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Vita nascosta

“Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). La vita nascosta di Gesù di Nazareth affascina terribilmente Charles de Foucauld, che nel nascondimento riconosce la più grande fecondità della sua esistenza.

Riportiamo un breve testo di Jean François Six, nel quale descrive questa intuizione del santo.

 

Ha capito che l’essenziale non sta nel passare dappertutto e neppure nel portare ovunque la Messa, ma nel finire in un luogo qualsiasi, nel radicarsi in esso, come il grano che muore nella terra. Allora soltanto si diventerà totalmente fedeli all’Eucarestia: «Quanto bene Gesù avrebbe potuto fare evangelizzando il mondo, negli anni in cui è vissuto oscuramente a Nazaret! Eppure, Egli ha giudicato che, restando nel silenzio, il bene sarebbe stato anche maggiore… e così anche don Huvelin, al quale le sue croci e i suoi malati impediscono di fare tanto altro bene! Ma il buon Dio giudica che egli compie un bene maggiore restando con Gesù, sulla Croce… Due righe di S. Giovanni della Croce ci spiegano tutto ciò: “È proprio nell’ora dell’annientamento più profondo che il Salvatore paga completamente il debito dell’uomo pervertito e compie la nostra redenzione”. Per fare del bene sulla terra non s’è niente di meglio della Croce! Noi non possiamo fare o trovare qualcosa di più di quel che ha fatto e trovato Nostro Signore».

 

(Jean François Six, Itinerario spirituale di Charles de Foucauld, Morcelliana 1961, pp. 293-294)