nulla di ciò che riguarda il mondo dei social e della giovanissima intelligenza artificiale, dobbiamo pur ammettere che attingere continuamente a queste fonti instabili le informazioni quotidiane – dalla ricetta fast per un dolce fatto con gli avanzi del frigorifero alla situazione politica internazionale – conduce a mettere tutto sullo stesso piano e ci ha portati, più o meno inconsapevolmente, ad affidare la nostra sensibilità ad un algoritmo che sceglie per noi cosa farci sapere e vedere.

Delegare la propria vita spirituale alle mini-istruzioni di 60 secondi dell’influencer cattolico (sperando almeno sia tale) di grido, sta diventando un vizio tanto ingenuo quanto pericoloso.

Ma, se parlavamo dell’accompagnamento spirituale e del discernimento come di un “risveglio del cuore” (cf. F. M. Sieni, Risvegli, in Vocazioni 02/2024, 48-51), il nostro compito sarà quello di aiutare lo stato di veglia ad essere tale: vigile, assennato, curioso, appassionato, in una parola vivo!

Ecco il tempo propizio per introdurre alla lettura spirituale e allo studio. Non è certamente possibile – tantomeno qui – proporre una bibliografia che vada bene per tutti, convinti come siamo che l’accompagnamento o è personale o non è. Ma possiamo ricordarci quanto sia importante suggerire la lettura calma e affettuosa delle vite dei santi ovvero di quanto sia bello e utile farsi compagno di viaggio qualcuno che ha vissuto, pregato, pensato a Dio e con Dio prima di noi. Maestri e maestre di spiritualità, mistiche e poeti, teologi e papi… la tradizione cattolica, grazie a Dio, è portatrice di un tesoro inestimabile nell’esperienza spirituale di tanti cercatori di Dio che hanno condiviso con la parola e la penna la loro vita di fede.

E se, trasportati dalla complessità del nostro tempo, siamo portati a credere che sia inutile insistere con i nostri giovani sulla riflessione paziente e sull’importanza di scendere in profondità nella conoscenza, potremmo rimanere sorpresi dal loro entusiasmo al termine della lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica che, nella sua quarta parte, contiene il più bel trattato contemporaneo sulla preghiera che sia stato scritto in modo pensato, fondato, pacato e anche poetico.

E se ancora, per una tragica forma di giovanilismo, ci lasciamo mettere in imbarazzo di fronte alla Generazione Z dai titoli in latino dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II ritenendoli anacronistici e, quindi, improponibili, abbiamo noi, educatori e accompagnatori, un problema di dimenticanza delle cose di Dio: in verità, questi testi, come quelli del Magistero pontificio, quando proposti e studiati, seppure in prima battuta solo in obbedienza al consiglio dell’accompagnatore spirituale, diventano per i giovani discepoli di Gesù, sorgenti inesauribili da cui attingere, dapprima, spunti e sfide di fede, poi certezze da cui partire per provocare nuova sete di conoscenza di Dio e della Chiesa, Corpo di Cristo.

La conoscenza amante fortificherà la coscienza volitiva e fiorirà nella libera scelta di aderire all’Amore.