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A misura di infinito

Troppo spesso permettiamo al fragore che ci circonda, di impedirci di dissotterrare Dio dalle macerie del nostro cuore, finendo per vivere sempre alla periferia di noi stessi, eternamente erranti e insoddisfatti; a dover fare i conti con la percezione di essere in qualche modo infedeli, non tanto ad astratte norme morali o sociali, quanto alla propria intima verità. “Torna, torna al cuore”, grida Sant’Agostino: è nel cuore che l’uomo ritrova veramente se stesso perché lì s’incontra col suo Dio.

Riportiamo un breve testo di Ignacio Larrañaga.

 

Basta frugare un po’ nell’intimo dell’uomo per scoprire che le sue dimensioni sono a misura di infinito. Chi vi scavò un pozzo tanto profondo? Chi vi mise quel fuoco che sempre brucia e mai si spegne? Da dove viene questa fame che tutti gli alimenti del mondo non sono capaci di soddisfare? E questa sete che tutte le sorgenti delle montagne non appagano? Sebbene nessuno dica niente, deve esserci al principio una Fonte di vita, una Causa originale e poi una Mèta finale.

E quello specchio brillante che è il mondo? … dietro a tanta bellezza deve esistere la Bellezza; dietro a tanta vita deve esistere la Vita, dietro a tanta tenerezza deve esistere l’Amore.

 

(Ignacio Larrañaga, Mostrami il tuo volto, Paoline, Roma 1984, p. 105)