«Aspirate alla santità, ovunque siate»
Uno sguardo sulla tematica 2026
«Carissimi giovani, la nostra speranza è Gesù. È Lui, come diceva San Giovanni Paolo II, “che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande […], per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna” (XV Giornata Mondiale della Gioventù, Veglia Di Preghiera, 19 agosto 2000). Teniamoci uniti a Lui, rimaniamo nella sua amicizia, sempre, coltivandola con la preghiera, l’adorazione, la Comunione eucaristica, la Confessione frequente, la carità generosa, come ci hanno insegnato i beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, che presto saranno proclamati Santi. Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi, la luce del Vangelo» (Leone XIV, Omelia, Tor Vergata, 3 agosto 2025).
Nella loro disarmante semplicità e chiarezza, le parole di papa Leone XIV suggeriscono una trasparente proposta vocazionale. Chi lavora con i giovani non fatica a riconoscere che il desiderio di trovare un senso alla vita, la passione per rendere il mondo un posto migliore, il sogno di fare della propria vita qualcosa di grande sono corde che risuonano con particolare intensità nelle loro parole e nel loro cuore. E noi adulti, insieme con loro, di questo dobbiamo occuparci[1].
Forse molti di noi – adulti di oggi – erano presenti a Tor Vergata in quell’estate del Duemila e hanno raccolto dalle parole di papa Giovanni Paolo II quell’annuncio che risuonava come una certezza. Molti di noi le hanno accolte decidendo la vita. A distanza di venticinque anni, sotto lo stesso cielo, sappiamo bene che quell’amicizia sulla quale abbiamo giocato la vita e alla quale papa Leone XIV ha nuovamente invitato è stata messa alla prova[2]. Proprio come accade per ogni relazione che sia profonda e che si evolve, cresce nella concretezza della vita; lo testimoniano le vite di tutti i santi e i racconti di cui la Scrittura è piena. Della relazione con il Signore si percepisce la presenza (Is 66, 13) ma allo stesso tempo anche l’amarezza della sua assenza (Ger 8, 15). Si riscontra la fecondità della Parola (Os 6, 3) e si lotta con l’inefficacia della preghiera: «Fino a quando, Signore, implorerò e tu non ascolti» (Ab 1, 2). Si sperimenta che la prova della fede viene proprio dallo stare nell’amicizia con il Signore e la relazione con lui diventa il crogiuolo nel quale l’oro si purifica (Sal 66) e la vita diventa feconda, perché donata (Gv 12, 24). È la luce del Vangelo che cresce in noi e attorno a noi, si tratta di imparare a riconoscere la sua forma, ricordando che i suoi tratti non sono diversi da quelli dell’agire di Gesù, del suo essere e del suo fare perché la santità cui papa Leone ci invita ad aspirare è la sua vita. I gesti del Signore affascinano molti perché in lui trova senso la vita dell’uomo e chi desidera la vita, quando incontra il Vangelo ne sente l’attrazione.
Aspirate a Cristo ovunque siate. L’avverbio specifica una concretezza e allarga lo sguardo ad ogni istante e condizione di vita. Non c’è luogo né momento, né condizione nei quali la luce della santità – il volto di Cristo, la forza dello Spirito – non possa illuminare una decisione da prendere, una scelta da fare, un passo da compiere o da evitare; non c’è luogo buio che non possa essere illuminato, non c’è cuore ferito che non possa essere risanato; non c’è condizione nella quale il desiderio dell’amicizia con Gesù – egli non viene mai meno – non possa essere acceso.
Di questa radice vocazionale che risuona come un invito nella vita di tutti, vale la pena occuparsi prestando al Signore le forze e la vita alla sua opera, in sinergia (cf. Mc 16, 20) con lui. È l’azione dello Spirito riversato nel cuore dei battezzati che fa risuonare l’universale chiamata alla santità e spinge verso «la perfezione della carità e […] promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano […] Ognuno secondo i propri doni e uffici deve senza indugi avanzare per la via della fede viva, la quale accende la speranza e opera per mezzo della carità»[3].
Della grande concretezza della carità risplende la vita di tutti i santi; immischiati nella relazione con il Signore hanno lasciato trasparire dalla loro vita, la sua. La recente canonizzazione di san Piergiorgio Frassati e san Carlo Acutis ci invita a guardare alla moltitudine dei testimoni (Eb 12, 1) che ci hanno preceduto per ascoltare il racconto della loro amicizia con Cristo, il risuonare del Vangelo attraverso la loro vita per accendere anche in noi il loro stesso desiderio ed essere risonanza della vita di Cristo.
Per questo abbiamo scelto di rappresentare come immagine per la prossima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni – che si celebrerà il 26 aprile 2026 – un piccolo angolo di santità attraverso i volti di alcuni santi e beati delle nostre diocesi italiane perché – insieme a molti altri – diventino amici e compagni di viaggio dei giovani che incontriamo. L’invito di papa Leone XIV a coltivare l’amicizia con Gesù pone con chiarezza la meta di ogni accompagnamento spirituale e suggerisce alcuni elementi cardine: l’ascolto della Parola, la preghiera, l’adorazione eucaristica, i sacramenti, la carità. Svilupparli in proposte, luoghi e percorsi concreti è compito delle comunità cristiane[4] al cui servizio si pone anche la pastorale giovanile vocazionale. Buon lavoro[5]!
[1] «I giovani del nostro tempo, come quelli di ogni epoca, sono un vulcano di vita, di energie, di sentimenti, di idee. Lo si vede dalle cose meravigliose che sanno fare, in tanti campi. Hanno però anche loro bisogno di aiuto, per far crescere in armonia tanta ricchezza e per superare ciò che, pur in modo diverso rispetto al passato, ne può ancora impedire il sano sviluppo» (Leone XIV, Discorso ai fratelli delle scuole cristiane, 15 maggio 2025).
[2] «[Cari Presbiteri e diaconi]. Ho desiderato incontrarvi per conoscervi da vicino e per iniziare a camminare insieme a voi. Vi ringrazio per la vostra vita donata a servizio del Regno, per le vostre fatiche quotidiane, per tanta generosità nell’esercizio del ministero, per tutto ciò che vivete nel silenzio e che, a volte, è accompagnato da sofferenza o da incomprensione. Svolgete servizi diversi ma siete tutti preziosi agli occhi di Dio e nella realizzazione del suo progetto» (Leone XIV, Discorso al clero della Diocesi di Roma, 12 giugno 2025).
[3] Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 40-41.
[4] «Accompagnare per compiere scelte valide, stabili e ben fondate è quindi un servizio di cui si sente diffusamente la necessità. Farsi presente, sostenere e accompagnare l’itinerario verso scelte autentiche è per la Chiesa un modo di esercitare la propria funzione materna generando alla libertà dei figli di Dio. Tale servizio non è altro che la continuazione del modo in cui il Dio di Gesù Cristo agisce nei confronti del suo popolo: attraverso una presenza costante e cordiale, una prossimità dedita e amorevole e una tenerezza senza confini» (Sinodo dei vescovi, Documento finale. I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, 91).
[5] Anche il prossimo Convegno Nazionale Vocazioni, che si terrà a Roma dal 3 al 5 gennaio 2026 lavorerà su questo tema cercando di offrire prospettive fondamentali e applicazioni pastorali sul tema della santità cristiana. Info ed iscrizioni: www.vocazioni.chiesacattolica.it