Amore libero
L’amore del Padre è totalmente libero. Come Padre, l’unica autorità che rivendica per sé è l’autorità della compassione. Essa deriva dal consentire che i peccati dei figli feriscano il suo cuore.
Dal profondo luogo interiore dove l’amore abbraccia tutto il dolore umano, il Padre raggiunge i suoi figli. Il tocco delle sue mani, diffondendo una luce interiore, cerca solo di guarire.
Riportiamo un testo di Nouwen tratto dal libro L’abbraccio benedicente, dove si narra il desiderio del Padre che i figli tornino a lui per benedirli.
Il cuore del padre arde dal desiderio – un desiderio sconfinato – di riportare a casa i suoi figli.
Come avrebbe voluto parlare loro, metterli in guardia contro i tanti pericoli che avrebbero affrontato e convincerli che a casa si può trovare tutto quello che cercano altrove! Quanto avrebbe voluto trattenerli con la sua autorità paterna e tenerli vicini a sé perché non si facessero del male!
Ma il suo amore è troppo grande per comportarsi così. Non può forzare, costringere, spingere o trattenere. Offre la libertà di rifiutare o ricambiare tale amore. Proprio l’immensità dell’amore divino costituisce la fonte della sofferenza divina. Dio, creatore del cielo e della terra, ha scelto di essere, prima di tutto e soprattutto un Padre.
Come Padre, vuole che i suoi figli siano liberi, liberi di amare. Tale libertà include la possibilità che lascino la loro casa, se ne vadano in un “paese lontano” e perdano ogni cosa. Il cuore del Padre conosce tutto il dolore che questa scelta comporterà, ma il suo amore non gli consente di prevenirlo. In quanto Padre, desidera che coloro che restano a casa gioiscano della sua presenza e sentano il suo affetto. Ma anche in questo caso vuole offrire soltanto un amore che possa essere ricevuto liberamente. Egli soffre in modo indicibile quando i suoi figli lo onorano soltanto con le labbra, mentre i loro cuori sono lontano da lui. Egli conosce la loro «lingua menzognera» e il loro «cuore infedele», ma non può farsi amare d loro senza venir meno alla sua vera paternità.
Come Padre, l’unica autorità che rivendica per sé è l’autorità della compassione. Essa deriva dal consentire che i peccati dei figli feriscano il suo cuore. Non c’è lussuria, avidità, rabbia, risentimento, gelosia o vendetta nei suoi figli perduti che non abbia causato una pena immensa al suo cuore. Tanto profondo è il dolore perché tanto puro è il cuore. Dal profondo luogo interiore dove l’amore abbraccia tutto il dolore umano, il Padre raggiunge i suoi figli. Il tocco delle sue mani, diffondendo una luce interiore, cerca solo di guarire. Ecco il Dio in cui voglio credere: un Padre che, dall’inizio della creazione, ha steso le sue braccia in una benedizione misericordiosa, non forzando mai nessuno, ma aspettando sempre; non lasciando mai cadere le braccia per la disperazione, ma sperando sempre che i figli tornino per poter dire loro parole d’amore e lasciare che le sue braccia stanche si posino sulle loro spalle. Il suo unico desiderio è benedire.
(H.J.M. Nouwen, L’abbraccio benedicente. Meditazione sul ritorno del figlio prodigo, Queriniana 1998, pp. 139-141)