N.06
Novembre/Dicembre 2021

Uno sguardo d’amore eterno 

“Nascita di Grégoire. Nascita di mio nipote, accidenti!  […] Si può parlare di colpo di fulmine alla nascita di un bambino? Credo non ci sia nulla in vita mia che mi abbia commosso come l’incontro con quel piccolo sconosciuto così immediatamente familiare”. 

Daniel Pennac, Storia di un corpo, Feltrinelli 

 

Il protagonista del romanzo è appena diventato nonno. Un nonno giovane, poco più che cinquantenne. Un uomo dalla vita piena, realizzato e che, negli anni, tenendo un minuzioso diario del suo corpo, ha potuto descrivere con piena razionalità tutte le sue sensazioni ed emozioni. Eppure, arrivato a metà dell’esistenza, alla vista del figlio di suo figlio si scopre senza difese, completamente innamorato di quel piccolo nuovo essere. Non che la cosa gli sia sconosciuta del tutto, in fondo gli si si era manifestata già alla nascita dei due figli, Bruno e Lison, ma l’aveva messa a fuoco con compiutezza solo molti anni dopo, confessando al contempo il rimpianto per non averlo saputo esprimere: “Quello che avrei detto a Bruno, se la nostra conversazione fosse davvero avvenuta, è che nell’istante in cui vi ho preso in braccio, tu e lui, mi è sembrato che ci foste da sempre!”. Con il nipote, invece, è felice destabilizzazione, riconosciuta a prima vista: “L’impressione persistente è che Grégoire e io ci siamo scambiati uno sguardo decisivo, abbiamo stretto un patto di affetto eterno. Che stia diventando rimbambito?”. Un imprinting d’amore che passa dallo sguardo. Per i cultori di Twilight è immediato andare a “quel momento in cui ogni cosa cambia, tutto ad un tratto non è più la gravità che ti tiene attaccato al pianeta”. Per ogni cristiano è impossibile non pensare allo sguardo di Gesù: “Fissatolo, lo amò” (Mc 10,21). Succede spesso con i figli, a volte con l’amore della vita, ma sempre e irreversibilmente tra nonni e nipoti, detentori di un rapporto magico e indivisibile. Un legame caro anche a papa Francesco: “Hanno avuto occhi attenti, colmi di tenerezza. Quando stavamo crescendo e ci sentivamo incompresi, o impauriti per le sfide della vita, si sono accorti di noi, di cosa stava cambiando nel nostro cuore, delle nostre lacrime nascoste e dei sogni che portavamo dentro. Siamo passati tutti dalle ginocchia dei nonni, che ci hanno tenuti in braccio. Ed è anche grazie a questo amore che siamo diventati adulti” (25 luglio 2021, 1° Giornata mondiale dei nonni e degli anziani). Così è stato per tanti di noi, e così sarà anche per l’anonimo protagonista e nella crescita del nipote più adorato. Il diario registrerà ancora i cambiamenti del corpo che diventa anziano e, insieme, un percorso fianco a fianco con il ragazzo: senza invadenza, ma con complicità e amicizia, lungo il cammino di un’esistenza troppo breve su cui si squaderneranno le sfide della vita.